Dokąd biegnie ta napisana sarna przez napisany las?
Czy z napisanej wody pić,
która jej pyszczek odbije jak kalka?
Dlaczego łeb podnosi, czy coś słyszy?
Na pożyczonych z prawdy czterech nóżkach wsparta
spod moich palców uchem strzyże.
Cisza – ten wyraz też szeleści po papierze
i rozgarnia
spowodowane słowem las gałęzie.
Nad białą kartką czają się do skoku
litery, które mogą ułożyć się źle,
zdania osaczające,
przed którymi nie będzie ratunku.
Jest w kropli atramentu spory zapas
myśliwych z przymrużonym okiem,
gotowych zbiec po stromym piórze w dół,
otoczyć sarnę, złożyć się do strzału.
Zapominają, że tu nie jest życie.
Inne, czarno na białym, panują tu prawa.
Okamgnienie trwać będzie tak długo, jak zechcę,
pozwoli się podzielić na małe wieczności
pełne wstrzymanych w locie kul.
Na zawsze, jeśli każę, nic się tu nie stanie.
Bez mojej woli nawet liść nie spadnie
ani źdźbło się nie ugnie pod kropką kopytka.
Jest więc taki świat,
nad którym los sprawuję niezależny?
Czas, który wiążę łańcuchami znaków?
Istnienie na mój rozkaz nieustanne?
Radość pisania.
Możność utrwalania.
Zemsta ręki śmiertelnej.
Taccuino.
Luogo prediletto
della libertà incorruttibile della mia mano,
di ogni mio dono
mosso dal mio spirito e dal mio intelletto.
Scintilla di vita,
creazione.
Mia liberrima disposizione ed ordinazione
di tutto il mondo, di tutto il creato.
Infinito di qawwama – creare,
letteralmente far alzare.
Da qama yaqumu semplice verbo alzarsi,
traccio e scrivo la mia vita nel suo farsi.
Arabo ed Ebraico di radice comune
qwm sussume ogni creazione.
L’immaginazione
coglie rapidamente le cose in loro assenza.
Non è molto diverso dall’esplorare e descrivere,
è un modo agile ed oscillante di scrutare
che permette di vedere senza la presenza.
È la condizione che rende possibile
l’emissione del racconto.
Lo scambio:
ti dono queste mie parole
assieme a questi miei affetti
per essere certo che fra noi questi scambi
significhino similmente per entrambi,
perché in questo momento
tu possa pensare la cosa simile
a quella che io sento.
La lingua è il cristallo dello scambio.
La scrittura designante il vivente
che non lavora sulle Cose
ma coglie al volo il disegno passante
fra parola ed è-si-stente.
È il filo magnetico e mobile che tutto accende
per mezzo del quale
il mio mondo si annuncia e si protende.
Il vento di verde m’inonda m’inonda
m’investe la faccia a folate a folate
Libeccio di sudsudovest di onda in onda
e di baccano e rapina di quiete
e d’aria, mi taglia il fiato di bocca dal naso
le mani distese in alto solleva
mi spicca le dita mi scuote a caso
di refole teso mi spinge nervoso
e latrando in fessure nel blu si dilegua.
Smeralda materia di fiume di aria scorre
come mattino,
o tempo,
si sfalda, rinasce.
Scruto il mare impazzito che sotto corre
al fermo volo di gabbiani in scorta di pesce
fra frange avorio e spruzzi di scogli.
Quest’opera re di vento da molto lontano
mi viene incontro solido di mille bardigli
non so come si scansi
non so come si pigli
non so se concluda o prosegua
quel discorso antico e sospeso
di Morte,
di Vita,
di figli:
essere.
come il mio umano
come ogni essere finché si dilegua.
Libeccio sapiente,
impermanente.
Mi sbatti sul petto furioso furioso.
Libeccio potente,
Libeccio orgoglioso,
navigatore dei flutti dai vita alle onde,
le palme ti accolgono sventolando le fronde.
Sul ritmo delle colonne scaraventi maroso
dopo maroso, diluvi su questa scacchiera,
bicromia sincopata infradiciata specchiera,
del verde del mare tra spruzzi e spruzzi,
fra schianti improvvisi di schiaffi di schizzi,
Labronico Dani con arte e destrezza
fra i tuoi schiamazzi,
in quadrante talento,
di scatto ti coglie così bello in Terrazza
in tutto il tuo essere di esser di vento.
Ritratti di Cina consiste in una collezione dei più significativi tra i ritratti che ho dipinto durante i miei viaggi ed i soggiorni in Cina tra il 2005 ed il 2015. Alcuni di questi sono dipinti veloci, istintivi, schizzati su un taccuino o sul primo foglio volante a tiro con un lapis o quanto avessi in quel momento a portata di mano. Altri sono momento espressivo di una fase più complessa, dove le impressioni ricevute dall’incontro quotidiano con centinaia di volti, di situazioni di persone, di paesaggi umani appuntati tra schizzi, note, fotografie e filmati, si sono sedimentate in me, sono state metabolizzate e si sono impastate con significati per me profondi ed intensi al punto da esserne divenute simbolo e vettore, ed infine in un determinato momento questi volti sono riemersi su una superficie pittorica.