appunti di studio sul popolo Naxi e sulla tradizione Dongba, ottimizzato per Mozilla Firefox
I Naxi sono una popolazione Tibeto-Birmana, una delle minoranze etniche o nazionalità ufficiali (
Il loro numero ocnsiste in circa 280.000 persone, praticamente paragonabile ai Navaho degli U.S.A., ed essi vivono concentrati essenzialmente nel distretto di
Lijiang fù in passato una crocevia fondamentale, nodo viario principale della pista carovaniera che univa la Cina al Tibet, ed oggi ha ereditato la sua premazia come meta turistica sia a livello nazionaqle che internazionale.
La patria dei Naxi è dominata fondamentalmente da 2 caratteristiche geografiche fondamentali: le montagne ed i fiumi. Le vette del monte Haba e della Montagna del Drago di Giada sono entrambe ghiacciai perenni e raggiungono i 18.000 piedi di altezza, torreggiando e sovrastando tutto il paesaggio circostante. Tra le due montagne scorre possente ed energico il Golden Sand River, meglio cnosciuto con il nome di Yangtze, ma la regione è anche attraversata dai fiumi Mekong, Salween e Yalong.
Grande montagna e grande acqua sono dunque i “temi” dominanti l'ambiente in cui i Naxi si stabilirono e svilupparono la loro millenaria cultura, dunque essi si torvano riflessi e dominano la vita dei Naxi, antica ed attuale, così come Grande montagna e grande acqua sono temi ricorrenti e fondamentali dell'arte tradizionale, della religione, della letteratura, dell'artigianato, del canto e della musica, dell'arte tessile, e di ogni espressione artistica e culturale del popolo Naxi.
La storia della regione di Lijiang è molto complessa ed articolata, così come la storia della cultura: sino alla dinastia Tang (618 – 906) forze politiche dalla Cina, dal Tibet e dal regno di Nanzhao, un regno una volta potente e centrato sulla moderna Dali, si alternarono per il controllo della regione e dei gruppi tribali e clan ivi viventi.
Dopo che Kublai Khan conquistò l'area nel 1253, i Mongoli stabilirono l'istituzione di un capo locale, chiamato Tusi, alla cui famiglia era conferito il potere politico ed amministrativo della regione e degli abitanti, nonché l'ereditarietà delle cariche, degli eserciti e dei beni patrimoniali, in cambio della fomrmale sottomissione alla corte cinese.
Per circa 500 anni (1253 – 1723) l'aera di Lijiang venne comandata da una discendenza di sovrani Naxi, il cui clan coincideva con la famiglia Mu.
All'apice del loro potere, i Mu estesero il loro domionio a nord ed ad ovest, nel Sichuan e nel Tibet; la politica del comando indiretto venne poi sfruttata dai Mu come un'arma a doppio taglio, e così come essi mostravano una facciata obbediente e rispettosa della corte Cinese, i Mu stabilivano alleanze segrete con i capi clan locali.
La pratica dei matrimoni intertribali e tra clan e le pratiche commerciali si rivelarono i due strumenti più efficaci per stabilire e saldare alleanze: le figlie dei capi clan Mu erano date in matrimonio ai capi clan locali e dei gruppi tribali circostanti, inclusi membri della nobiltà Tibetana, e vice-versa.
Lijiang era poi un caravanserraglio fondamentale per quella che successivamente verrà ribattezzata come cha ma lu - la via carovaniera del te, un percorso che si sdipanava nelle terre del sud ovest della Cina e del Tibet.
L'affidamento della leadesrhip dell'amministrazione politica di Lijiang alla famiglia Mu venne interrotta dall'impero nel 1723, ma Lijiang mantenne fortissimi legami con Lhasa, così come detenne sempre una certa indipendenza e potere nel sud dello Yunnan.
Quanto storicamente accaduto, con l'alternaza di leadership politiche, di influenze esterne, di stretti intrecci tra i gruppi Naxi, i clan ed i gruppi tribali locali circostanti, è quello che oggi viene riflesso dall'evidente grado di multi-culturalismo della società, della cultura di Lijiang: la religione è un aspetto della cultura Naxi in cui le influenze delle differenti cultura appare particolarmente evidente.
I Mu furono grandi patroni del Buddhismo tibetano, e dunque fondarono ed istituirono numerosi monasteri nell'area di Lijiang.
Tuttavia essi furono anche culturalmente aperti alle altre influenze culturali e religiose, dunque adottarono pratiche Taoiste e istituirono templi a questa tradizione, così come accettarono ed assorbirono alcuni temi cinesi identificabili come Confuciani compatibili ed adattabili alle tradizioni locali, come il culto degli antenati attraverso ancestral tablets Han-style graveyards, and in some cases lineage halls).
Una delle più affascinanti e migliori rappresentazioni di questa fusione multi-culturale è costituita dal ciclo di affreschi di Baisha, originariamente un villagio sede di un importantissimo mercato appena a Nord di Lijiang, sede della residenza effettiva del Clan Mu.
Le cronache locali registrano la presenza di 5 piccoli templi in Baisha, identificabili come taoisti; nel più ampio di essi vi è un impressionanti ciclo pittorico recentemente restaurato, che venne realizzato da artisti Naxi, Han e Tibetano, ed in questo ciclo di affreschi dunque sono riflesse le differenti tradizioni religiose e lo stile peculiare a ciascuna di esse.
Lo stesso eclettismo è evidente in quello che oggi viene chiamata la religoine Dongba, quest'ultimo un nome polivalente, con il quale vineie anche indicato il sacerdote/sciamano specializzato nell'esecuzione dei rituali indigeni all'internod ella società Naxi.
Il termine Dongba, comunemente tradotto come sciamano, viene invece considerato dai Naxi ccol significato di “prete” in distinzione di altre figure specializzate nell'esuzione di rituali detti Sainii, che i Naxi identificano come propriamente “sciamani”, così come altre figure e tipologie di specialisti nei rituali e nelle cerimonie appartenenti alle diverse ramificazione e correnti dello shamanesimo locale.
In un senso generale, la conoscenza del Dongba è appresa, sviluppata ed indirizzata alla maestria nella conoscenza e nell'esecuzione dei testi dei rituali, mentre i Sanii sono considerati coloro che propriamente sono capaci di comunicare con l'adilà, scelti dagli dei; secondo la tradizione Naxi dunque, all'interno della società si posso individuare 2 tipi di specialisti del culto, di cui i Sanii sono investiti di un dono naturale, mentre i Dongba sono padroni di cultura, saggezza ed abilità acquisite con l'addestramento, la pratica e lo studio.
Lo status di Dongba è una carica il cui sistema di trasmissione non è ancora chiaro, ma sembrerebbe poter essere trasmesso tramite linea paterna, mentre lo status di Sanii è una condizione acquisita a vita inoltrata, spesso postumo di una seria malattia (McKhann, 2003)
A causa della cinesizzazione della regione, processo sempre in crescita ed in atto nella storia di Lijiang, con un grave incipit coincidente con la dura ed ingente soppressione di tutte le religioni avvenuta in Cina tra il 1950 ed il 1970, sia le pratiche Dongba che Sanii vennero graduatamente abbandonate, con il risultato che la cessione della pratica dei rituali comportò la perdita della memoria di una parte di essi, così come della scomparsa degli specialisti per la loro esecuzione; oggi vi sono solo pochissimi Dongba sopravvissuti, il cui addestramento avvenne prima della rivoluzione del 1949.
Attualmente è in corso un revival di tutta la cultura ed il patrimonio tradizionale Dongba, ed anche tra i giovani è evidente un certo crescente interesse nello studio dell'arte e delle pratiche, ma i numeri sono davvero limitati, inoltre l'interesse per il “Dongba” è una definizione ambigua, a causa della polivalenza che oggi il termine Dongba stesso ha assunto.
Con il nome Dongba, infatti, si indicano più campi semantici:
Ognuna di queste accezioni, così come la costellazione di pratiche, formalità ed espressioni a cui sono associate e riferite, derivano comunque dalla tradizione rituale e dall'attività performativa dei preti Dongba.
All'nterno dell'arte Dongba oggi è distinta una xiandai Dongba yishu – arte Dongba contemporanea, termine comparso agli inizi degli anni '80, in riferimento all'ampio panorama artistico che trae la poetica, le iconografie, le iconologie, i temi e gli elementi semantici dalla tradizione religiosa Dongba, ed al momento della presa di coscienza degli artisti della Xiandai Dongba Yishu si potette assistere all'impegno personale di ciascuno di essi nel coinvolgimento e nello sviluppo di questa corrente artistica; con il contemporaneo incremento del turismo di massa nella regione di Lijiang, tuttavia, la situazione sociale, economica e culturale cambiò rapidamente.
Una delle iconografie con cui la scuola di arte moderna Dongba si esprime è direttamente tratta dalla tradizione manoscritta pittografica locale, così come la poetica pittorica di He Kaiquiang (??? - 2001), che visse e lavoro per 20 anni presso l'Istituto di Ricerca della Cultura Dongba, e che negli ultimi 10 anni della propria vita si affermò con le proprie calligrafie, che nella maggior parte dei casi consistevano in frasi poetiche classiche riprese di testi rituali pittografici.
Le sue calligrafie generalmente si sviluppano su un formato detto “duilian”, ossia una coppia di poetiche scritte su rotoli di papiro locale verticali, simili alle opere esibite dallo storico/pittore He Zhiwu (1930 – 1994) durante la mostra Icons and Transformation.
I pittogrammi, tradizionalmente impiegati solo nella redazione di testi rituali e/o della preparazione delle tavolette lignee votive dipinte, sono stati invece estrapolati da tale contesto settoriale, così da divenire direttamente espressione artistica e contemporaneamente oggetto dell'arte Dongba; Icons and Transformation potrebbe essere a tutta ragione considerato il primo momento nella storia contemporanea in cui questi “oggetti” siano stati presentati al di fuori del concetto e del contesto rituale per il quale sono stati prodotti e concepiti da secoli, esposti quindi come arte.
Dunque un fattore estremamente importante dell'espressione artistica contemporanea Dongba è l'uso creativo dei pittogrammi della tradizione antica, un'espressione contemporanea di un fomento ed un'interpretazione del linguaggio pittografico che nell'antichità si espresse con la concezione di pittogrammi complessi e con la fusione di più pittogrammi per l'espressione in un unico “atto dello scrivere” di una complessa realtà e di complesse relazioni tra azioni, oggetti e soggetti interagenti.
Questa propensione alla “fusione” di elementi eterogenei è visibile in ogni espressione della cultura Naxi, e dunque nel caso specifico dei pittogrammi composti e di fusione (Zamblera, 2008b), così come nell'utilizzo di alcuni simboli sillabici Geba e di lettere tibetane per l'espressione e la specificazione fonetica di alcuni termini, è possibile individuare la fondamentale caratteristica del popolo Naxi, ossia l'abilità nell'assorbire ed assimilare nella propria cultura locale, elementi esterni e stranieri, così come nella lingua parlata, o nell'assorbimento di elementi religiosi provenienti dal buddhismo tibetano, dal confucianesimo e dal taoismo. Esempio brillante di tale multi-culturalismo può essere considerato dal ciclo di affreschi pittorici di Baisha, in cui le iconografie Naxi, Buddhiste e Cinesi si fondono in un'espressione pittorica unica.
Gli artisti Dongba contemporanei poi utilizzano i pittogrammi in modo creativo, raffigurando temi secolari e della vita mondana, così come realizzato da Zhang Yunling, le cui opere gioiose e serene della vita quotidiana dei villaggi Naxi sono espressione ed esempio di questo stile brillante, luminoso, giocoso, estremamente vivace e variegato, fondato sull'iconografia della pittura Dongba tradizionale, così come l'opera di Yang Fuquan, ricercatore della Yunnan Academy of Sociale Sciences dedito allo studio dei testi rituali Naxi, la cui poetica artistica si è espressa in opere nelle quali è riuscito a trasformare i pittogrammi della tradizione manoscritta Dongba in scene della vita di ogni giorno, linguaggio artistico basato sullo studio della letteratura manoscritta presso l'Istituto di Cultura e di Ricerca Dongba.