La mia vita non è
casualità biologica riuscita
e con psicologia spiegata.
Il fiume è la mia vita!
Mistero liquido che scorre da me.
Mentre conventicole credule
partiti, università e sette,
compiono, insegnano ed intelligono,
fallisco, disimparo e traviso.
Venero io la musica,
forma altra del tempo,
come il gioco dei bimbi:
qualcosa di così vicino,
mistero che si tocca.
Venero io lo specchio,
forma solida del placido,
performazione della memoria,
magia che osa duplicare,
con incantesimo di fil d’acqua,
fatta di luce fuggita dal greto,
sfuggita alla condanna
del mentire e del segreto.
Venero io il tuo bacio e l’orgasmo,
il prima che è ogni suo dopo,
tempo fattosi dita,
a-morte che colma il vuoto,
fianco di luna rotondo,
forma turgida del retto.
Venero io la tua vita.
E la vita che hai dato
Misterioso incantesimo biondo.