Carnet autoriprodotti ed autoediti

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Carnet autoriprodotti ed autoediti

Alcune copie dei Carnet che ho riprodotto ed autoedito in occasione dell’ultimo Rendez-vous di Clermont-ferrand sono disponibili. Tutti i Carnet contengono un libretto interno rimovibile con le trascrizioni dei testi dei taccuini. I carnet giapponesi (Lisboa em Azulejos, The Drifter) sono rilegati a mano su copertina rigida in similpelle o stoffa. Anche la piegatura delle pagine degli album giapponesi (a fisarmonica) e l’incollaggio delle varie parti è fatto a mano.

L’edizione, autoprodotta e realizzata, è limitata, numerata e personalizzata.

Portugal – Carnet de Voyage

Carnet di viaggio sul Portogallo (Cascais, Praia do Guincho, Lagos, Sagres), riproduzione del taccuino originale su Moleskine album acquerello, copertina morbida, brossura. Libretto interno removibile con la trascrizione dei testi. Pagina dedicata (in Inglese) https://www.xiulong.it/Xiuart/?p=1697

Portugal - Carnet de Voyage, Watercolor Album: Lagos
Portugal - Carnet de Voyage, Watercolor Album: Lagos
A Fortaleza de Sao Jorge
Forte Sao Jorge Don Oitavos - Cascais
Portugal - Carnet de Voyage, Watercolor Album. Brossura, copertina morbida.
Portugal - Carnet de Voyage, Watercolor Album. Brossura, copertina morbida.
Portugal – Carnet de Voyage

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 Lisboa em Azulejos – Carnet de Voyage Japanese Album.

Riproduzione del primo dei due taccuini giapponesi Moleskine che ho dipinto a Lisbona, in stile “Azulejos”. Copertina rigida in finta pelle blu fatta a mano, rilegatura e piegatura delle pagine “a fisarmonica” a mano, libretto interno rimovibile con la trascrizione dei testi. Pagina dedicata (in Inglese) https://www.xiulong.it/Xiuart/?p=1697

Lisboa em Azulejos - Carnet de Voyage Japanese Album. Handmade hardcover and Japanese folding.

Lisboa em Azulejos - taccuino giapponese. Copertina rigida in finta pelle.
Lisboa em Azulejos - taccuino giapponese. Copertina rigida in finta pelle.
Lisboa em Azulejos - taccuino giapponese. Copertina rigida in finta pelle.
Lisboa em Azulejos - taccuino giapponese. Copertina rigida in finta pelle.
Lisboa em Azulejos - taccuino giapponese
Lisboa em Azulejos - taccuino giapponese

Lisboa em Azulejos

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The Drifter – Carnet d’étude et experimentation

The Drifter – taccuino giapponese, copertina rigida in tela, piegatura e rilegatura “a fisarmonica” fatta a mano. Libretto interno rimovibile con la trascrizione dei testi. Pagina dedicata (in Inglese) https://www.xiulong.it/Xiuart/?p=1792

The-Drifter - taccuino giapponese
The-Drifter - taccuino giapponese
The Drifter - Carnet, taccuino giapponese. Copertina rigida e rilegatura a mano
The Drifter - Carnet, taccuino giapponese. Copertina rigida e rilegatura a mano

 

The Drifter - taccuino giapponese. Il taccuino aperto
The Drifter - taccuino giapponese. Il taccuino aperto
The Drifter - taccuino giapponese. Il libretto removibile con la trascrizione dei testi del taccuino
The Drifter - taccuino giapponese. Il libretto removibile con la trascrizione dei testi del taccuino

 

The Drifter

Stampare un taccuino ad acquerello: PrintPageOrder_WatercolorMoleskine_1.2

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Logo Free Pascal
Logo Free Pascal
Essendo alle prese con la riproduzione dei miei taccuini ad acquerello, ho dovuto tentare di capire come poterli riprodurre a mezzo stampa e fronte retro.

Il problema “pratico” era capire, una volta in possesso di una scansione delle singole pagine del taccuino, quale fosse l’ordine di stampa per la serie di facsimile in fronte, e dunque in retro.

Una volta intuita la sequenza di stampa del taccuino sulla Cina del 2005, ho pensato di realizzare una piccola applicazione in Free Pascal che potesse poi tornarmi a fagiuolo per le altre moleskine.

Metto a disposizione il programma per chi ne potesse aver bisogno. Per poterlo far girare/modificare avete bisogno di scaricare ed istallare un compilatore Pascal; io uso Free Pascal: http://www.freepascal.org

PrintPageOrder_WatercolorMoleskine_1.2.

Per eseguire il programma, fate girare l’eseguibile (printpageorder-watercolormoleskine.exe) e per ottenere la lista di stampa basta inserire il numero totale di pagine del taccuino da riprodurre.

printpageorder-watercolormoleskine screenshot
printpageorder-watercolormoleskine screenshot

Il bar di Helga

Thanks to : http://mercatoliberonews.blogspot.it/2012/11/il-bar-di-helga-ecco-spiegata-la-crisi.html

retrieved today 07/08/2012 at 13:35

 

Helga è la proprietaria di un bar, di quelli dove si beve forte.

Rendendosi conto che quasi tutti i suoi clienti sono disoccupati e che quindi dovranno ridurre le consumazioni e frequentazioni, escogita un geniale piano di marketing, consentendo loro di bere subito e pagare in seguito. Segna quindi le bevute su un libro che diventa il libro dei crediti (cioè dei debiti dei clienti).

La formula “bevi ora, paga dopo” è un successone: la voce si sparge, gli affari aumentano e il bar di Helga diventa il più importante della città.

Lei ogni tanto rialza i prezzi delle bevande e naturalmente nessuno protesta, visto che nessuno paga: è un rialzo virtuale. Così il volume delle vendite aumenta ancora.

La banca di Helga, rassicurata dal giro d’affari, le aumenta il fido. In fondo, dicono i risk manager, il fido è garantito da tutti i crediti che il bar vanta verso i clienti: il collaterale a garanzia.

Intanto l’Ufficio Investimenti & Alchimie Finanziarie della banca ha una pensata geniale. Prendono i crediti del bar di Helga e li usano come garanzia per emettere un’obbligazione nuova fiammante e collocarla sui mercati internazionali: gli Sbornia Bond.

I bond ottengono subito un rating di AA+ come quello della banca che li emette, e gli investitori non si accorgono che i titoli sono di fatto garantiti da debiti di ubriaconi disoccupati. Così, dato che rendono bene, tutti li comprano.

Conseguentemente il prezzo sale, quindi arrivano anche i gestori dei Fondi pensione a comprare, attirati dall’irresistibile combinazione di un bond con alto rating, che rende tanto e il cui prezzo sale sempre. E i portafogli, in giro per il mondo, si riempiono di Sbornia Bond.

Un giorno però, alla banca di Helga arriva un nuovo direttore che, visto che in giro c’è aria di crisi, tanto per non rischiare le riduce il fido e le chiede di rientrare per la parte in eccesso al nuovo limite.

A questo punto Helga, per trovare i soldi, comincia a chiedere ai clienti di pagare i loro debiti. Il che è ovviamente impossibile essendo loro dei disoccupati che si sono anche bevuti tutti i risparmi.

Helga non è quindi in grado di ripagare il fido e la banca le taglia i fondi.

Il bar fallisce e tutti gli impiegati si trovano per strada.

Lanciano, 8 e 9 Settembre 2012

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Venerdì 1 Settembre – Giovedì 7 Settembre 2012:

acabo de voltar da Lisboa, esperando para ir para Lanciano

Appena tornati da Lisbona, Clau ed io veniamo immediatamente ingoiati dall’ingranaggio impietoso della “quotidianità” e della “normalità”, ma anche se il corpo si trova – e con fatica – in certe…diciamo…situazioni, mente e spirito spaziano e, come sempre mi succede prima di un avvenimento importante sulla pittura, mi si accende una lampadina su cosa potrei preparare e dedicare al Carnet del Dono di Lanciano.

Spulcio il web imbeccato dai consigli telematici e “carnettati”  dell’amico Palmar, e trovo un po’ di filmati sia su Lanciano ed il suo patrimonio architettonico e culturale-artistico, sia sulla festa e la processione del Dono alla Madonna del Ponte.

Rimango subito colpito da 2 grandi prensenze che permeano Lanciano e il Dono: la musica in tutte le sue forme, ed un’aria di tradizione che prosegue nonostante l’amaro boccone della modernità.

Inizio allora a pensare a come potrei dipingere questo arazzo medioevale che vedrò sdinaparsi davanti ai miei occhi, e automaticamente opto per una Moleskine giapponese, che criticabile per la carta quanto si vuole, ma permette di ricreare una consecutio che con altri supporti è persa, ed inoltre posso giurare che quella carta se avvezzata bene e se si è ben avvezzi alle sue “giochesse”, permette effetti che mi piacciono molto.

La presenza della musica popolare, dei canti sacri, della grande devozione che viene espressa dal paese di Lanciano stesso con il suo bagaglio artistico e storico, nonchè dalla processione in questione, mi apre una visione del carnet che fra pochi giorni andrò a dipingere come uno spartito medioevale, come un mesale miniato…

Inizio così a dipingere il suo Incipit, un omaggio a chi considero il maestro indiscusso dei Carnet de Voyage: Stefano Faravelli.

Lanciano, il Dono - Carnet on Japanese Moleskine. Incipit with miniated capital L
Lanciano, il Dono - Carnet on Japanese Moleskine. Incipit with miniated capital L

Venerdì 8 Settembre 2012:

羞龙跟海鹰是到Lanciano来的。。。

Clau ed io arriviamo alla piccola e bellissima Lanciano nel pomeriggio di Venerdì, ed andiamo subito a posare macchina e borse allo splendido Agriturismo La Rosa dei Venti, dove aspettiamo Marco che ci raggiungerà non appena tornato dall’aeroporto di Pescara, dove recupererà la Sighanda!

Passeggiamo con Marco e Sighanda nel centro di Lanciano, e visitiamo subito l’emozionante Cattedrale al volo perchè praticamente in orario di chiusura, dunque liberi da impegni (ah bene!!!) ci sistemiamo sui gradini di una casa di fronte all’ingresso della chiesa di Via …, ed iniziamo a dipingere il nostro primo sketch in quel di Lanciano!


Il portone e la decorazione mi ricordano la chiesa di San Giovanni Battista a Riomaggiore, e rievocano in me quel momento splendido con Stefano Faravelli, quando ci trovammo a dipingere l’entrata laterale e le sue decorazioni a piedi scalzi nella piazzetta antistante, un momento che non dimenticherò mai,

San Giovanni Battista - Riomaggiore - Carnet de Voyage 2011
San Giovanni Battista - Riomaggiore - Carnet de Voyage 2011
Lanciano, Santa Maria Maggiore - Carnet de tous jours, 2012
Lanciano, Santa Maria Maggiore - Carnet de tous jours, 2012

così come l’acquazzone che il giorno prima ci beccò mentre salivamo al castello, una corsa in sandali sulle pietre della scalinata, un dejavù enorme sia di quel momento, sia di vite precedenti quando – e sono convinto – dovetti essere uno degli uomini dipinti nelle Ukiyo-e, e Stefano il mio maestro.

Riomaggiore - Ukiyo-e - Riomaggiore, Carnet de Voyage
Riomaggiore - Ukiyo-e - Riomaggiore, Carnet de Voyage

Le manovre di un motorino e del suo padrone per rientrare in casa sua, praticamente occupata da me, Claudia, Marco e Sighanda sui suoi scalini e sul suo perimetro…, la curiosità dei bimbi e la difficoltà di dipingere velocemente mi riportano ad una piacevole realtà, lontano dalla splendida quanto odiosa e caotica Firenze, dalla quotidianità che tutti mi invidiano, ma che non riesco proprio a preferire a questi piccoli brevi intensi momenti in cui mi sento senza nessun dubbio vivo, entità vivente esprimente.
La sera arriva veloce, e la cena buonissima la divoro!!! Mentre con Marco, Claudia e Sighanda discutiamo di pittura e di Carnet de Voyage…Dio mio!!! Quanto amo questo momento, quanto è bello vivere. Quanto è prezioso poter sedersi ad un tavolo e discutere di pittura e d’arte e poi!!! La nostra arte !!! E di pittori contemporanei vivneti con cui posso parlare…

Sabato 9 Settembre 2012:

“Há entre mim e o mundo uma névoa que impede que eu veja as coisas como verdadeiramente são – como são para os outros.”

早上 zaoshang – Mattina

Ci svegliamo abbastanza presto per poter arrivare nei luoghi dove si svolgerà la processione, dove le persone ed i rioni si stanno radunando con i loro carri decorati ed imbanditi con i propri prodotti, e così potremo iniziare a dipingere, fotografare e “respirare” il Dono prima che tutto si metta in moto.

Da qui in poi è il mio carnet e le foto che prendono parola 😀

Lanciano, il Dono - Carnet on Japanese Moleskine
Lanciano, il Dono - Carnet on Japanese Moleskine
Lanciano, il Dono - Carnet on Japanese Moleskine
Lanciano, il Dono - Carnet on Japanese Moleskine
Lanciano, il Dono - Carnet on Japanese Moleskine
Lanciano, il Dono - Carnet on Japanese Moleskine
Lanciano, il Dono - Carnet on Japanese Moleskine
Lanciano, il Dono - Carnet on Japanese Moleskine

 

下午 xiawu – pomeriggio

Il pomeriggio Marco ci porta a visitare ed ovviamente a dipingere uno dei suoi trabocchi; avevo dipinto un trabocco da una bellissima foto

Trabocco. Acquerello da foto (http://giornaledabruzzo.net/homegda/wp-content/uploads/2009/06/trabocchi_cala_lenta.jpg)
Trabocco. Acquerello da foto (http://giornaledabruzzo.net) Carnet des Tous Jours 2012

e adesso con Sighanda e Clau abbiamo l’occasione di dipingerlo dal vero: impresa ARDUA!!!

Trabocco, Carnet des Tous Jours 2012
Trabocco, Carnet des Tous Jours 2012

 

ahiahi – evening

Approdiamo la sera al Caffé Letterario Pickwick, un bellissimo circolo gestito da ragazzi come Clau e come me. Il circolo è diviso in un paio di grandi sale, ed è ricchissimo di libri: i miei occhi cadono immediatamente su un manuale di Skateboard preziosissimo – una vera bibbia!!! – e mentre lo afferro bramoso di scivolare con una tavola su qualcosa (saudade du surf du Portugal, saudade du Skate para Lisboa…) Clau torna dall’altra sala con in mano due copie di Surf Latino: è ufficiale!!! Noi sbaviamo!!! E chi cura la collezione di libri è un surfista!!!

Et voilà!!!

Conosciamo Rita 😀 che ha vissuto alle Hawaii, e che gestisce il bellissimo Pickwick. Queste sono le cose più belle della vita…, questi fili invisibili che sembrano unire le nostre vite in tessuti sempre più belli e sempre più ricchi.

Ad esempio…

Sarà successo quel che sarà successo, ma dall’Istituto di Wushu di Firenze io son uscito con l’incontro della persona più preziosa della mia vita: Claudia!

Da Clermont Ferrand sono uscito senza una lira, ma ho incontrato Palmar!

E da Lanciano ho incontrato un paese meraviglioso, ho incontrato la tradizione viva, ed un’amica: Rita!

3 ricchezze che né Monti né la Merkel mi posson toccare!!!

Nine dragons gonna twist in Mestre – Matite in Viaggio 2012

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The Scroll of the Nine Dragons - Carnet d'etudeThe Scroll of the Nine Dragons – Carnet d’etude

Last news I had from the friend Andrea Longhi was about my Carnet focused on the Scroll of the Nine Dragons, a Carnet of study consacrated to the masterpiece of 陈容 Chén Róng.

Here follow the presentation I’ve written for an eventual future edition of the Carnet.

 

The scroll of the nine dragons

The scroll of the nine dragons by 陈容 (traditional Chinese 陳容) Chén Róng (1210 – 1261) has to be considered as one of the most most important sample of Chinese scroll-painting and one of the masterpiece of Chinese art.
Since 1917 it is preserved at the Museum of Fine Arts, the scroll is perfectly preserved, and is painted ink on paper with some touches of deep-red pale ink.

The composition is completely overlooked by the glorious figures of the nine dragons, twisting and winding among clouds and waves. At the beginning of the scroll a dragon appears over a waterfall, a part of his body is hidden by smoky mist. The dragon size the hill by its sharp claws, facing ahead he seems chasing another dragon which it’s just throwing himself among clouds and mist, swiping the air with his tail.

The third dragon is depicted with his face in full view, is climbing over a hill.

Coming from left, the fourth dragon has just sized a pearl, is coming out from the water, provoking turbulent waves and twisting clouds.

Beside appear two other older dragons, one with horns extremely tined and the other with hoary head; they are chasing each other in a circle movement.

Most part of the seventh dragon’s body is dipped into the wiping waves.
Finally the eighth and nineth dragons appear facing each other. The former seems to leaping toward the latter two, while stepping his body on a rock-hill, while turning back the head looking for his encroacher.

Thanks to such balanced composition, the dynamic action of the dragons is taken to an end, as this masterpiece reach a pacific and quite resolution. The brushwork suggest to the viewer the idea of a dramatic beauty and a rhythmic movement on an universal scale.

Two inscriptions of the author and other sixteen calligraphies by an emperor, officials, scholars and Taoist priest are added to the panting, moreover there are many seal-stamps belonging both to the author of inscriptions and to collectors. In this copy such seals are replaced by the author’s seal-stamps, while the original are afterwards classified and studied.

Of the two inscriptions by Chen Rong, the shorter is a memorandum written at the beginning of the painting and chronologically after the scroll-painting was finished:

“The Picture of Nine Dragons was painted in the spring of Chia-ch’en (corresponding to the year 1244) . This scroll has come back into the possession of my son-in-law Hsien Li. Does not a divinely inspired thing surely find its allotted place? “

The longer inscription, in verses, is contemporary to the brushwork, and it’s made by some legends focused on dragons:

“ A real dragon stole a glance at the engraving at Ch’u;
In Chin-ling, two dragons flew away when the pupil of the eye was added.
When Chu-liang had already become an immortal, Chang followed him;
How ashamed was Liu Tung-weih when laughed at by the dragon couple!
The eight scrolls of Wu dragons were not worth hanging.
When drunk I spit the painting from within.
And the waves of Lung-men (the Dragon Gate) , or of San-hsiak (the Three Gorges) are like mountains,
Sending great roars from the depths into heaven.
The flying dragon appears from the gorge and flies toward the river of spring;
The force of Chiu-ho (the Nine Rivers) does not subdue him.
A dragon is like a Ch’ih-mum (Red-leaf) on the Tien-cheihn (Pond of Heaven) ;
The fungus aroused the land of mist and cloud.
Again, the goddess Ch’i-n has been punished by Chün-t’ien (the Lord of Heaven) ;
Lei-kung (the God of Thunder) struck mountains, and heaven and earth were black.
The glistening jade dragon rubbed scales against inaccessible cliffs;
(Dragon-like) big newt, he seems to avoid the visitor from Yang-ling.
The golden snake (lightning) flashed when the dragon awoke from his snoring;
His sharp-rising horns became Hai-men (the Gate of the Sea) .
His grinding teeth and sharp talons grasped the bright moon;
The dance of Tien-wu (the God of Sea) shook the base of heaven.
Over the thunderheads, the dragon taught his sons to make lightning;
The oldest dragon was in the fifth picture.
Two dragons relieved the people during the year of drought;
In the night the horse’s mane turned over the Tien-p’iao (the Ladle of Heaven) .
The warm waves of peach blossom time had reached the third level (of the Mount Kcun-lun) ;
Who dares to climb Yü-men, the most hazardous place?
Blue whiskers and deep red beards grew when fire was burning off their tails;
Thunder of the tenth month followed them as they fled upwards.
The Marquis of Shu slept peacefully in Nan-yang Wu-(hsiang) ;
All the figures were painted as strange and old.
They saved their superhuman strength waiting for the future;
In the world the people prayed for the heavy rain.
So-weng (Chén Róng) painted the picture of nine dragons.
His wonderful brushwork was unequalled in this world.
Looking from afar, cloud and water were like flying movement;
So that one feels it was done by the hand of a god.
Lung-kung from Hsüan-ch’eng had nine sons;
All of them entered the old man’s picture.
Who will paint two cows for me?
Do not put the golden bridle on one of them.
The colophon of the Picture of Nine Deer was written by Fu-weng; and the Picture of Nine Horses was praised by P’o-lao. Nevertheless, So-weng’s dragons are neither like deer nor horses. How could I dare to follow in the footsteps of Master Su and Master Huang ?
I simply put this down to record the year and the month.”

As according to Chinese custom about some addiction into original scroll-painting, an additional length of paper was inserted; it could be hypothesized that the painter, the owner or simply the critic evidently felt free about a certain freedom to the possibility of writing and signing by their seals-stamps directly on the painting or on any other part of the scroll.
Usually such addictions have some documentary value, as for instance they could be used to evince the relative merit, or even the authenticity of the masterpiece. The scroll is thus accompanied by six praises prayed by people of XIV century, mostly Taoist.

1. Written by Tung Ssŭ-hsüeh, contemporary to the artist. His original name was Tung Ssŭ kuo, from Chekiang province. After the destruction of Sung dynasty he converted and became Taoist monk. The eulogy was written in 1306:

“ In the year of hsin-yu (corresponding to the year 1261) , So-weng painted the Picture of a Pair of Swords for Han Hsinal of Tung shan at twilight, in the Garden of Nine
Streaked Pines; it was excellently done. In the tenth year of Ta Te (corresponding to the year 1306) I saw this scroll during a banquet at Yü-t’ien. Its brush work yields nothing
to the painting given to Han (Hsin). Written by the Mountain Man of Lao-chün, Tung Ssŭ-hsüeh.”

2. Composed by Chang Ssŭ-ch’eng, progeny of Chang Tao-ling (34 – 156 d. C.), author of painting of dragons and calligrapher, during XIV century he had become a chief Taoist priest. Eulogy is dated to 1331 year and is written in verse:

“ Hsüan-yün (Music) and Fo-mo (Painting) are called Tien-fen (the Winds of Heaven).
Thunderhead and lightning bolt drive away Lei-kung (the God of Thunder).
Yü-ssŭ (the Genius of the Rain) is busy;
Yüan-ch’i (Constitution of the Universe) is dripping.
Who would be the hero when the universe be comes transformed?
The strange lightning shines when two dragons exert their strength.
They are twisting and turning toward the west?out beyond the heavens.
Mountain rocks are destroyed when one of the dragons awakes.
The sound of his rubbing against rocks conceals the thunder.
One of the dragons does not struggle, but the others rush on.
They look for the Sui pearl and spring up on the bright moon.
The hoariest dragon is the one in the middle.
He enjoys himself leading his sons around in a circle.
One dragon comes out of the water showing his horns.
White waves, like mountains, reflect the sky.
One of the dragons flies up to the great emptiness.
Tien-p’iao (the Ladle of Heaven) has overturned to relieve the dried-up land.
The last dragon is at leisure,
Turning back his head as though he wished to return to dive into the deep sea.
Different styles have been shown by their gamboling and turning around.
Oh, he is not a dragon, how could he know the dragons so completely!
After (Liu) Tung-wei and (Chang) Seng yu had passed away,
The relations with the spirits of a thousand years have been continued by So-weng.
In appraising dragons one should not judge by details (scale and bristle).
The wonder should depend on the spirit.
The transmutations of Chiu-yang should be understood thoroughly.
How could people store them in a box?
I worry that thunder be followed by darkness.
One day they would disappear into the vast emptiness.
Written by Tien-shih (Grand Master) Tai yüan-tzŭ (the Elder Son of Heaven)
second year of Chih-Shun (corresponding to the year 1331), the first month of spring.”

3. Written by Wu Ch’üan-chieh (1269 – 13509, a powerful Taoist priest, active at the beginning of the XIV century; he was born in the district of An-jien, Jao-chou prefecture of the province of Kiangsi. The praise has not any date.

“Sky falling in thunder and rain;
Ink spilled like fire and lightning.
When the time came for untied clothes and (ink) to be spread far and wide,
The spirit had to listen to whatever he said.
Wind and cloud are made by falling snow;
In the twinkling of an eye, he flies away for a thousand Li
Ch’ien-yüan was assisted by Yung-chiu,
As the dragon studied with Lao-tzu.
Written by Hsien-hsien-tao-jen (Leisure Taoist) Wu Ch’üan-chieh.”

4. Composed by Ou-yang Yüan (1273 – 1357), Yüan dynasty scholar and official, active into the College of Han Lin, specialized in preparation of official state documents. He was dignified as Duke and canonized as Wen. His eulogy is in verse:

“Ch’ien, Yang and Liu-yao;
only Yang was solid;
The name, Six Dragons, resembled the dragon nature.
The connection between Ch’ien and Yung-chiu had been transformed by the god’s strength;
That is how in later years the Nine Dragons name appeared.
Ma-shih of Southern Lake followed this transformation;
His body, like a column, became tied by the eight dragons.
What grand and magnificent brushwork is here!
The Hall of Thunder and Wind are painted again.
(Signed) Ou-yang Yuan.”

5. Written by Chang Chu (1287 – 1368), scholar and official, author of the chronicles of Liao, Chin and Sung dynasties. As chin-shih into the Han Lin College he was holder of other high officials. As he achieved high distinctions by his poetry, he had written on this scroll a long poem in verse:

“ The Picture of Nine Dragons was shown to me by an immortal;
I understood that it belongs to the Lei-t’ien t’ang (the Hall of Thunder and Lightning) .
The Po-sang-chien paper is thirty ch’ih long;
Each dragon painted as strange and tortuous.
They turn about over gorges and broken cliffs;
The deep sea has been swallowed by the rest less waves.
They seize the Li pearl and struggle to reflect its splendor;
They stir up waterspouts when they weave in and out.
One flies to the moon (together) with his son,
With a hanging head returning to Pan-yu Cave.
Such grand brushwork, the transmutations endless;
Never before have the true bones (appearances) been realized.
Few people understand what I have seen in my lifetime;
I would not dare to be careless, because this painting is related to the spirit.
Ch’?n Jung knew how to control the dragon, even if he was not an immortal;
Who would be able to hide them in their baskets?
For the thunder would come through the walls
To tread with the bright sun and fly away with the wind.
When Kao Tang’s book was opened, hundreds of monsters escaped;
After looking carefully, mist and rain are felt.
Seng-yu did not like Tung Yü
In the late years no one could be compared with him.
At the beginning, he made rain to cover Chiu t’u
Oh, how grand a sense of duty he had!
This spirit is just what men should have in their work;
When (the dragon spirit) appears it sweeps away stupidity.
How can people constantly play with colors;
And waste away their energy painting grasses and insects?
Signed) Chin-ning (Yunnan province), Chang Chu.”

6. Written by Wang Po-i, born in Chiang-ning in the province of Kiangsu, active during the last part of the XIV century. Inscription was made at the end of 1380 year:

“ Originally the dragon was a spiritual thing,his body was pure Yang so his transmutations were limitless. The painter had to use the meaning of Ch’ien-yüan yung-chiu and the highest point of Yang to form a spiritual thing to frighten living beings. Because of the appearance and disappearance of his transformations, no one dared to steal a glance when the flying dragons were in the sky. What a
wonderful manner was used for these true spirits! That is out of the imagination. Don’t let them break through the wall and escape into the water; it does happen sometimes.
Po-i saw this scroll in the tenth moon of the year Keng-shen of Hung-Wu (corresponding to the year 1380). (Signed) Chiang-ning (Kiangsu province), Wang Po-i.”

Such six prayers, together with the two autograph calligraphy of the artist, also evince the conception of the Chinese dragon as a symbolic, glorious image, genius of force and a divinity. Moreover, in China, the dragon is a benevolent animal, not connected with bad or obscure powers. It is linked to fertility and rain, the genius of water, especially invoked during times of drought or flood. Moreover, because of its life-giving powers and benefits, it was directly linked to the good-administration activities, thus the figure of the dragon was directly elevated to symbolize imperial dignity.

Thought for our culture the dragon is considered as a purely emblematic manifestation as a product of fantasy, according to Chinese traditional culture it was absolutely considered as a real and natural being.

According to Erh-ya-yi, written by Lo Yüan (1136 – 1184), the dragon is the king of all the animals. He also quoted about Wang Fu description of the dragon as a being which have other nine animals semblances:
“the head like a camel (extended), horns like a deer (long), eyes like a hare (protruding), ears like a cow, neck like a snake, belly like a sea-serpent, scales like a carp, claws like a hawk, and feet like a tiger. It has eighty-one scales on its back, nine times nine, the largest positive (Yang) odd-numbered digit; it makes a noise like the rattle of a copper tray; it has a mustache and whiskers; it has a pearl under its chin; below the neck it has a reversed set of scales; on the head it has a protuberance called Po-shan or Ch’ih-mu; without this knob it cannot ascend the heavens. Its out-breathings form clouds which change into either water or fire.”

For many centuries, there have been reports and records which tell us that the dragon is a mythological animal, a symbolic figure and a metaphysical concept. In Chinese Art the dragon could be considered as one of the most important motif, a mystic, fantastic being, inspiration and cause of marvel and awe-fear, swift like the lighting and strong as the storm-wind. Appearing among clouds and mists, the dragon is visible just to the keen-eyed and enlightened minds opened to the widest spiritual forces of nature.

Along the top of the painting there are two inscriptions written by the Emperor Ch’ien Lung (1711 – 1799), the fourth emperor of the Ch’ing dynasty, and according to his words is possible to date the calligraphy to the year 1767:
“In the later spring of ting-hai, I, the emperor, ordered Chin T’ing-piao (ca. 1767, a court painter) to make a copy of this scroll. The spirit was more or less like the original. So I had to write at the beginning and at the end.”

Moreover, at the end of the brushwork, there are eight verses composed by an high official of the Ch’ien Long court, as he adapted in verse the inscription of his emperor, and he sealed his inscription by his seal-stamp at the end of the verses.

Yin Chi-shan (1697 – 1771) , a member of the Manchu Bordered Yellow Banner. He became a chin-shih in the year 1723 and was made a Grand Secretary in 1764. The emperor praised him not only as an able administrator but as one who was kind and broad-minded;

Liu T’ung-hsün (1700 – 1773), a native of Chu-ch’eng of Shantung province. He served twice as Chancellor of the Han Lin College and also served as Director General of both the State Historiographer’s Office and the commission to compile the catalog of the Imperial Library;

Yü Ming-chung (1714 – 1780), native of Chin-t’an in the province of Kiangsu. When he was twenty-four, he became a chin-shih with highest honors, and was made a first class compiler of the Han Lin College. He was constantly with the emperor on tour or in the capital, and many important policies of the middle Ch’ien Lung period were decided by the emperor in accordance with his advice;

Tung Pang-ta 1699 – 1769), a native of Fu-yang in the province of Chekiang. In 1747 he was appointed sub-chancellor to the Grand Secretary and later, among other positions, he was made the President of the Board of Ceremonies. As a painter he won high recognition;

Ch’iu Yüeh-hsiu (1712 – 1773), native of Hsin-chien in the province of Kiangsi. He became a chin-shih in 1739. His principal activity was the superintending of flood control in eastern Honan, western Shantung and northern Anhwei provinces;

Wang Chi-hua (1720 – 1776), a native of Ch’ien-t’ang, province of Chekiang. He became chin-shih in 1745 and later was made a Minister of Revenue, and a Chief Director General of both the State Historiographer’s Office and of
the commission to compile the catalog of the Imperial Library;

Ch’ien Wei Ch’eng (1720 – 1772), a native of Wu-chin of the province of Kiangsu. He became Chin-shih in 1745 with highest honors and then was appointed a Han Lin compiler of the first class. He was a master both of calligraphy and
painting;

Ch’en Hsiao-yung (1715 – 1779), notable critic and calligrapher. He served at Ch’ien Lung’s court and participated in the compilation of the Hsi-ch’ing ku-chien an illustrated and annotated catalog of 1,529 bronze utensils, and other objects of antiquity, preserved in the
Imperial Palaces.

We have very few information about the life of Cheng Rong. He’s registered in the work compiled in 1580 by Hsü P’u entitled “ Min-hua-chi” as disciple of Kung-ch’u Master, born in Ch’ang-lo (today Min-hou district, province of Fukien). He had passed the chin-shih exam in the second year of Tuan P’ing ( 1235 ), thus he entered in the government with a rule into the Department of Education; later he became Prefect of the district of P’u-tian in the province of Fukien. He gained a very high individual reputation for his integrity and for his abilities as scholar and painter, specialized in paintings of dragons.

His brush-works dedicated to dragons seems to represent the transformation of their spirits. He painted clouds among which the dragons flying adopting the so-called spilled ink
style and splashed ink over the area of mist and breaking waves apparently by snapping the brush so that ink-spots scattered on the paper. When he was drunk, he shouted aloud, took off his cap, dipped it into ink and then aimlessly smeared and rubbed with it, making a rough picture which he afterwards completed with the brush. Sometimes the whole figure of the dragon was shown, sometimes only a leg or a head. The dimly defined shapes were beyond description, almost inconceivable, yet truly divine and mysterious.

When he painted pine and bamboo, he adapted Liu Ch’eng-hsüan’s (Liu Kung-ch’üan, 778 – 865, an official and calligrapher of the Tang dynasty) Iron Hook Manner (brush-strokes like iron hooks). His paintings were regarded as masterpieces in the days of the reign dated Pao Yu (1253 – 1258). Toward old age, his brush manner became more and more simplified, concentrated and wonderful. His paintings which have touches of deep red color are comparable to Tung Yü’s work.

Moreover we know that Chén Róng’s famed dragon paintings were regarded as masterpieces even in his own day. We also know that his technique in the art of painting is somehow different from most of his contemporaries. If we examine this scroll carefully, we will be able to find some traces made by the impression of cloth appearing throughout the picture (mostly along the edge of the dragon figures and the clouds).
Evidently, Chén Róng used cloth as one of his instruments for pictorial representation. When he painted he made a rough sketch with some kind of cloth, or even with his own cap. Then he completed the picture with brush and dark ink
in strongly defined wrinkles for figures, clouds, water and rocks, which gives the picture its distinctive quality, modeling and texture.

The picture also shows that the master’s brush-work has a combination of rhythmic beauty and powerful strength. The motifs which appear in his picture, such as dragons, rocks, and waves, suggest a sense of life-motion.
The style-analysis of the artist’s brush-strokes evinces different type and techniques: among rocks and cliffs, the Small-axe Wrinkles or Hsiao-fu-p’i ts’un have been employed by the artist. The effect of these strokes is of faulted angular rocks. This type of ragged stroke is only produced when the brush is dragged sideways. On the chins of these dragons is found a type of sharp-headed dot or short-pointed strokes that we may call Sharp-headed Dots or Chien-fou tien also Nail Wrinkles or Ting ts’un, which are made by the tip of the brush. They can be produced by a broken or old, worn brush. The effect suggests an irregular texture suitable for the appearance of a dragon.

Among the figures also appears brushstrokes made by the dragging of an oblique-hold brush-tip, while the exit of the brushstroke is made by the side of the brush, a style named Che-tai ts’un, as especially refined and delicate are the brushstrokes which depicted the head of the hoary-dragon, within is clear the sense of variation and continuity of the movement.
The same style is adopted also in painting vortexes and waves, produced by the movement of the dragons; here ink is directly sprinkled on paper, expressing the foam of the wiping-out waves, phase of painting executed at the end of the brush-work.

According to Chen Rong words, this painting was in the hands of his son-in-law Hsien Li; unfortunately we know nothing about this possessor. According to Hsien-chi Tseng (1957) it could be supposed that, for some reason this painting passed into the possession of Taoist priests during the fourteenth century. For the names connected with the painting during this period are all, not unknown, Taoist figures. During the seventeenth
century, it became the possession of Keng Chao-chung (1644-1686), a member of the Chinese Plain Yellow Banner, who married a daughter of the prince of the imperial family of the Ch’ing dynasty. He was a notable collector of the early Ch’ing era. During the second-half of the eighteenth century, this painting was presented to the Emperor Ch’ien Lung, and he passed it on to his son Yung-yen (1760-1820), who became the fifth emperor of the Ch’ing dynasty in the year 1796, under the reign-title Chia Cheing. Before the scroll came into the possession of the Museum, it was in the collection of I-hsin (1833-1895), the first prince Kung, who was the sixth son of the Emperor Hsiian Tsung (1782-1850).

Below are studied and listed the original seals, as appearing in the following plate and according to their chronological order. The seals of the author of the copy is finally listed in the order they appear both in his painting and in the dedicated plate.

Original seal-stamps

Original Seal-stamps - 1Original Seal-stamps – 1

 

A. Chén Róng
1. So-weng: one of the given name of Chen Rong

B. Chang Ssu-ch’eng
2. San-shih-chiu-tai t’ien-shih: 39° generation of the Great Master
3. T’ai-hsüan-tzŭ: the elder son of the heaven.

C. Wu Ch’üan-chieh
4. Ch’üan-chieh
5. Chih-shih-yen: the words for a peaceful era.
6. Ho-hsi wu-tzŭ: one of the given name of Wu Ch’üan-chieh
7. Jao-kuo-shih-chia: an old and honorable family of Jiao-kuo.

D. Ou-yang Yüan
8. Kuei-chai shu-yin: one of the given name of Ou-yang Yüan

E. Chang Chu
9. T’ing-feng-yü chai: a Studio for Listening to wind and rain
10. Hsian-ling chang-shih: Chang family of Hsian-ling

F. Wang Po-i
11. Po-i
12. Ch’ien-ch’ing k’an-k’un wu-li: one of the seal of Wang Po-i

G. Keng Chao-chung
13. Tu-wei keng-hsin-kung shu-hua chih chang: seal for calligraphies and paintings of Tu-wei Keng Hsin-kung’s possession. Tu-wei is a title of sixth and seventh orders of nobility of the Ch’ing era. Keng Chao-chung, a notable collector and official of the early Ch’ing dynasty.
14. Hsin-kung chen-pi: very valuable article of Hsin-kung. Hsin-kung is one of Keng Chao-chung’s names.
15. P’o-hai-chu-jen chen-ts’ang (repeated 4 times): a precious possession of Master P’o-hai. P’o-hai is one of the name of Chao-chung.

E. Emperor Ch’ien Lung
16. Ch’ien-lung yü-lan chih-pao: a precious thing for His Majesty Ch’ien Lung’s inscription.
The seal often appears among paintings and specimens of calligraphy of the Imperial collection..
17. Wu-fu wu-tai t’ang ku-hsi t’ien-tzŭ pao: an emperor is seldom like antiquity and has a hall of five blessings and five generations.
18. T’ai-shang huang-ti chih-pao: a precious thing of the Super Emperor.
19. San-hsi-t’ang ching-chien hsi: an Imperial signet of essential inspection at the Hall of Three Rarities.
20. Shih-ch’ü pao-chi: a treasury book case of the Library of Stony Gutter. The name of one of two well-known catalogs of paintings and calligraphies which were preserved in the various halls of the Emperor Ch’ien Lung’s palace. The catalog, a work of 44 chüan, was commissioned in 1744, completed in 1745, and first printed in 1918.

 

Original Seal-stamps - 2Original Seal-stamps – 2

 

21. Pa-cheng-mao-nien chih-pao: precious thing of an old man who has eight evidences to remember.” Pa-cheng or Eight Evidences are Ku (reason) ; Wei (to be) ; Te (to obtain) ; Sang (to lose) ; Ai (to pity) ; Lo (joy) ; Sheng (living) ; Szu (death). The term is originally from Lieh-tzu, Chou-mu wang. The seal was made between the years 1796 and 1799.
22. I-tzu-sun: it is right that my posterity.
23. Ku-hsi t’ien-tzŭ: an emperor whose like was seldom seen since antiquity.
24. Shih-ch’ü chi-chien: second inspection by the Library of Stony Gutter. After Shih-chü pao-chi, two supplementary catalogs were written. The first supplement is entitled Shih-ch’ü pao-chi, a work of 88 chüan ordered to be compiled in 1793, but never published. The second supplement (san-pien) of 108 chüan in 1817 also has never been published.
25. Ch’ien-lung chien sang: enjoyed and appreciated by Ch’ien Lung.
26. Yü-shu-fang chien-ts’ang pao: an inspected and possessed precious thing of the Imperial library.
27. Ch’ien: Heaven. The first character of Diagrams (bagua), means, Heaven; a circle; a ruler; a father; jade, etc., also it represents what is great and originating, penetrating, advantageous, correct and firm. The first character of Hung li’s (the emperor) reign-title.
28. Lung: The character represents prosperous, generous and magnify. The second character of Hung-li’s (the emperor) reign-title.

I. Emperor Chia Ch’ing
29. Chia-ch’ing yü-lan chih-pao: a precious thing for His Majesty Chia Ch’ing’s inspection.

J. Yin Chi-shan
30. Yung-ko Sheng-shih: singing songs for the prosperous era.
31. Ch’en yin chi-shan: Your servant, Yin Chi-shan. The seal used only for addressing the throne.

K. Liu T’ung-hsün
32. Hsün: the second character of Liu T’ung-hsün’s given name.
33. T’ung: the first character of Liu T’ung-hsün’s family name.

L. Yü Ming-chung
34. Ch’en yü ming-chung: your servant, Yü Min-chung. The seal used only for addressing the throne.
35. Hua-hsuen kuei-hsin

M. Tung Pang-ta
36. Ch’en Pang-ta yin: Your servant, seal [of ] Pang-ta. The seal used only for addressing the throne.
37. Jan-han: Imbued with brush-tip

N. Ch’iu Yüeh-hsiu
38. Ch’en ch’iu yüeh-hsiu: You servant Ch’iu Yüeh-hsiu. Used for addressing the throne.
39. Ching-shu: inscribed with respect.

O. Wang Chi-hua
40. Ch’en: your servant. Formerly used by civil officials of themselves at the beginning of their given names when addressing the throne.
41. Chi-hua: the name of Wang Chi-hua.

P. Ch’ien Wei-ch’eng
42. Ch’en ch’ien-wei-ch’eng: Your servant, Ch’ien Wei-ch’eng. Used for addressing the throne.
43. Jan-han

Q. Ch’en Hsiao-yung
44. Ch’en Hsiao-yung: Your servant Hsiao-yung
45. Ching-shu: inscribed with respect.

R. I-shin, the Prince Kung
46. Kung ch’ing-wang chang: seal of the first prince Kung.

Author’s seal-stamps

Xiulong Seal-stamps - 1Xiulong Seal-stamps – 1

S. Xiu Long, author’s Chinese name
47. Xiu Long: the name written in Jiaguwen, engraved by Nicola Picchioli, November of 2006
48. Xiu Long: the Chinese name of the author written in Bronze ideograms, engraved by Nicola Picchioli, November of 2006
49. Xiu Long: the name in traditional regular ideograms, engraved in Lijiang by unknown artisan, August of 2009
50. Xiu Long: the name, written in Hanyin style, engraved in Shanghai by unknown artisan, July of 2009. The decoration I’ve taken from an imperial seal-stamps watched in Shanghai Art Muesum.

Matite in Viaggio 2012, Mestre

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Matite in Viaggio 2012, MestreHo avuto l’onore di essere accettato per la partecipazione alla mostra di Carnet di Viaggio che si terrà al Centro Culturale Candiani di Mestre, dal 05-10-2012  al  21-10-2012.

Personalmente sarò a Mestre dall’inaugurazione della mostra fino alla Domenica, per poi far ritorno a Firenze e lasciare al centro Candiani i miei carnet selezionati.

Vorrei ringraziare infinitamente Andrea Longhi per il grande aiuto che mi ha dato, e tutti gli amici del Associazione Culturale Matite in Viaggio per avermi concesso questa esperienza che sarà sicuramente bella e stimolante, per il supporto e l’infinita pazienza.

Presenterò alla mostra 4 carnets, tutti realizzati su Moleskine Giapponese.

Due Carnets sono dedicati a Lijiang, più precisamente uno è il Carnet de Voyage sulla città di Lijiang visitata nel 2005, provenendo da Dali; sull’altro Carnet mi sono invece concentrato sulla regione di Lijiang ed il monte Yu Long Xue Shan ai cui piedi si trova Lijiang; considero questo secondo carnet molto importante perchè nelle tavole finali ho dipinto il villaggio di Yu Shui Zhai (il Villaggio dell’acqua di giada) documentando la vecchia porta di ingresso al villaggio che ho appreso esser stata abbattuta e sostituita da un altro ingresso.

Lijiang, Japanese Moleskine - Carnet I
Lijiang, Japanese Moleskine - Carnet I

Questi due Carnet sono i miei “pezzi storici” assieme al Carnet su Pechino (Moleskine acquerello), che ho presentato assieme a “Rotolo dei 9 Draghi” lo scorso Novembre al Rendez Vous di Clermont Ferrand, a cui a questo giro, purtroppo, non parteciperò perchè non sono stato selezionato…; c’est la vie!!!

Lijiang, Japanese Moleskine - Carnet II
Lijiang, Japanese Moleskine - Carnet II

Altro Carnet a cui sono legatissimo è il primo dedicato alle Cinque Terre, su Riomaggiore, iniziato e praticamente completato nella settimana splendida ed enormemente importante per me come carnettista con Stefano Faravelli.

Le Cinque Terre - Carnet I. Riomaggiore
Le Cinque Terre - Carnet I. Riomaggiore

Infine, ultimo carnet in mostra è il primo di quelli dedicati ai muesi navali europei, in questo caso il Museo Navale di Barcellona, visitato nell’estate del 2009.

Fragmento do Mar - Carnet I: Museo Navale di Barcellona
Fragmento do Mar - Carnet I: Museo Navale di Barcellona

Tenterò di postare sviluppi, pensieri ed impressioni direttamente da Mestre nei 3 giorni in cui sarò alla mostra.

羞龍

Allenamento tipico al Wushu in Cina ed in Occidente

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羞龍武术語录 – Discorsi sul Wushu del Drago Timido >

Mi accingo nuovamente alla traduzione di un articolo dell’amico Mark Moran, traduzione che faccio per gustare e comprendere il più possibile il suo lavoro eccezionale, e per mettere a disposizione in Italiano una fonte preziosa per quanti desiderino osservare in modo critico ed analitico la situazione del Wushu in Italia.

E’ mia opinione che la situazione del Wushu italiano – per la mia limitata e circoscritta esperienza – sia perfettamente specchio della  situazione generale del mio paese (sempre parlando della mia limitata e circoscritta esperienza) dunque un qualcosa che – ribadisco:  personalmente parlando!!! – desidererei profondamente cambiare in modo radicale, direi profondo e radicale.

Rimanendo però a tema, e cioè nel contesto dell’allenamento tipico degli atleti in Cina – che Mark descrive – il modello generale che Mark  ha ottimamente e fedelmente riassunto coincide al 100% con quanto ho visto e vissuto a Pechino ed in Cina, parlando di allenamenti SPECIFICI di atleti cinesi campioni nazionali, e non di allenamenti di gruppi di occidentali in strutture sportive in Cina, anche nelle medesime strutture sportive di prim’ordine quali Shichahai di Pechino.

L’individuazione delle parti che definirei settoriali dell’allenamento è un contributo essenziale, ancora più prezioso grazie anche alle  indicazioni temporali per ciascun blocco settoriale: appare chiaro come sedute di allenamento non organizzate, non specializzate, inferiori ad un certo tetto di tempo siano incompatibili con un progetto concreto di sviluppo del Wushu contemporaneo sportivo.

Allenamento tipico al Wushu in Cina ed in Occidente

Mia libera traduzione dal blogs di Mark Moran “ Typical Wushu Training in China and the West

Non insisterò sulla mia incompetenza di fronte ai testi che ho da commentare. […] Vi prego però di essere estremamente indulgenti nei miei riguardi. Emmanuel Lévinas, 1977 “Du Sacré au Saint – Cinq nouvelles lectures talmudiques”

Per molte persone, quando vi siete allenati soltanto in una scuola per la maggior parte della vostra vita di Wushu, iniziate a immaginare come sia la vita dall’altro lato del proverbiale tappero. Le altre scuole si allenano come voi? Che cosa fanno durante le loro classi (lezioni) ? Focalizzano maggiormente sui fondamentali o sulle forme? E che cosa, a proposito degli esercizi di condizionamento?

Queste sono domande abbastanza normali e, anche se tu hai avuto l’esperienza di allenarti in altre poche scuole, sarai ancora curioso di sapere per che cosa passino gli altri atleti di Wushu (che cosa fanno, come lavorano). Questa curiosità è buona perchè è il segnale che siamo sempre alla ricerca di immaginare e sviluppare un sistema di allenamento ottimale per i nostri unici bisogni.

Ho pensato che probabilmente potesse essere di aiuto poter parlare un poco circa il tipco allenamento che è possibile vedere in occidente, e compararlo con il tipo di allenamento che trovi in Cina.

A dir la verità, essi non sono poi così tanto differenti. Dopo tutto la maggior parte degli insegnanti in occidente o provengono dalla Cina o sono direttamente influenzati da esperienza di allenamento in Cina, e dunque tendono a sviluppare le sedute di allenamento in modi molto simili.

in Italia non è assolutamente così. Nella mia personale esperienza ho visto che gli insegnanti tendono a fossilizzarsi su delle metodiche e sulle fonti – cinesi e non – forse perchè nemmeno spinti dalla curiosità di approfondire e/o sviluppare i propri metodi di allenamento, e di creare uno spazio dedicato all’agonismo inteso sia come sviluppo massimo del potenziale degli agonisti attualmente sul tappeto (quando il tappeto c’è…) sia come creazione di presupposti per selezionare da un ipotetico vivaio gli elementi meritevoli + predisposti + dotati, e intendo sia le qualità fisiche, sia la volontà di allenarsi in un certo modo

Comunque, trovo che ci sia ancora molta gente curiosa [di sapere] circa il regime di allenamento tipico o standard degli atleti in Cina, sia come estensione della precedentemente citata curiosità, sia anche perchè è carino sapere che cosa i “professionisti” stanno facendo così che possiamo rispecchiare il loro ambiente.

La maggior parte delle classi (intendo classe come lezione di un gruppo di praticanti) di cui ho fatto parte sono suddivise in 4 fasi principali, ed alcune di queste fasi comprendono al loro interno anche sotto-fasi. Esse sono la preparazione, fondamentali, fomre e condizionamento. Praticamente tutte le classi a cui ho partecipato, sia negli Stati Uniti che in China, seguono questo format con davvero piccole eccezioni. Ecco un po’ più di dettagli su ciascuna:

Preparazione

Ci sono 3 parti all’interno della fase preparatoria alla classe. Riscaldamento, Cardio e Stretching. Ognuna gioca una parte importante rendendo il tuo corpo pronto per i rigori del Wushu.

Riscaldamento

Tipicamente è quando facciamo ruotare le anche, la testa, sciogliamo le spalle, giriamo la vita, ecc… Praticamente lo scopo di ciò è riscaldare le giunture prima di iniziare a muoversi attorno. Spesse volte vi sarà anche dello stretching leggero, ma di solito niente più di qualche affondo o [molleggio] toccando con le dita. Appena qualche leggero rimbalzo per acquisire il proprio campo motorio.

Riscaldamento

La ragione per cui questo è importante è principalmente per la prevenzione degli infortuni. Migliore è il tuo riscaldamento, minore è la predisposizione ad infortunarti. Mi rendo conto che questo sia qualcosa che probabilmente avrai sentito spesso, e quando ero più giovane in qualche modo respingevo la sua importanza. Dopo tutto quando sei giovane puoi iniziare a correre senza troppa preparazione.

Ma credimi. Questa è una delle cose principali che puoi fare per prevenire l’infortunio. E se ancora non pensi che valga il tuo tempo, allora almeno prendi spunto dai professionisti. Zhao Qing Jian e Liu Qing Hua iniziano ogni loro allenamento con il riscaldamento delle articolazioni, dunque a meno che tu non pensi di esser in qualche modo migliore di loro o di aver carpito qualche segreto del Wushu che loro non hanno ancora scoperto, allora dovresti probabilmente farci attenzione.

Comparando l’occidente alla Cina, io trovo che questa sia una di quelle aree che non è consistentemente esercitata in occidente. Ho visto alcune classi in cui si parte immediatamente con la corsa non appena la lezione sia cominciata. Oppure si parta con i loro giochi di acchiapino ( lupo e agnello e questo tipo di giochi ) o palla avvelenata. Questo è un grosso errore, perchè questi giochi, con tutti i loro rapidissimi scatti in moto ed in arresto, non aspettano altro che qualcuno si giri un ginocchio o si distorga una caviglia.

In Cina il riscaldamento generalmente prende tra i 10 ed i 15 minuti, a seconda anche del tempo (inteso come clima, stagione). In inverno impiegano un po’ più di tempo. Con l’afa estiva non così tanto.

Cardio

Dopo aver riscaldato le articolazioni gli atleti generalmente iniziano un leggero trotto intorno alla sala, e con trotto veramente intendo che loro iniziano con una corsetta leggerissima.

Cardio

Questo non è perchè sono pigri. E’ perchè se se inizi immediatamente a correre velocemente, non concedi al tuo corpo il tempo per acclimatarsi ed incrementare sia la frequenza cardiaca che la respirazione. E’ necessario che tu scaldi il tuo motore come in una macchina. Partire a razzo non appena hai acceso il motore è un buon modo per rovinare l’albero di trasmissione della macchina. Lo stesso succede per il tuo corpo.

Dopo un paio di giri di corsetta leggera (forse 5 – 10 minuti), iniziano ad inserire altri elementi come skip a ginocchia alte, calciata, laterale, saltelli, ecc… Anche questo nell’ordine di riscaldare tutto il corpo e di sciogliere le articolazioni ed i muscoli. Dopo circa 10 minuti di questo generalmente concludono la parte cardio come qualche scatto attraverso la sala – tipo sui 5 di questi – e dunque concludono.

Come variante probabilmente vedrai gli atleti impegnati in un gioco dopo la corsetta leggera. Qualche gioco del tipo del dragone o qualche acchiapparello, o anche u gioco in cui si lancia un pezzo di gomma piuma e si grida il nome di chi dovrà prenderlo al volo. Giusto qualcosa per evitare che i ragazzini siano totalmente addormentati nell’eseguire lo stesso allenamento giorno dopo giorno.

In occidente questo è molto simile. L’unica vera differenza che ho notato è che qualche volta si vedono queste persone in occidente prendere il giochetto un po’ troppo seriamente. Lo scopo del gioco è di scaldarsi divertendosi. Non è uno sport da competizione. Se tu lo prendi come tale, allora stai perdendo l’obbiettivo dell’esercizio. Il mio consiglio: metti un attimino a riposo l’ego e semplicemente divertiti. Di sicuro, tu darai il meglio di te, ma questo non dovrebbe significare di comportarsi come se segnar punti nella palla avvelenata significasse davvero così tanto.

Il vero obiettivo di questa parte dell’allenamento è di farsi una sudata. Concentrati su questo ed andrai bene.

Stretching

E finalmente si arriva alla parte preferita da tutti – lo stretching. Questo è praticamente universale. Mi sono allenato con diversi team di professionisti in Cina e tutti fanno praticamente la stessa identica routine.

Stretching

Per prima cosa iniziano alle sbarre. Mani alle punte dei piedi ed allungamento, [poi] di fianco, spalle e braccia e qualche volta spaccate contro il muro.

Dunque, dopo circa 5 – 10 minuti di questo raggiungono il tappeto e lavorano su un allungamento più specifico. Spesso prendono qualche materassino o tappetino per poggiare la gamba anteriore per le spaccate. Molti di loro si concentrano sull’allungamento per superare la spaccata così che l’atterraggio in spaccata non sia così difficile.

La maggior parte degli atleti lavura intensamente il proprio stretching fino a questo livello, perchè è cruciale per raggiungere il pieno raggio di movimento [che sarà raggiunto] durante la fase successiva dell’allenamento. Ci mettono davvero tantissima concentrazione in questo, e anche tu dovresti. Eseguire semplicemente i movimenti per lo stretching non significa raggiungere nessun risultato.

In occidente ho notato esserci molto più stretching di gruppo che in Cina. Avrai classi in cui tutti si allungano insieme, contando ogni posizione in gruppo. La ragione principale per questo è che hai un sacco di persone a lezione che probabilmente non si è mai allungata prima. Specialmente se questi sono nuovi al Wushu. Col tempo, quando saranno arrivati ad un livello più avanzato probabilmente potranno essere lasciati ai loro esercizi, ma comunque [lo stretching di gruppo] costruisce un senso di cameratismo a lezione, quando cioè tutti fanno la stessa cosa insieme.

D’altra parte in Cina [gi atleti] vivono, lavorano, sudano e giocano insieme 24h al giorno 7 giorni su 7, e dunque non c’è bisogno disviluppare questo stretching di gruppo. Inoltre, tutti si sono allungati per anni, dunque una volta che un atleta si è lasciato le classi di ragazzini alle spalle, non ha veramente più voglia di far le cose in gruppo. A volte alla fine delle lezioni, ma non così spesso come in occidente. Lo stretching di gruppo è principalmente riservato per quei ragazzini che devono essere spinti e pigiati parecchio per ottenere mobilità.

Questa non è una visione carina, ma potremmo parlare del rigore dell’allenamento al Wushu nei bambini in Cina in un’altra occasione.

Tutte assieme la parte preparatoria delle classi dovrebbe prendere circa 30 – 45 minuti, dipende da alcune variabili. E questo dipende da quanto tempo sia necessario per fare davvero una bella sudata e per lavorare su un buon allungamento prima di concentrarsi sulle tecniche di Wushu.

Fondamentali

Dunque, adesso che gli atleti sono caldi, sudati ed allungati, è tempo di fondamentali. Io tendo a suddividere questa fase dell’allenamento in 3 parti: i fondamentali, le combinazioni e salti.

I fondamentali

So di ripetermi [cioè Mark usa lo stesso termine “fondamentali” per descrivere un superset ed un set dell’allenamento; adesso ci spiega]. Questa è la parte “fondamentale” della parte “dei fondamentali” dell’allenamento. Vedetela insieme a me.

Calci

Senza praticamente alcun dubbio si inizia con un lavoro di alcuni calci slanciati e posizioni leggere. Dopo alcune linee su e giù per il tappeto allora si inizia con delle serie tirate di calci base. Zhengti, Ceti, Waibai, Lihe, ecc… ecc… Tu sai com’è. A seconda dei giorni eseguono il tutto dalle 2 linee alle 4 linee per ciascuno, seguite da alcune varianti o relative combinazioni.

Se c’è tempo, vedrai spesso eseguire un lavoro di allenamento sulle posizioni dopo i calci fondamentali. Mabu-gongbu o cose del genere. Se sei fortunato anche in altre tecniche come fanyao, spazzate posteriori e frontali e a volte perfino wubuquan. 😉

Molte delle classi in occidente hanno la stessa sequenza di fondamentali. Vorrei dire che l’unica differenza qui è l’intensità. Negli USA tu assisterai a molte correzioni, aggiustamenti e spiegazioni da parte degli insegnanti mente gli atleti eseguono i fondamentali. La semplie ragione per questo è che, in Cina, queste sono manovre basilari. Gli atleti sono già veramente veramente molto buoni in tutte queste cose. Ma in occidente il nostro livello perfino nelle tecniche base può ancora godere di un sacco di aiuto, così tendiamo a concentrarsi su di questi un po’ di più e ad avere un po’ più di correzioni.

Ho notato che molta gente quando viene in Cina è scoraggiata sia perchè in Cina chiunque possiede dei fondamentali così buoni, sia perchè non riescono ad esser corretti così tanto come vorrebbero. Ad esser onesto, ci sono probabilmente alcune ragioni per cui questo accade. Per prima cosa, eri un po’ coccolato a casa col tuo insegnante. Questo tipo di cosa è il risultato del fatto che tu paghi per le lezioni, mentre in Cina gli atleti devono dimostrare di poter rimanere nella Wushu guan. Gli atleti in Cina lavorano per l’approvazione dell’insegnante, ma in occidente gli insegnanti lavorano per l’approvazione dei clienti. Questo piccolo cambiamento delle dinamiche fa si che tu a casa sia tenuto molto più per la mano.

Altra ragione è che probabimente [gli insegnanti] stiano semplicemente aspettando che tu aumenti la velocità e migliori fino al punto in cui le correzioni ovvie possano essere sostituite da aiuti più specifici. “Clacia più veloce” è un tipo di correzione ovvia. [Come] ovviamente tu sei più lento di qualsiasi altro. Dirti “clacia più veloce” è un modo per dirti “fai meglio”. Va da solo. Quando invece iniziano a concentrarsi sull’allineamento del corpo, o su dettagli più sottili, allora tu saprai che dall’imparare i fondamentali stai passando al padroneggiare qualche tecnica.

Senza dubbio, qui ho un po’ generalizzato, e questo non è davvero il contesto adatto alla discussione di questo particolare argomento, ma hai l’idea. Questo è tutto quello che riguarda i fondamentali. In occidente così come in Cina.

Dovrei aggiungere che un’altra differenza che ho notato tra i due è l’ammontare del tempo dedicato ai fondamentali. In Cina fanno fondamentali per un buon 25 – 30 minuti, ma in occidente spesso vedrai appena 15 minuti di fondamentali e dopo gli studenti avidamente passano diretti all’eccitazione dei salti. Di nuovo…ci sarà una ragione per cui i fondamentali degli atleti Cinesi sono così migliori di quelli degli occidentali. Ne fanno migliaia alla settimana. Quanti di noi possono dire la stessa cosa?

Combinazioni

Combos, diminuitivo per “combinazioni” sono davvero un’estensione dei fondamentali. Infatti, dai fondamentali alle combinazioni ai salti, spesso c’è appena una piccola transizione.

Combinazione di Nanquan

Di solito gli atleti inizieranno eseguendo specifiche combinazioni di movimenti provenienti dalle proprie forme. E quello che altrettanto sepsso vedrai è farlo anche durante la parte base dei fondamentali.

Per esempio, dopo il lihetui, probabilmente incorporeranno alcuni movimenti della propria forma che seguono il loro lihetui, questo per poter praticare avendo una transizione graduale.

Quello che significa è che a volte le parti di combinazioni e fondamentali sono fuse insieme. Questo non è inusuale e quindi non c’è bisogno di rimanere sorpreso se ti succede. Infatti è una cosa normale se ti stai preparando per una competizione.

Di nuovo, io ho notato che in Cina tendono a concentrasi veramente sulla dissezione dei loro movimenti. In occidente assisterai ad un po’ più di esitazione da parte degli stuendi essendo poco sicuri di se stessi e non veramente concentrando la loro intenzione sulle loro tecniche, mentre loro focalizzano la propria attenzione sul provare di non essere il centro dell’attenzione. Il mio consiglio è di provare meno a pensare a che cosa la gente pensi di te e prestar più attenzione su dove le tue spalle siano o non siano allineate come si deve, o le tue dita della mano stiano assieme come si dovrebbe supporre che debbano stare.

La cosa in cui definitivamente sarai colto nell’allenarti in Cina è la differenza che c’è tra “okay” e “good”, [cioè] quanto sei capace di focalizzare le tue energie nell’autocritica, l’auto-miglioramento e l’autoanalisi. Guarda un po’ più dentro e l’esterno apparirà un sacco migliore.

Salti

Sembra che questa sia la fase che molta gente favorisca. Salti! Whee! Dato lo stato delle mie ginocchia [ e delle mie!!! ] di solito sto a sedere durante questa parte dell’allenamento a favore di un lavoro più stanziale. Ma questo mi da comunque un buon punto di vantaggio osservando che cosa gli atleti fanno durante questa parte dell’allenamento.

Farfalla

Essenzialmente, c’è semplicemente una tonnellata di ripetizioni che prosegue. Salto dopo salto dopo salto, fino alla nausea. Di nuovo, è tutta questione di focalizzazione e concentrazione sui piccoli dettagli. Qui è dove un buon insegnante può esser vitale per operare quei piccoli ed incrementali miglioramenti che sono necessari. Ma il consiglio del coach da solo va poco lontano. Molto del miglioramento proviene dal solo mettersi sul tappeto e praticare ancora e ancora e ancora e ancora una volta.

Nel comparare questa parte dell’allenamento tra la Cina e l’occidente, ho notato che gli atleti in occidente traggono molto più piacere in questa fase della lezione di quanto quelli cinesi sembrino fare. Penso che parzialmente sia perchè gli atleti in Cina guardano a questa cosa come il loro lavoro. Loro stanno lavorando, e parte del loro lavoro consiste nel migliorare i salti – specialmente i propri nandu – dato che questo può fare o sfare la loro carriera.

Nandu

In occidente noi facciamo Wushu principalmente per divertimento, e quindi tendiamo a guardare alla parte della leezione dei salti come al momento in cui si è fighi facendo movimentio fighi. Dopo tutto, la ragione per cui molti di noi hanno iniziato il Wushu p per questa roba dei salti. (beh, io non così tanto, ma sono sicuro che alcuni di voi lo hanno fatto.) Sfortunatamente quando tu vedi la parte della lezione dei salti come la parte “divertente”, allora sei nella condizione in cui prenderai questa parte meno seriamente come metodologia per migliorare il tuo Wushu.

Di certo, se tu sei un vecchio avaro del Wushu come me, allora ti concentrerai molto presto sui calci, sulle posizioni e sulle combinazioni, visto che è questo quello che renderà tutto il tuo Wushu migliore, in opposizione ad un movimento di 3 secondi che potrà farti raggiungere o distruggere il tuo punteggio.

Forme

Dopo aver finito coi fondamentali, gli atleti spesso hanno un breve break per l’acqua (è giuto – questo è tipicamente il loro primo break per bere di tutta la lezione) e si preparano per qualsiasi delle loro forme si supponga che debbano lavorare quel giorno.

Molti allenatori hanno un programma affisso (oppure lo hanno comunicato agli atleti all’inizio della settimana) dunque gli atleti sanno che cosa si debba fare ogni singolo giorno. Tipicamente consiste in una serie di linee seguite da l’esecuzione di mezza forma o tutta la forma, a seconda di quanto vicina sia la competizione.

Pratica della forma

Non c’è molto da dire di questo. Sappiamo tutti che cosa significhi lavorare le linee, L’unica differenza tra la Cina e l’occidente è nel numero delle linee che fanno. Molte delle classi in cui sono stato negli USA ripetono solamente una o due linee prima che la lezione termini. In Cina spesso si ripetono 4 volte ogni sezione, seguite da 4 mezze forme e una o due firme complete.

Questo è anche principlamente dovuto ad una questione di tempo. Le classi in occidente sono di solito più brevi di quelle della controparte cinese. Quando tu hai dalle 2,5 alle 3 ore di allenamento come vien fatto in Cina, allora puoi fare davvero tanto più Wushu. La maggior parte delle calssi in cui sono stato negli USA dura praticamente dai 75 minuti alle 2 ore. Se sei fortunato avrai una scuola in cui si prosegue più a lungo, ma molti sembrano peccare per il lato del troppo poco.

Come ho già detto in precedenza, non penso che una scuola ed un insegnante che valga debba offrire classi inferiori ai 75 minuti per i propri studenti. La ragione e molto semplice: non c’è semplicemente modo in cui tu possa eseguire un allenamento comprensivo al Wushu in minor tempo di questo. Se sei arrivato quindi così lontano a leggere, avrai sicuramente notato che la parte preparatoria delle classi da sola dura più di mezz’ora. Dunque altri 45 minuti per i fondamentali, ed eccoti già arrivato al minimo dei 75 minuti. Al più presto si ritaglieranno degli angoli e la classe è persa nella disorganizzazione e nelle tecniche mezze-apprese. Per quello che penso, l’unico modo per cui una lezione di 75 minuti sia abbastanza è se ne hai 2 al giorno. La prima lezione potrà concentrarsi sui fondamentali, e la seconda classe si focalizzerà sulle forme.

In ogni modo, questo è sufficiente.Hai l’idea. Sono un forte sostenitore che quello che si ottiene dal Wushu dipende dal tempo che vi si butta. Spero che la tua scuola stia provvedendo a darti la migliore opportunità per migliorare.

Adesso, avendo detto tutto ciò, sarei negligente se non menzionassi una piccola eccezione alla regola: i principianti. Quando tu stai insegnando a dei principianti è importante non sovracaricarli in partenza.In questa situazione una classe di 75 minuti è probabilmente buona. Loro non lavoreranno troppo sui salti, sui nandu o su forme in questo momento, quindi se la lezione è concentrata sui fondamentali, allora questo dovrebbe essere per tutto il tempo.

E quello che un sacco di scuole fanno è di avere i primi 75 minuti sui fondamentali aperti a tutti i livelli, seguiti immediatamente da combinazioni più avanzate, salti ed allenamento alle forme per i gruppi di studenti avanzati o intermedi. Anche questo è un programma che funziona molto bene.

Infatti, ho buttato giù un documento davvero lungo (due, attualmente) specificatamente dedicato al programma di allenamento ideale ed alla struttura che vorrei usare se dovessi aprire una scuola di Wushu, ma questo non è il contesto per nessun dei due. Lo posterò sul blog uno di questi giorni così che potrete darci un’occhiata.

Condizionamento

E dunque eccoci alla fine della lezione. Questa parte di lezione sembra essere opzionale in Cina, principalmente perchè [gli atleti] sono già così tanto allenati. E anche perchè spesso hanno specifiche sedute di allenamento esterne dedicate al condizionamento o all’allenamento alla forza. Con 11 classi per settimana, possono estrapolare delle sedute di allenamento specifiche nella sala pesi o in pista.

Condizionamento

Ma in occidente non abbiamo davvero questo lusso, e dunque spesso infiliamo il lavoro di condizionamento alla fine della lezione.

Questo di solito consiste in gruppi di esercizi di tipo cross-fit. Come camminata della papera, burpees o Squat-thrust, balzi a rana, isometrie al muro, ecc…

L’unica cosa che è abbastanza standardizzata penso che sia un po’ di stretching di fine allenamento. Spesso, sia in Cina che in occidente, gli atleti impiegano una discreta quantità di tempo per l’allungamento alla fine della lezione.

Ora come ora dovrei menzionare una cosa che sento non sia veramente fatta così tanto come dovrebbe. Personalmente ritengo che la mia opinione su ciò sia stata modificata da Joe Scarcella un po’ di tempo fa. Egli enfatizzò l’importanza dell’allungamento post-allenamento durante le lezioni presso la Cal Wushu, e da allora io posso confermare che è durante queste sedute di stretching post-allenamento che si guadangna in vera mobilità.

Ho menzionato nel mio articolo “iniziando il Wushu” che è importante allungarsi quando ci si è scaldati. Ma avrei dovuto aggiungere inoltre che il tipo di stretching che fai all’inizio della lezione dovrebbe essere un po’ differente da quello che fai alla fine della lezione.

Balzi a rana

Nello specifico, all’inizio delle lezioni io consiglio un tipo di allungamento più dinamico, tipo testa alla punta dei piedi e molleggio. (Si, so che molte persone dicono che non dovresti mollegiare mentre fai stretching, ma tutti in Cina lo fanno e sono le persone più flessibili che conosca, e dunque io mi infilo nelle cose che mi sembra che funzionino.) Alla fine delle classi io tendo a preferire un lavoro di stretching più statico, come mantenersi in spaccata per molto tempo, o raggiungere alcune posizioni (tipo tecniche di Yoga) e mantenerle.

Nella mia (limitata) esperienza, ho realizzato che questa combinazione sembra incrementare la mia mobilità più velocemente.

Conclusioni

Dunque qui ce l’hai. Il tipico allenamento in Cina e come a grandi linee si compari con quello che ho visto in Occidente.

Adesso, dovrei dire che qui ci sono molte varianti. E spesso, come ho detto precedentemente, [gli atleti cinesi] estrapolano certe sedute per l’allenamento alla forza e cardio. Ma devo dire che l’80% delle classi di Wushu segue questo modello generale.

Allungamento forzato

E di nuovo è tutta questione di tempo. 2 – 3 ore minimo se vuoi seguire questa sorta di format di allenamento. Se io insegnassi in una classe cercherei di impostare la lezione con queste tempistiche:

  1. Preparazione: 30 minuti
  2. Fondamentali: 40 minuti
  3. Forme: 60 minuti
  4. Condizionamento: 20 minuti

E questi sono 150 minuti, ma se aggiungi le pause per bere e le piccole pause di transizione qua e lè si arriva generalmente più vicini alle 3 ore. Per queste cifre, io mi calibrerei più in alto o in basso a seconda del tempo disponibile. Per esempio, se la classe è di soli 90 minuti allora io probabilmente farei qualcosa del genere:

  1. Preparazione: 20 minuti
  2. Fondamentali: 30 minuti
  3. Forme: 30 minuti
  4. Condizionamento: 10 minuti

Di nuovo, è tutto fluido in qualche modo. E’ una delle cose che [per]seguo nell’insegnamento del Wushu. Tu puoi veramente creare un’esperienza unica per ogni classe sebbene ci siano molti degli stessi componenti ogni volta.

Se tu trovi che la tua personale esperienza di allenamento sia marcatamente differente da quello che ho scritto qui, o se tu pensi che abbia saltato qualcosa allora ci terrei ad ascoltare i tuoi pensieri. Sentiti libero di commentare su questo articolo, suonami su twitter @wushuzilla oppure sulla mia pagina di Facebook. Amo ricevere notizie dai praticanti di Wushu da tutto il mondo, per cui tira un grido se vuoi ed io proverò a riosponderti non appena potrò.

羞龍 Xiulong

Stefano Zamblera, 13 Luglio 2012

The Drifter – Japanese Moleskine, 1st carnet

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The Drifter - Carnet on Japanese Moleskine
The Drifter - Carnet on Japanese Moleskine

This Carnet on Japanese Moleskine is dedited to “The Drifter”, a Taylor Steele Movie with Rob Machado as starring and drifting…

Well, there’s plenty of words with which I could try to describe how I knew this movie, why and how much I care ‘bout, why I’ve made a Carnet focused on it and from it inspired, etc…

But…

I don’t think it really matters, as I don’t wont to bug anyone with my elucubration (dreaming-up).

My way of painting, as carnets as other media, is just a way of expression, a need of mine materializing in colors, drawings and notes. Thus this carnet is just a reaction springing out from the so full of beauty Taylor and Rob drifting around Bali and Indo. Sometimes, chatting with my beloved, we state that this is a real carnet de voyage, a travel truly lived, natural and humans sights truly seen and recorded, with the eyes of the surf [er].

What I really felt soooo fine, so cool, is a sensation of deep immersion into the drifting of the mind and the feelings springing out from a travel which, I think, is the incarnation of a travel made inside ourself, feelings different in forms but that I perfectly re-found in what I lived in 2005 in China, drifting completely alone…

Tiantan Gongyuan - promenade to the filend where I trained in Taiji
Tiantan Gongyuan - promenade to the filend where I trained in Taiji

In this carnet I met again versus the very hard attempt in describing by painting a sum of sensation which touch sound and smell…, like in Tiantan Gongyuan (Beijing) the sound of the deep magik silcence of the sun rising-up from the East gate, and the hot sound of the shout by far-away people concealed in the deep of the sacred wood practicing Qigong exercises…

THe Drifter - attempt in painting the sound of whave
The Drifter - attempt in painting the sound of whave

as here in The Drifter the sound of the bells in the beginning, and of the powerfull wiping-out of waves…

As in Sipping Jetstreams someone told, I’m only trying to read the whole book…

Sofia, oil pastels (Sennelier) on paper

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This is the portrait of Sofia made on 50 x 70 paper with Sennelier Oil Pastels.

It’s some months I was working on, and this morning just was the right one to finish working…; just would like to paint form the same picture another one, but a bit different! As I planned to change the close up with something like that

and start working in Maerican-Neoimpressionist style making the first tones in acrylic, and then work with oil pastels.