Claudia Palmiotta in 仆步砍剑 – tagliare in orizzontale con la spada in Pubu
Nella maggioranza delle discipline delle 中国武术arti marziali cinesi sono state codificate fissate e tramandate delle sequenze di movimenti, la cui caratteristica consiste nel fornire al praticante uno strumento allenante sia dal punto di vista aerobico, sia dal punto di vista tecnico: le sequenze codificate ed ordinate si chiamano 套路 forme.
Le forme sono composte da una successione di 动作movimenti la cui origine risale – presto o tardi – al combattimento. Se concordiamo con quanto sostenuto dal professor 劉學谦1storicamente è possibile ipotizzare l’origine delle forme e la loro codifica col fatto che gli uomini per addestrarsi nell’efficacia in battaglia raggrupparono i metodi di offesa e di difesa in sequenze, avendo così a disposizione un vero e proprio repertorio per l’addestramento ed il perfezionamento, anche in tempi di pace. Queste sequenze, poi tramandate di generazione in generazione, vennero caratterizzate da modifiche più o meno ingenti dettate da vari fattori, come ad esempio il contributo delle esperienze dei praticanti e dei maestri che raffinarono le tecniche, ne svilupparono di nuove e ne persero altre, subirono contaminazioni, ecc…
L’evoluzione delle tecnologie e con esse del modo di combattere e delle risorse belliche ha comportato nel susseguirsi dei secoli ad un’evoluzione delle varie discipline del Wushu verso ambiti prettamente sportivi, ma in linea teorica e generalizzando molto, si potrebbe dire che a lungo andare quella serie di metodi antichi di combattere apparsi da millenni nelle fonti storiche con i nomi di 手搏, 角力, 击剑, 打拳, 武建, ecc…, portarono alla nascita al perfezionamento ed allo sviluppo di quello che oggi chiamiamo 式 stili e 氏 stili/famiglie, caratterizzati nel proprio bagaglio tecnico anche dalle rispettive forme.
Essendo dunque “le forme di oggi” radicate al “combattimento di ieri”, il praticante che ne esegue i movimenti dovrebbe esser consapevole dei contenuti e capace di esprimere le qualità del combattimento che vi sussumono, esternando coscientemente significati e tecniche marziali di attacco, difesa, ecc…, secondo la metodologia e le caratteristiche dello stile praticato, ovviamente anche nel 陈氏太极拳 pugilato della famiglia Chen.
Questa dimensione culturale arricchente quella del “semplice muoversi”, è peculiarità del Wushu quale patrimonio ed eredità culturale del popolo cinese.
Si potrebbe dire che nel 武术 vi sia da cercare ed esprimere una “coscienza” o “consapevolezza” del significato marziale del movimento, l’intenzione che spinge a muoversi. Si potrebbe pensare che nelle 中国武术 arti marziali cinesi si possa arricchire il fattore cinetico del muoversi con un fattore culturale dei suoi significati che ne forgino la qualità.
Un passo verso l’acquisizione di una maggiore competenza e consapevolezza “di cosa succede” all’interno delle forme potrebbe venire dall’utilizzo della terminologia specifica del Wushu, con l’uso, la traduzione e la spiegazione della nomenclatura tecnica cinese, che oltre ad essere la terminologia ufficiale è capace di veicolare perfettamente e descrivere funzionalmente e concisamente i movimenti.
Ad esempio se ipotizziamo che la terminologia del Wushu fosse diffusa2, con il termine 但拍脚轮臂仆步拍掌 indicheremmo una serie di movimenti e di tecniche in sequenza quali:
calcio frontale battendo il dorso del piede col palmo della stessa mano che calcia (但拍脚)
ruotare entrambe le braccia di un giro completo girando i fianchi (轮臂)
accosciarsi su una gamba, tenere distesa l’altra, con entrambe i talloni a terra (仆步)
sbattere il palmo della stessa mano della gamba distesa a terra (拍掌)
è evidente quanto la descrizione/traduzione in Italiano sia meno coincisa, dispersiva, ed al tempo stesso non completa, perchè prendendo anche un singolo concetto, come 仆步, esso non è esaurito nell’Italiano accosciarsi su una gamba e tenere l’altra distesa con entrambe i talloni a terra…;in molti sport si esegue un’accosciata analoga, ma nessuna di queste accosciate èun仆步, a meno che non si voglia davvero eseguire un 仆步.
瀑布穿掌conficcare il palmo in Pubu – credits “Drachenmädchen”
Ancor di più, una volta comprese ed apprese le applicazioni contenute in questi movimenti, si potrebbe evolvere dal “calcio frontale battuto…, ruotare le braccia…, accosciarsi…, battere il palmo a terra” a significare ed esprimere una “serie di rapide parate, una leva articolare ed una proiezione a terra”.
Questa consapevolezza delle terminologie e delle applicazioni del Wushu potrebbe trasformare il “fare allenamento” in下功夫 lavorare duramente per il raggiungimento di un’abilità estrema.
朱天才陳氏太极拳老架套路
Le forme dell’antico telaio del pugilato Taiji
dello stile Chen secondo Zhu Tiancai
L’insegnante corregge i suoi studenti nella 老架一路. Agosto 2011, 陈家沟, 河南 – Cina.
Nello stile Chen, secondo il metodo di 朱天才 e figli, vi sono 3 forme codificate di pugno del 老架 vecchio o antico telaio, ossia:
老架十三式 forma di 13 movimenti dell’antico telaio,
老架一路 prima forma dell’antico telaio,
老架二路 seconda forma dell’antico telaio anche detta 炮捶 pugno cannone.
Tutte queste taolu sono oggettivamente una serie di动作 movimenti codificati ed eseguiti uno dopo l’altro. Ognuno dei movimenti non è un gesto fine a se stesso, ma esprime contenuti tecnici e culturali del 武术 secondo il pugilato Taiji dello stile Chen, e si realizza con l’esecuzione di forze e metodi appartenenti a questa disciplina.
Ogni movimento è somma di una o più 单挌 o 技巧tecniche singole, e contiene e dovrebbe esprimere 專题temi, argomenti speciali e 概念concetti propri di questa disciplina del Wushu.
L’esecuzione dei 动作 è dunque l’espressione fisica e l’applicazione di forze e tecniche.
Si realizza e si mostra all’esterno con dei movimenti che prendono corpo e sono all’unisono con una dimensione interna, un impulso volontario che muove e fa scaturire il tutto, così che l’azione prenda vita da una concentrata ed intensa 意intenzione, e si attui con 气 forza addestrata.3
Perchè vi sia intenzione, e magari sia appropriata, ciascuna tecnica presupporrebbe da parte del praticante tanto la capacità ed intelligenza motoria per l’esecuzione quanto la 理解 comprensione dei movimenti da realizzare e dei concetti da mettere in atto per poterli esprimere e far intendere, muovendosi secondo i principi del pugilato Taiji dello stile Chen secondo il metodo di Zhu, cioè della disciplina del Wushu praticata.4
中国武术套路分段和训练方法
La suddivisione delle forme nelle Arti Marziali cinesi
e la metodologia di allenamento
活动 – riscaldamento della nazionale giovanile di Taolu a 什刹海,北京,Agosto 2005
Ogni 套路 forma è dunque costituita da una successione di 动作 movimenti concatenati che contengono tecniche, metodi e forze appartenenti al repertorio del Wushu ed eseguite secondo i principi dello stile.
L’esecuzione dell’intera 套路, se estrapolata da sfere ed interpretazioni personali della pratica ed inquadrata in un’ottica mirata all’allenamento ed al miglioramento in qualche destrezza particolare, ad esempio all’apprendimento ed incremento dei contenuti tecnici, deve fare necessariamente i conti con la “rispettabile” estensione e difficoltà delle intere sequenze.
Nel contesto delle 陈氏太极拳老架套路forme di pugno di Taiji Chen antico telaio, queste difficoltà sono già fortemente presenti nella forma di 13 movimenti, e divengono enormi se consideriamo la老架一路 prima forma antico telaio e la 老架二路/炮捶 seconda forma antico telaio/pugno cannone, in ogni caso insormontabili per il nostro contesto “normale” di allenamento, sia per l’apprendimento delle tecniche del novizio, sia per l’approfondimento dei contenuti, magari ristretto a poche ore di allenamento settimanali.5
L’allenamento di una forma intera – sottolineando di nuovo l’approccio al contesto di allenamento – potrebbe allora essere inquadrato verso obiettivi quali:
体力 laresistenza,
内松 il rilassamento interno,
套路專题 il tema e contenuto della forma,
节奏 il ritmo, la varietà, intendendo sia la comprensione, l’espressione e l’allenamento di tutti gli aspetti e gli accenti temporali nell’esecuzione della forma, sia le variazioni “spaziali” dei movimenti, come ad esempio l’alto ed il basso, l’ampio e lo stretto, ecc…
tutte le altre peculiarità che caratterizzano o possono caratterizzare tutta la 套路 e la sua esecuzione per intero.
Si potrebbe anche pensare che così come una forma è composta da più movimenti, allora anche il tema generale, il ritmo ed il rilassamento nell’esecuzione dell’intera forma siano in qualche modo risultato dei medesimi aspetti da allenarsi durante la pratica dei singoli movimenti, così come anche la capacità di resistenza nell’esecuzione dell’intera forma presupporrà comunque una capacità di resistenza nell’esecuzione dei singoli movimenti ed una forma fisica accettabile.
中国武术套路训练计划
Il programma di allenamento delle forme del Wushu
La ripetizione sistematica delle forme intere rispetto ad un discorso di 训练方法 metodologia di allenamento, potrebbe essere inserita in un 训练计划 programma di allenamento come una delle fasi in cui si lavori allo sviluppo ed al condizionamento di capacità generali.
Queste capacità però, non sembra ottimale che esse siano ricavate durante la stessa fase di lavoro delle forme intere, ma potrebbe essere più funzionale che si coltivino e si rendano disponibili in altre fasi dell’allenamento dedicate, precedenti e/o parallele all’allenamento della forma intera.
In soldoni si dovrebbe poter distinguere tra cosa fare e come fare tanto l’allenamento ai contenuti tecnici della disciplina del Wushu, quanto l’allenamento all’esecuzione della forma del Wushu.
L’allenamento che distinguesse il lavoro sulle forme intere dal lavoro sulla tecnica, potrebbe godere di tutti gli strumenti e le risorse psico-fisiche per migliorare:
nel caso dell’allenamento della forma intera il condizionamento dedicato all’esecuzione dell’intera sequenza e l’espressione di ciò che essa “racconta” 6,
nel caso dell’allenamento tecnico l’apprendimento, la correzione, lo sviscerarsi dei contenuti tecnici e culturali dei movimenti.
In parole povere, si potrebbe distinguere un allenamento dedicato ai contenuti specifici di una forma – che porterà a “fare” la forma, ed un allenamento dedicato all’esecuzione della forma – che gioverà alla “prestazione” della forma.
段, 组合动作, 单动作
Linee, gruppi di movimenti, singoli movimenti
Eleni Borroni esegue 作潘刺剑 – conficcare la spada in Zuopan.
L’approccio all’allenamento nel dettaglio dei contenuti tecnici delle forme rispecchia e si basa sullo studio della terminologia del Wushu, in particolare dall’osservare la 套路分段suddivisione / struttura della forma che nella tradizione si è adottata per la trascrizione e per tramandare le sequenze, un sistema che è attuato ancora oggi anche in ambiti prettamente agonistico-sportivi, e se così è stato fatto e si continua a fare da secoli ci sarà un motivo…7
Ogni Taolu trascritta è descritta e divisa in 段 linee, generalmente 4 o 6, che costituiscono la 都套路 o 真套路 la forma completa.
Ogni linea è composta da più 动作 movimenti che prevedono passi e che spaziano generalmente da un capo all’altro della superficie dove si esegue la forma, ad esempio in ambito sportivo il tappeto da gara.
Questi movimenti hanno nomi a volte prettamente tecnici come ad esempio 弓步重拳 colpire col pugno in posizione di Gongbu, altre volte poetici come 白鹤亮翅 la gru bianca spiega le ali, vere e proprie icone immerse ed immergenti nelle tradizioni culturali, religiose e nel folklore cinese.
Più 动作 movimenti adiacenti, ad esempio 2 o 3 动作, costituiscono un segmento della 段 linea e sono raggruppabili in 组合动作 gruppi di movimenti. Gli 组合动作 gruppi di movimenti rappresentano l’unità ottimale di allenamento volto alla raffinazione tecnica ed al miglioramento dei contenuti della forma del Wushu, così come documentato da innumerevoli filmati e documenti multimediali delle varie scuole di Wushu cinesi.
Riassumendo e prendendo in esempio un’ipotetica Taolu di una qualsiasi disciplina del Wushu composta da 4 linee:
中国武术羞龍套路: 套路分段
La forma del Drago Timido del Wushu cinese: suddivisione della forma
第一段 La prima linea
第一组合动作 Il primo gruppo di movimenti
一动作 Movimento 1
二动作 Movimento 2
三动作 Movimento 3
第二组合动作 Il secondo gruppo di movimenti
四动作 Movimento 4
五动作 Movimento 5
六动作 Movimento 6
第三组合动作 Il terzo gruppo di movimenti
七动作 Movimento 7
八动作 Movimento 8
九动作 Movimento 9
第二段 La seconda Linea
第四组合动作 Il quarto gruppo di movimenti
十动作 Movimento 10
等。。。 Ecc…
等。。。 Ecc…
等。。。 Ecc…
Dal punto di vista della 训练方法 metodologia di allenamento8 un lavoro finalizzato all’apprendimento, l’assimilazione e la maturazione di tutti i fattori descritti in precedenza che compongono – ad esempio – la 1° linea, potrebbe avvenire attraverso la ripetizione, la correzione, l’approfondimento e la raffinazione dei tre 组合动作 in cui essa è suddivisibile.9
Ogni 组合动作 costituisce per il praticante una sequenza più estesa del singolo movimento, e contiene “in piccolo” le caratteristiche dello stile e della forma, come il lavoro sul ritmo, sulla resistenza, ecc…
Al tempo stesso circoscrive l’allenamento ad un segmento ristretto, evitando la dispersione di energie e consentendo la concentrazione e la dedizione delle risorse psico-fisiche del praticante alla raffinazione dei contenuti specifici in un contesto più breve e quindi meglio gestibile di quello già ampio di una linea o di quello enorme dell’intera forma.
Un possibile approccio al programma di allenamento di una determinata forma di Wushu potrebbe allora distinguere una fase in cui la forma intera può essere scomposta ed allenata dalla sua interezza alle sue unità le 单段 singole linee e da esse segmentate nei 组合动作 gruppi di movimenti. Questa è anche la fase in cui intervenire per la correzione e l’approfondimento dei 动作, 基本功基本动作 movimenti, fondamentali, per un allenamento specifico, raffinante, ed altamente tecnico.
La ripetizione sistematica degli 组合动作, l’inserimento di varianti nei movimenti col mantenimento delle tecniche e delle forze per una variazione degli stimoli, la loro correzione e lo sviscerarne i contenuti anche attraverso l’accesso visivo a modelli di eccellenza a cui ispirarsi10, dovrebbe costituire il nucleo di numerose sedute di allenamento alle forme del Wushu11.
真套路
La forma intera
Cambiando obiettivi e momenti dell’allenamento verso il condizionamento all’esecuzione globale della forma, si potrebbe percorrere inversamente il percorso precedente basato sulla 套路分段suddivisione della forma ricomponendo da più 组合动作 la 单段 singola linea, e poi procedere in progressione assemblando 两段/半套路 2 linee / mezza forma, 三段 3 linee, fino alla 真套路 forma intera.
Durante la ripetizione sistematica delle linee, sarà possibile iniziare a curare tutti i dettagli inerenti l’esecuzione in contesti più ampi e generali, l’espressione dei vari accenti e della varietà di questi segmenti, fino alla ricostruzione della forma intera.
Al tempo stesso il praticante potrà accingere alle risorse tecniche e psico-fisiche resesi disponibili con le fasi di allenamento nel dettaglio, fasi precedenti o comunque separate dalla ripetizione della forma intera.
In questa fase dell’allenamento dedicata alle caratteristiche generali dell’esecuzione globale della forma, come ad esempio il condizionamento della 体力 resistenza, è poi possibile programmare un lavoro che riduca veramente al minimo indispensabile le eventuali correzioni dei contenuti tecnici12 ormai acquisiti ed assimilati ad un determinato livello, e che si concentri sull’intervento di fattori che vadano ad influire sull’esecuzione generale della forma.
Sempre rimanendo nel contesto di allenamento alla resistenza è possibile oltrepassare il “numero normale” di linee della forma, e ad esempio ripetere 真套路+半套路 l’intera forma + 2 linee, ed organizzare una serie di “ripetute” le cui consistenze e recuperi siano da definirsi in base ai praticanti, agli obiettivi preposti ed agli stili praticati13.
Il tutto potrebbe essere impostato secondo un modello simile :
1° ripetuta: 真套路+两段
N minuti di recupero
I SERIE RIPETUTE
2° ripetuta: 真套路+两段
N minuti di recupero
3° ripetuta: 真套路+两段
RECUPERO A PIACERE, E TOTALE
1° ripetuta: 真套路+两段
N minuti di recupero
II SERIE RIPETUTE
2° ripetuta: 真套路+两段
N minuti di recupero
3° ripetuta: 真套路+两段
RECUPERO A PIACERE, E TOTALE
1° ripetuta: 真套路+两段
N minuti di recupero
III SERIE RIPETUTE
2° ripetuta: 真套路+两段
N minuti di recupero
3° ripetuta: 真套路+两段
Per quanto riguarda le中国武术外家套路 forme degli stili esterni di Wushu, ad esempio lo stile del长拳 pugno lungo e del南拳 pugno del sud a mano nuda e con armi, ma anche altre discipline tradizionali, dimostrative, ecc… è anche possibile introdurre tra le ripetute un’esecuzione lenta della forma, finalizzata alla ricerca della massima espressione delle caratteristiche dello stile nei movimenti e nei collegamenti.
*** Note ***
1劉學谦 “La forma. I contenuti, la classificazione, la caratteristica ed il modo. Gli effetti del Wushu.” Manoscritto del professor Liu conservato c/o Istituto di Wushu della Città di Firenze
2Nelle arti marziali giapponesi l’utilizzo della terminologia tecnica in lingua nipponica è praticamente ovvia; durante gli stessi esami di cintura l’allievo deve eseguire le tecniche chiamate con la terminologia appropriata.
4Moran Mark, “Typical Wushu Training in China and the West”. Cfr. mia libera traduzione: “ […] Il mio consiglio è di provare meno a pensare a che cosa la gente pensi di te e prestar più attenzione su dove le tue spalle siano o non siano allineate come si deve, o le tue dita della mano stiano assieme come si dovrebbe supporre che debbano stare. La cosa in cui definitivamente sarai preso dall’allenarti in Cina è la differenza che c’è tra “okay” e “good”, [cioè] quanto sei capace di focalizzare le tue energie nell’autocritica, l’auto-miglioramento e l’autoanalisi. Guarda un po’ più dentro e l’esterno apparirà un sacco migliore.” https://www.xiulong.it/zhongguowushu/allenamentoTipicoCinaOccidente.php
5Moran Mark, 2011 “The Reason Chinese Wushu Athletes Are So Good”: Quando la gente parla della definizione del Kung fu, o Gong fu (功夫) come se fosse la misura di una capacità o di una maestria l’implicazione inerente è che allora sia realmente una questione di tempo. Più tempo tu dedichi a fare qualcosa, migliore sarai in quella cosa. Ma l’altro lato di questa equazione del “gong fu” dipende sia dallo SFORZO-TENTATIVO che dalla INTENZIONE, o come mi piace dirlo a me INTENSITA’. Uno degli altri fattori principali che hanno gli atleti cinesi dalla loro parte è che non solo si allenano tantissimo, ma che il loro allenarsi è di una natura intensissima. Come puoi immaginare, in ora di allenamento in una scuola Cinese è di un livello d’intensità assolutamente diversa da quella di un’ora di allenamento in qualsiasi scuola occidentale. Mia traduzione:https://www.xiulong.it/zhongguowushu/laRagionePerCuiICinesi.php
6劉學谦, “Il metodo per produrre ed ordinale la forma di Wushu” : […] i movimenti scelti devono avere un significato nel combattimento. Dal manoscritto del professor Liu conservato c/o Istituto di Wushu di Firenze
72012年武术比赛国际套路 cioè la 3° generazione di forme codificate da competizione internazionale, in Italia meglio note come “ 3° set ”. La federazione internazionale di Wushu ha fornito una collana di video didattici di queste nuovissime, modernissime e criticatissime forme da gara, dunque il non plus-ultra del Wushu sportivo moderno: le forme sono presentate e strutturate secondo la tradizionale divisione canonica in linee i cui movimenti sono descritti attraverso la terminologia ufficiale del Wushu.
8Dando naturalmente per scontato l’allenamento sistematico dei 基本功,基本動作 fondamentali.
10Le eccellenze a cui ispirarsi possono essere numerose: maestro, atleta, filmati, ecc…, ed è provato quanto la varietà di stimoli giovi l’apprendimento. Sull’importanza dell’accesso e dell’utilizzo durante l’allenamento delle fonti di “eccellenza” cfr. Mark Moran, 2011: “I bambini nelle palestre di Wushu si stanno allenando accanto agli atleti che sono a kilometri e kilometri superiori del loro livello di abilità. In questo modo i bambini sono in grado di osservare ed assorbire quello che vedono durante l’intero tempo del loro allenamento. Non è solo che si allenano costantemente ed intensamente, o che i loro coach hanno le ultime informazioni, ma possono guardare attraverso la sala e modellare se stessi rispetto ai migliori al mondo.” https://www.xiulong.it/zhongguowushu/laRagionePerCuiICinesi.php
11Yang Hui, 2004: programma di allenamento dell’allora squadra giovanile agonistica di Taolu, Istituto di Wushu della Città di Firenze. Il programma strutturava un allenamento settimanale di 4 giorni, dal Lunedì al Sabato, della durata di circa 2 ore per ciascuna seduta. In primis Yang Hui divise e distinse nei giorni le specialità del Taolu, da allenarsi per gruppi di movimenti e linee: il Lunedì dedicato al拳 pugno, il Mercoledì alla 短兵arma corta, ed il Venerdì alla长兵arma lunga. Il Sabato era invece dedicato ai 对练 esercizi di combattimento prestabiliti ed alle 集体套路forme di gruppo. Era anche programmato, a termine di ciascun allenamento, una sessione di esercizi di potenziamento: il lunedì per il salto e gli arti inferiori, Mercoledì per l’addome e gli arti superiori, Venerdì per la corsa e la cura generale della forma fisica. Per quanto riguarda la corsa del Venerdì, Yang Hui indicava di eseguire periodicamente dei test con cronometro, pretendendo che gli atleti della squadra agonistica giovanile incrementassero le proprie prestazioni. L’esecuzione della forma intera era prevista solo in un momento prossimo alla gara, traguardo raggiunto gradualmente a livello tecnico e fisico da mesi di pratica strutturata come descritto, dedicata alla ripetizione sistematica di gruppi di movimenti, poi una e più linee, fino a giungere all’intera Taolu.
12Queste avrebbero dovuto avvenire prima, in contesti di allenamento specifico.
13Cantini Fabiola, 2009: appunti personali e programma di allenamento per l’atleta Claudia Palmiotta in vista del campionato nazionale F.I.Wu.K. E del raduno degli atleti d’interesse nazionale in vista dei campionati europei 2009 e mondiali 2010 di Wushu.
Così come chiunque stia studiando Wushu da un po’ più di una settimana potrebbe confermarvi, la domanda più comune che tutti ascoltiamo (perlomeno ogni settimana) è: che cos’è il Wushu?
Il problema con questa domanda è che si tratta un po’ come se si dovesse descrivere i colori ad una persona cieca. Il Wushu è un sistema/filosofia veramente molto profondo da poter essere descritto in una conversazione casuale.
Certamente molti di noi risolvono la questione con le risposte “Arti marziali cinesi” oppure “Kung Fu”, nessuna delle quali è molto di aiuto, ed entrambe conducono a ulteriori domande.
Dunque, nel mio sforzo di alleviarmi il compito (e forse anche a qualcuno di voi) ho scritto questa introduzione al Wushu, nella speranza che dopo averla letta, le persone possano afferrare meglio che cosa sia il Wushu – e più importante, che cosa il Wushu non sia. (ad esempio, non è un piatto Cinese [a base di] maiale […])
Che tipo di Wushu è questo?
Dunque, che cos’è il Wushu? (La risposta potrebbe sorprendere/infastidire/annoiarvi)
Letteralmente Wushu è un termine cinese, 武术(武術in caratteri cinesi tradizionali) ed è una combinazione dei caratteri 武wŭ, significante “marziale”, “guerra” o “combattere”, e 术shù che significa “forma d’arte”. Quindi letteralmente significa “arti marziali”.
Adesso il problema è che con una così generica definizione è possibile utilizzare il termine Wushu per descrivere l’intero range delle arti marziali.
Infatti, tecnicamente, tutte le arti marziali – dal Karate al Kali, dalla Capoeira alla Boxe arrivando fino al Wrestling – potrebbero essere detti Wushu. Tutti sono arti del combattimento che richiedono fini destrezze e maestria fisica.
A volte quando dico a qualcuno in Cina che io studio Wushu, allora mi viene chiesto “Wushu cinese?” (中国武术?), semplicemente per chiedere conferma di quale dei tipi [di arti marziali] in generale io pratichi.
Anche questo è Wushu?
Mentre la definizione più ampia del termine Wushu potrebbe essere tutte le arti marziali, la maggioranza delle persone pensa al Wushu come un insieme che includa specificatamente le Arti marziali cinesi. O più nello specifico, il Wushu è tipicamente definito come “le arti marziali che si originarono in Cina”
Adesso, di nuovo, il problema con la definizione è che da quando le arti marziali cinesi si originarono, migliaia di anni fa, è poi avvenuta un’ampissima diffusione delle arti marziali cinesi in luoghi non-cinesi. Infatti è possibile dire che praticamente la maggior parte di tutte le arti marziali dell’Asia Orientale debbano un ampio segmento del proprio lignaggio alla Cina. Karate, Tae Kwon Do, Aijkido, Jujitsu, etc…, tutti si originarono da radici cinesi.
Ma così come il pollo del generale Tso o i Biscotti della fortuna negli Stati Uniti, le cose che lasciano la Cina tendono a prendere vita ed identità indipendenti.
Penso che molta gente ignori questo fatto quando dice “le arti marziali cinesi”, preferendo di pensare al Wushu come agli stili e le forme delle arti marziali che ancora conservino le proprie radici culturali e sociali cinesi.
Credo che la regola generale che la maggior parte delle persone segua è che se il nome dello stile è ancora pronunciato in cinese allora si tratta di Wushu cinese.
Per esempio, la maggior parte della gente non direbbe mai che il Choy Li Fut (蔡李佛 o CàiLĭFó) non sia cinese, sebbene sia probabilmente praticato da più persone fuori della Cina che in Cina stessa. Ma una volta che i inizia a chiamare lo stile con un nome diverso, “Kenpo per esempio (che è una parola giapponese originatasi dal Cinese 拳法 QuánFă “metododelpugno”), che conduce ad altri significati ed altre culture.
Certamente, come in ogni cosa che ha migliaia di anni, nel Wushu si avranno tantissime varianti e divisioni e parcellizzazioni in fazioni. Così come nelle lingue di strato Neolatino si hanno divisioni in innumerevoli varianti di diversità linguistica, così il Wushu si presenta come un albero avente sia un forte tronco, sia salde radici nel passato, ma anche un insieme infinito di rami e di frutti che si diramano nel tempo presente.
Interno vs. Esterno
Una di queste divisioni è [quella adottata tra] stili interni ed esterni delle arti marziali cinesi.
Come (grossolana) generalizzazione, gli stili interni di Wushu sono focalizzati sulla respirazione, lo sviluppo del Qi (l’energia), e la coltivazione della destrezza e della forza interna (內功 nèigŏng).
Certamente, questa è una sorta di divisione davvero strana visto che tutti gli stili delle arti marziali essenzialmente parlano dell’importanza del Qi, della respirazione e della forza interna. Non è che siccome si pratica uno stile esterno allora significa che non debba importare più della respirazione, giusto?
Dall’altra faccia della medaglia gli stili esterni sono quelli che generalmente si concentrano sulla potenza, la forza e l’esercizio/applicazione della potenza esterna (外功 wàigŏng).
Che è altrettanto strano poiché entrambe gli stili esterni ed interni si dedicano allo sviluppo della potenza, della forza e sull’abilità di applicare la forza.
Ma allora, quali sono veramente le differenze tra le arti marziali interne ed esterne?
Suppongo che si tratti di un problema di concentrazione. Mentre entrambe enfatizzano aspetti condivisi da tutte le arti marziali, certi stili concentrano la propria attenzione su certe aree più di altri.
Per il Wushu cinese, la maggior parte della gente ritiene che vi siano 3 scuole principali di arti marziali interne:
太极拳 tài jí quán (a volte scritto taichich’uan)
八卦掌 bā guà zhăng (a volte scritto pakuachang)
形意拳 xíngyìquán (a volte scritto hsingyich’uan)
(qualche giorno affronterò la questione Wade-Gilles vs. Pinyin della traslitterazione del Cinese, ma per adesso usiamo il Pinyin nello spelling, ok?)
Taiji Quan
Attualmente queste tre scuole non sono né del tutto inclusive, né esclusive. Vi sono molti altri stili “interni” di arti marziali. 心意六合拳 (xīnyì liùhé quán – il pugilato delle sei armonie della mente e dell’intenzione ) ad esempio, che è lo stile da cui è derivato lo Xíng yì quán, eppure non ha un posto come uno dei tre stili principali, principalmente perchè ha pochissimi praticanti (ed una terribile assenza in Wikipedia, aggiungerei)
In questo caso la popolarità è la soluzione del gioco, e gli stili maggiori sono così chiamati perchè contano la maggioranza dei praticanti.
Trovo sempre molto interessante quando dico a qualcuno che io pratico il Wushu e allora mi dicono “ non ho mai fatto Wushu, però ho fatto Tai Chi per un po‘ ”. Chiaramente questi non realizzano che hanno appena detto un cosa sulle arti marziali equivalente a “non ho mai ballato, ma ho studiato Chachacha per un po’”.
Comunque è vero che, nella mente di qualcuno, gli stili interni delle arti marziali cinesi non siano parte del “wushu”. Essi hanno una definizione più limitata del Wushu, delegando altri rami dell’albero delle arti marziali a questo termine [Wushu].
Sfortunatamente perfino all’interno degli stili “esterni” delle arti marziali cinesi, si trova un’altra divisione che compete con l’identità del wushu come termine di comprensione.
Kung Fu vs. Wushu
Possiamo ringraziare BruceLee per questo.
Grazie Bruce…credo
Lui ha introdotto il termine “kungfu” (o 功夫 gŏngfù) in Occidente senza spiegarne la traduzione letteraria.
Kung fu NON significa “artimarziali”. Tantomeno è uno stile di arti marziali.
In verità il kung fu non ha necessariamente niente a che vedere con le arti marziali.
(Ebbene si! L’hodetto)
È un termine che si riferisce ad uno specifico livello di maestria raggiunto in una certa abilità. In sostanza “kungfu” significa “un super altissimo livello di capacità quale risultato da un sacco di esercizio praticato per lungo tempo”. ( [usando il termine kung-fu] lo dici 10 volte più veloce)
Ecco perchè ho sempre trovato molto strano quando la gente dice “io pratico il kung fu” perchè letteralmente significa “io pratico la maestria”, che, onestamente, non mi dice praticamente niente di che cosa tu stia facendo. […]
Si, sono un po’ fazioso. Ma questo è comunque una questione valida su cui fare il punto.
Certamente la società, i linguaggio ed i tempi contribuiscono al cambiamento dei significati dei termini. […]
Allo stesso modo, “kungfu” è stato associato alle arti marziali cinesi, solitamente alle varianti tradizionali. (su questo argomento torniamo un po’ più avanti.)
E se si associa il termine kungfu alle arti marziali cinesi, allora ad un qualche livello il termine diverrebbe sinonimo con wushu, che anche significa arti marziali cinesi.
Ma allora, ma quale sarebbe la differenza tra il kung fu ed il wushu?
E sfortunatamente questo davvero dipende da colui a cui lo chiedi.
Alcuni diranno che non c’è differenza. Il kung fu ed il wushu sono la stessa cosa.
Altri diranno che sono completamente differenti e che il kung fu ed il wushu hanno davvero pochissimo in relazione l’uno con l’altro.
E ci saranno quelli [che staranno] nel mezzo e che diranno che il kungfu ed il wushu sono due aspetti della medesima cosa – due facce della stessa medaglia.
Ma qui è il punto…
La risposta di una persona alla domanda circa la differenza tra il kungfu ed il wushu non ti dice fondamentalmente quale sia la differenza – ti dice chi sia la persona [che risponde]. O più nello specifico, che cosa creda quella persona.
Perchè quando qualcuno ti da una risposta il cui spettro spazia in qualsiasi punto tra il “totalmentedifferente” ed il “totalmenteuguale”, in realtà essi stanno parlando più di se stessi che delle arti marziali.
Ti stanno svelando chi ESSI siano e quale sia la LORO relazione con le arti marziali.
Le presone rispondono alle domande non basandosi sulla verità, ma sulle proprie percezioni.
Perchè la verità alla domanda “qual è la differenza tra il kungfu ed il wushu?” Consiste in come tu definisca questi due termini.
E chiunque ti stia dando qualsiasi altra risposta ti sta dicendo, non quale sia questa differenza, ma quale sia la loro personale definizione dei termini kungfu e wushu.
Questo tipo di cose di solito mi infastidisce, perchè ho una sorta di piccola fissazione sul fatto che la gente imponga la propria opinione e le proprie definizioni sugli altri. Ma, adesso, semplicemente la accetto come parte del modo in cui vanno le cose. Per lo meno ci darà qualcosa di cui chiacchierare quando ci fermiamo nel parcheggio dopo aver praticato il wushu, giusto?
Dunque, dopo aver detto tutto ciò ancora sono a darvi una risposta generalizzata. (si, lo so… totalmente ipocrita)
Ma voi lo sapete, sebbene ci siano un po’ di persone che hanno preso la propria opinione su questa situazione, la grande maggioranza della gente tende ad utilizzare il termine kungfu per riferirsi agli stili “tradizionali” delle arti marziali cinesi, e wushu come il termine con cui descrivere gli stili “contemporanei” o “moderni” delle arti marziali cinesi.
Tradizionale vs. Moderno
Ancora un’altra diramazione dell’albero delle arti marziali è quella tra le arti marziali cinesi “tradizionali” e “moderne”.
Qui è dove si comincia ad imbatterci in un pochino di storia. Come si saprà, la realtà è che TUTTE le forme delle arti marziali un tempo sono state considerate “moderne”. Chiunque sia stato a uscirsene per primo con lo stile della mantide religiosa fù probabilmente considerato “vai-all’inferno-fuori-di-qui” dagli altri praticanti di arti marziali del tempo.
A: che cosa dici? Hai visto una mantide combattere con un altro insetto ed hai deciso di farci uno stile di Wushu?
B: no, sul serio. Guarda. Mi sentirei meglio a combattere se facessi finta di essere uno scarafaggio
A: …che tipo strano
No, dico davvero. Con questa roba ci posso combattere. Lo giuro
Infatti, essendo le arti marziali tanto “arti” quanto “scienzedelcombattimento”, richiedono una costante investigazione, esplorazione ed innovazione.
Quei praticanti di arti marziali che decidono che il loro sia l’unico stile che valga la pena di conoscere, e che non c’è bisogno di nessun ulteriore sviluppo, è in realtà un qualcuno che ha chiuso la sua mente ed ha tagliato fuori lo sviluppo.
Sono come quei pittori che decidono che Picasso sia l’apice della pittura, e copiano soltanto quello stile e che ritengono ogni altra esplorazione creativa successiva non degna di considerazione.
Qualsiasi cosa tu possa vedere come “moderna” (oppure strana) ad oggi, un domani sarà considerata “tradizionale”. Infatti questo sta già succedendo.
La gente oggi considera la versione degli anni ’70 del wushu contemporaneo come veramente differente nel suo approccio. Nessuno oggi davvero lo fa [cioè pratica il wushu] come facevano negli anni ’70, e dunque questo è visto – almeno sotto un certo punto di vista – come un po’ “tradizionale”.
(sicuramente non usiamo la parola “tradizionale” poiché è già utilizzata con un significato specifico nella comunità dei praticanti delle arti marziali, dunque la maggior parte di noi semplicemente dice “la vecchia scuola”.)
Dunque il wushu come forma artistica è costantemente in evoluzione. E questa evoluzione solitamente riflette le esigenze dei praticanti in qualsiasi epoca.
Sopravvivenza del più adatto
In un’epoca super lontana il wushu era un metodo per evitare che i monaci fossero troppo sedentari. Era praticato per la vitalità fisica e per la salute così che si potesse garantire di poter perseguire un percorso spirituale. La sopravvivenza in questo contesto richiese che il wushu ( o qualsiasi sia stato il nome utilizzato a quel tempo) fosse usato come un insieme di metodi per mantenere la forza e l’energia necessaria ai propri esercizi spirituali.
Dunque, un bel po’ successivamente, il wushu ha iniziato ad essere utilizzato per sopraffare le altre persone. Il mondo era un luogo avverso, e dunque la sopravvivenza in questo contesto consisteva nel proteggere se stessi e la propria famiglia. Vennero sviluppati metodi di combattimento a mani nude. Vennero forgiate armi – spade, bastoni e lance – creando sistemi di difesa che potessero essere utilizzati effettivamente. Fù un processo evolutivo, e ciascuna generazione che praticò queste forme di arti apportò dei miglioramenti adottando cambiamenti qua e là – avvolte cambiando completamente le cose al punto da renderle irriconoscibili – nell’ordine di migliorare e soddisfare al meglio alle esigenze dei tempi.
E, come ben si saprà, nella storia dell’uomo il maggior apporto di cambiamenti sociali e culturali stanno accadendo dagli ultimi 200 anni.
Sin dal XIX secolo le cose stanno cambiando ad una velocità mai vista prima. È semplicemente naturale, dunque, che anche il Wushu e le arti marziali stesse debbano cambiare. Se le arti creative sono uno specchio della società , della cultura e dei tempi in cui esse esistono, dunque il wushu è sottoposto senza alcuna eccezione a questa regola ed inoltre deve riflettere i cambiamenti sociali.
A meno che non si sia vissuto sotto una roccia [dentro una grotta] allora probabilmente si saprà che la Cina durante la metà del XX secolo ha sperimentato uno sconvolgimento radicale socio-politico globale.
Un po’ di pulizie domestiche, culturalmente parlando
Le persone che detenevano la leadership del paese decisero che era giunto il momento del grande balzo in avanti e di lasciarsi alle spalle tutte le loro pratiche tradizionali. Una grossa “purga” degli elementi cinesi tradizionali ebbe inizio, e le arti marziali furono fra quelle cose che si scontrarono con questa sfida.
Molta gente lasciò la Cina e si portò il proprio Wushu con se.
Altri rimasero in Cina e continuarono a praticare in privato.
Questa divisione geografica promosse inoltre altre divisioni nello sviluppo del Wushu.
Non chiamatelo un ritorno sulla scena…
Col tempo i tumulti interni in Cina iniziarono a calmarsi, le persone in carica del governo realizzarono che certi elementi della tradizione culturale e ed artistica cinese avrebbero potuto beneficiare il popolo.
Dunque invece di focalizzarsi su quegli elementi del Wushu che avrebbero potuto crear problemi – l’applicazione delle tecniche di combattimento – venne deciso di sviluppare le componenti del Wushu che avrebbero potuto promuovere la propria cultura – l’estetica dei movimenti di combattimento.
E così, visto l’impegno fisico necessario all’allenamento nel Wushu, ne conseguì che il Wushu si fece strada come sport da competizione.
Inizialmente, coloro che per primi svilupparono la variante sportiva del wushu lavorarono duramente per mantenerne le radici marziali.
Molti dei nuovi, giovani atleti che allora studiarono con maestri dalla mente più tradizionalista dovettero apprendere un completo sistema di applicazioni – allo stesso modo in cui lo stile venne tramandato per generazioni – prima di potersi concentrare sulla performance estetica delle forme. Le forme, secondo la tradizione, erano uno strumento con cui si poteva ricordare delle applicazioni, e non l’esatto opposto.
È proprio così. I primi atleti di wushu dovettero imparare a combattere prima di poter apprendere le loro forme. Molto difficile da immaginarsi, vero?
Ma nel tempo , questa concentrazione sulle applicazioni venne meno. Non perchè le applicazioni non siano importanti. (Chiedete a qualsiasi atleta contemporaneo di Wushu e vi verrà risposto che, senza comprendere le applicazioni, le forme sono completamente vuote.) Questo accade perchè le applicazioni non sono più da tempo ormai il criterio secondo cui si è remunerati (e si sopravvive) nel mondo del Wushu.
Ultimamente il Wushu, così come la maggior parte delle cose della vita, è diventato un problema di compensi e penalità per un certo tipo di azioni e di comportamenti. Si è remunerati dalla società/gente/vita se le tue doti sono applicabili alla sopravvivenza in determinati contesti.
Da quando la sopravvivenza dell’atleta dipende dal ricevere specifici punteggi basati su specifici criteri, allora questo è il contesto in cui avviene lo sviluppo del Wushu. Qualsiasi criterio prosperi, questo è ciò che detta la direzione che prenderà il Wushu.
La sopravvivenza del praticante di wushu non dipende più dal difendersi da qualcuno, o nell’essere in un combattimento all’ultimo sangue con altra gente. Adesso dipende dal saltare alto, apparir bello ed avere una velocità incredibile, potenza ed espressività artistica. Queste sono le ragioni per cui il wushu sportivo moderno si è sviluppato nel modo in cui si è sviluppato, ed è anche la ragione per cui anche molti stili tradizionali sono cambiati.
La remunerazione può essere piacevole
[…] Il wushu come sport a noi contemporaneo è passato attraverso numerosi cambiamenti negli anni. E vi sono molte più differenziazioni al suo interno – cambiamenti che sono davvero troppo numerosi per essere descritti qui a pieno.
Dal Sanda vs. il Taolu, al contemporaneo-tradizionale vs. il contemporaneo-moderno, agli stili del nord vs. gli stili del sud, alle armi lunghe vs. le armi corte a… beh, ti sei fatto un’idea.
Una sorta di piantina del wushu contemporaneo è un argomento che è meglio lasciare ad un altro giorno. Che sia sufficiente dire, il wushu sportivo contemporaneo è una vasta area che sicuramente merita ulteriori discussioni.
L’evoluzione del wushu tradizionale
Nel frattempo, tornando indietro alla metà del XX secolo, color che lasciarono la Cina e mantennero le loro tradizioni concentrate sull’applicazione come la primaria espressione della propria arte, si trovarono in una strana situazionenon così diversa da chi rimase in Cina.
Così come la società si era evoluta ed i popoli maturarono, il combattimento uomo a uomo (o donna a donna a seconda dei casi) non era più considerata una forma accettabile di risolvere i conflitti.
All’incirca nello stesso momento che il Wushu in Cina trovò che la sua sopravvivenza dipendesse sua dalla performance atletica, il Wushu fuori della Cina realizzò che la sua sopravvivenza dipendeva dagli aspetti della vita non concentrati sul combattimento.
Dunque, che cosa succede quando si ha un arte del combattimento i cui fondamenti si ritrovano in un mondo dove la somma espressione dell’arte stessa non è più socialmente assolutamente accettabile?
Certamente ti adatti.
è tempo di fare qualche adattamento ragazzi dell’artiglio della tigre
Ma non fù un adattamento semplice. Le persone erano radicate con le proprie tradizioni e le innovazioni spesso impiegarono diverse generazioni per affermarsi. Molte persone si stanno adattando tutt’oggi. È semplicemente naturale, reale, e forse alla fine dei conti non è nemmeno una cosa poi così tanto negativa.
Molti insegnanti che si erano concentrati sulle applicazioni delle arti marziali realizzarono che le arti marziali potevano essere utilizzate per altri scopi di sopravvivenza.
Invece di sopravvivere difendendosi o combattendo altri, si poteva sopravvivere insegnandole e tramandando la loro eredità culturale ad un’altra generazione.
Si potrebbe controbattere “Ma i mastri di Wushu hanno da lungo tempo insegnato per tramandare la propria eredità culturale.”
Sicuro, questo genere di cose non era necessariamente una novità, ma così come l’umanità prosegue nella sua maturazione sociale, l’utilizzo delle arti marziali nel combattimento divenne sempre meno comune e necessario, e questa transizione incrementò con il perdurare della pace.
Insegnare le arti marziali è così diventato sempre meno un fatto d’insegnare ai propri studenti a sopravvivere ad un conflitto – si insegnano le arti marziali così che la propria arte possa sopravvivere ai cambiamenti sociali. Insegnando ed essendo pagato per insegnare, è comunque un modo di sopravvivere nella società odierna, modo che è altrettanto legittimo come difendere il proprio villaggio dai briganti centinaia di anni fa.
Lo stato del Wushu oggi
Così, ai nostri giorni abbiamo una parte di società che utilizza il Wushu come metodo di sopravvivenza attraverso la performance di uno sport atletico – il “Wushu sportivo moderno ”.
Poi abbiamo un altra porzione della società che utilizza il Wushu come metodo per sopravvivere attraverso l’educazione culturale alle arti – il “maestro di kung fu tradizionale”.
Dunque c’è un’intera porzione al centro di questo segmento. Tuttavia quelle nicchie sociali che utilizzano ancora oggi il Wushu col significato di sopravvivere attraverso il combattimento è incredibilmente piccolo.
Questo significa che non valga la pena di studiare il Wushu ( a prescindere da come lo si definisca) se non si avrà mai una possibilità di utilizzarlo?
Certamente no.
Come tutte le arti, il Wushu va ben oltre uno specifico fine. Vi sono più facce nello studio delle arti marziali che non è possibile elencarle qui.
Dall’aspetto della salute fisica, all’elevazione spirituale, allosviluppo di destrezze e capacità specializzate utilizzabili in altri sport, nelle arti della recitazione, in altre arti, nell’educazione, gli utilizzi e le implementazioni delle arti marziali sono sterminate.
Così come chi stia studiando arti marziali da un po’ di tempo potrebbe dirti – le arti marziali non c’entrano con i conflitti, perfino se si tratta di un sistema basato su tecniche di combattimento.
Mi sono reso conto che per tante persone questo suona come un ossimoro.
Mi sono ritrovato in ben più di una discussione in cui la gente fosse ostinatamente convinta del fatto che le arti marziali siano semplicemente inerenti al combattimento e che le persone che si allenarono alle arti marziali centinaia di anni fa non lo facessero per uno sviluppo personale – ma lo facessero per sopraffare altre persone, così da non essere uccisi.
Ma è proprio qui il punto no? Questo è stato centinaia di anni fa.
Nessuno adesso sta venendo nel tuo villaggio per saccheggiare il tuo tesoro e per rubarti le vacche. Nella società odierna lo scopo delle arti marziali si è elevato.
Così come la musica che un tempo era utilizzata come mezzo per la trasmissione della tradizione orale e della storia attraverso la società, adesso è utilizzata per ogni cosa, dalla terapia allacomunicazione con gli animali, dall’espressione artistica alle terapie contro le malattie.
Il Wushu inoltre proviene da un contesto molto specifico e si è sviluppato in qualcosa che è davvero molto di più di ciò che era originariamente.
è tempo di trovare la nostra via nel Wushu…
Allora, che cos’è il Wushu?
Alla fine la risposta alla domanda “che cos’è il Wuhsu” – o per lo meno l’unica risposta che una persona potrebbe dare con una certa accuratezza – finisce per essere la risposta più inadempiente che una persona potrebbe ascoltare:
“dipende”.
Forse aiuterà pensare ad un contesto diverso…
Se un robot intelligente ma privo di alcuna emozione domandasse “che cos’è l’amore?” come si potrebbe descriverglielo? C’è una risposta semplice?
L’amore è definibile da coloro che lo provano.
Nel momento in cui si prova allora si conosce. E può essere provato in modi così differenti da gente così diversa che non esiste una singola risposta che potrebbe soddisfare tutti coloro che ne hanno esperienza.
Anche il Wushu è definibile da coloro che lo praticano.
Quando si comincia a studiare, si comincia a comprenderlo. Ma lo si comprende in un modo unico grazie a te, grazie al tuo insegnante, grazie alla tua vita ed all’ambiente in cui vivi.
Dunque non c’è una singola risposta che possa soddisfare tutti i praticanti di Wushu.
Per stravolgere completamente un’espressione popolare, il Wushu è quello che Wushu fa.
E se si è uno di quelli che” fanno” Wushu, allora la definizione che ti sei dato è veramente l’unica definizione di cui ti dovrai preoccupare.
Commento di Eric Chang – 19 Agosto 2013
Citando Mark: “le arti marziali non c’entrano niente col combattere, sebbene si tratti di sistemi basati su tecniche di combattimento”. Leggere questo per me ha molto senso, e non ci trovo nessun ossimoro. Tempo fa ho avuto una breve ma profonda conversazione di questo con mio padre; la mia tesi era – come tutti quelli che volevano apprendere il Wushu per combattere contro gli altri – “ che il Wushu fosse finalizzato esclusivamente al combattimento, che lo sia sempre stato e che sempre lo sarà”. Quello che mio padre mi rispose era molto profondo, e mi spiegò che il carattere 武 in realtà si potrebbe dividere in due parti. […] 止zhi che significa “fermare” e 戈ge “daga”, che assieme al carattere 術shu significa “l’arte di arrestare la daga”.
Il Wushu allora non è mai stato destinato ad iniziare/cercare il conflitto. Anche se le proprie qualità siano altissime, non si dovrebbero mai usarle per risolvere le cose, se lo si facesse allora ci si abbasserebbe al livello dei malandrini che cercano problemi. Dovrebbe poter essere utilizzato davvero come l’ultima spiaggia alla conclusione di un problema se niente altro potrebbe esser fatto.
Questo mi ha colpito veramente, come una mattonata. Che cosa mi disse mio padre fù così profondo che mi si è inciso nella mente per sempre, e mio padre mi ha fatto guardare al Wushu con una luce totalmente nuova. Potrei dire che questa è la mia definizione personale di che cosa sia veramente il Wushu per me.
Saluti e complimenti!
***
Grazie all’amico Mark per l’articolo e per il materiale infinito ed infinitamente utile che mette a disposizione della comunità di praticanti del Wushu.
Così come chiunque stia studiando Wushu da un po’ più di una settimana potrebbe confermarvi, la domanda più comune che tutti ascoltiamo (perlomeno ogni settimana) è: che cos’è il Wushu?
Il problema con questa domanda è che si tratta un po’ come se si dovesse descrivere i colori ad una persona cieca. Il Wushu è un sistema/filosofia veramente molto profondo da poter essere descritto in una conversazione casuale.
Certamente molti di noi risolvono la questione con le risposte “Arti marziali cinesi” oppure “Kung Fu”, nessuna delle quali è molto di aiuto, ed entrambe conducono a ulteriori domande.
Dunque, nel mio sforzo di alleviarmi il compito (e forse anche a qualcuno di voi) ho scritto questa introduzione al Wushu, nella speranza che dopo averla letta, le persone possano afferrare meglio che cosa sia il Wushu – e più importante, che cosa il Wushu non sia. (ad esempio, non è un piatto Cinese [a base di] maiale […])
Che tipo di Wushu è questo?
Dunque, che cos’è il Wushu? (La risposta potrebbe sorprendere/infastidire/annoiarvi)
Letteralmente Wushu è un termine cinese, 武术(武術in caratteri cinesi tradizionali) ed è una combinazione dei caratteri 武wŭ, significante “marziale”, “guerra” o “combattere”, e 术shù che significa “forma d’arte”. Quindi letteralmente significa “arti marziali”.
Adesso il problema è che con una così generica definizione è possibile utilizzare il termine Wushu per descrivere l’intero range delle arti marziali.
Infatti, tecnicamente, tutte le arti marziali – dal Karate al Kali, dalla Capoeira alla Boxe arrivando fino al Wrestling – potrebbero essere detti Wushu. Tutti sono arti del combattimento che richiedono fini destrezze e maestria fisica.
A volte quando dico a qualcuno in Cina che io studio Wushu, allora mi viene chiesto “Wushu cinese?” (中国武术?), semplicemente per chiedere conferma di quale dei tipi [di arti marziali] in generale io pratichi.
Anche questo è Wushu?
Mentre la definizione più ampia del termine Wushu potrebbe essere tutte le arti marziali, la maggioranza delle persone pensa al Wushu come un insieme che includa specificatamente le Arti marziali cinesi. O più nello specifico, il Wushu è tipicamente definito come “le arti marziali che si originarono in Cina”
Adesso, di nuovo, il problema con la definizione è che da quando le arti marziali cinesi si originarono, migliaia di anni fa, è poi avvenuta un’ampissima diffusione delle arti marziali cinesi in luoghi non-cinesi. Infatti è possibile dire che praticamente la maggior parte di tutte le arti marziali dell’Asia Orientale debbano un ampio segmento del proprio lignaggio alla Cina. Karate, Tae Kwon Do, Aijkido, Jujitsu, etc…, tutti si originarono da radici cinesi.
Ma così come il pollo del generale Tso o i Biscotti della fortuna negli Stati Uniti, le cose che lasciano la Cina tendono a prendere vita ed identità indipendenti.
Penso che molta gente ignori questo fatto quando dice “le arti marziali cinesi”, preferendo di pensare al Wushu come agli stili e le forme delle arti marziali che ancora conservino le proprie radici culturali e sociali cinesi.
Credo che la regola generale che la maggior parte delle persone segua è che se il nome dello stile è ancora pronunciato in cinese allora si tratta di Wushu cinese.
Per esempio, la maggior parte della gente non direbbe mai che il Choy Li Fut (蔡李佛 o CàiLĭFó) non sia cinese, sebbene sia probabilmente praticato da più persone fuori della Cina che in Cina stessa. Ma una volta che i inizia a chiamare lo stile con un nome diverso, “Kenpo per esempio (che è una parola giapponese originatasi dal Cinese 拳法 QuánFă “metododelpugno”), che conduce ad altri significati ed altre culture.
Certamente, come in ogni cosa che ha migliaia di anni, nel Wushu si avranno tantissime varianti e divisioni e parcellizzazioni in fazioni. Così come nelle lingue di strato Neolatino si hanno divisioni in innumerevoli varianti di diversità linguistica, così il Wushu si presenta come un albero avente sia un forte tronco, sia salde radici nel passato, ma anche un insieme infinito di rami e di frutti che si diramano nel tempo presente.
Interno vs. Esterno
Una di queste divisioni è [quella adottata tra] stili interni ed esterni delle arti marziali cinesi.
Come (grossolana) generalizzazione, gli stili interni di Wushu sono focalizzati sulla respirazione, lo sviluppo del Qi (l’energia), e la coltivazione della destrezza e della forza interna (內功 nèigŏng).
Certamente, questa è una sorta di divisione davvero strana visto che tutti gli stili delle arti marziali essenzialmente parlano dell’importanza del Qi, della respirazione e della forza interna. Non è che siccome si pratica uno stile esterno allora significa che non debba importare più della respirazione, giusto?
Dall’altra faccia della medaglia gli stili esterni sono quelli che generalmente si concentrano sulla potenza, la forza e l’esercizio/applicazione della potenza esterna (外功 wàigŏng).
Che è altrettanto strano poiché entrambe gli stili esterni ed interni si dedicano allo sviluppo della potenza, della forza e sull’abilità di applicare la forza.
Ma allora, quali sono veramente le differenze tra le arti marziali interne ed esterne?
Suppongo che si tratti di un problema di concentrazione. Mentre entrambe enfatizzano aspetti condivisi da tutte le arti marziali, certi stili concentrano la propria attenzione su certe aree più di altri.
Per il Wushu cinese, la maggior parte della gente ritiene che vi siano 3 scuole principali di arti marziali interne:
太极拳 tài jí quán (a volte scritto taichich’uan)
八卦掌 bā guà zhăng (a volte scritto pakuachang)
形意拳 xíngyìquán (a volte scritto hsingyich’uan)
(qualche giorno affronterò la questione Wade-Gilles vs. Pinyin della traslitterazione del Cinese, ma per adesso usiamo il Pinyin nello spelling, ok?)
Taiji Quan
Attualmente queste tre scuole non sono né del tutto inclusive, né esclusive. Vi sono molti altri stili “interni” di arti marziali. 心意六合拳 (xīnyì liùhé quán – il pugilato delle sei armonie della mente e dell’intenzione ) ad esempio, che è lo stile da cui è derivato lo Xíng yì quán, eppure non ha un posto come uno dei tre stili principali, principalmente perchè ha pochissimi praticanti (ed una terribile assenza in Wikipedia, aggiungerei)
In questo caso la popolarità è la soluzione del gioco, e gli stili maggiori sono così chiamati perchè contano la maggioranza dei praticanti.
Trovo sempre molto interessante quando dico a qualcuno che io pratico il Wushu e allora mi dicono “ non ho mai fatto Wushu, però ho fatto Tai Chi per un po‘ ”. Chiaramente questi non realizzano che hanno appena detto un cosa sulle arti marziali equivalente a “non ho mai ballato, ma ho studiato Chachacha per un po’”.
Comunque è vero che, nella mente di qualcuno, gli stili interni delle arti marziali cinesi non siano parte del “wushu”. Essi hanno una definizione più limitata del Wushu, delegando altri rami dell’albero delle arti marziali a questo termine [Wushu].
Sfortunatamente perfino all’interno degli stili “esterni” delle arti marziali cinesi, si trova un’altra divisione che compete con l’identità del wushu come termine di comprensione.
Kung Fu vs. Wushu
Possiamo ringraziare BruceLee per questo.
Grazie Bruce…credo
Lui ha introdotto il termine “kungfu” (o 功夫 gŏngfù) in Occidente senza spiegarne la traduzione letteraria.
Kung fu NON significa “artimarziali”. Tantomeno è uno stile di arti marziali.
In verità il kung fu non ha necessariamente niente a che vedere con le arti marziali.
(Ebbene si! L’hodetto)
È un termine che si riferisce ad uno specifico livello di maestria raggiunto in una certa abilità. In sostanza “kungfu” significa “un super altissimo livello di capacità quale risultato da un sacco di esercizio praticato per lungo tempo”. ( [usando il termine kung-fu] lo dici 10 volte più veloce)
Ecco perchè ho sempre trovato molto strano quando la gente dice “io pratico il kung fu” perchè letteralmente significa “io pratico la maestria”, che, onestamente, non mi dice praticamente niente di che cosa tu stia facendo. […]
Si, sono un po’ fazioso. Ma questo è comunque una questione valida su cui fare il punto.
Certamente la società, i linguaggio ed i tempi contribuiscono al cambiamento dei significati dei termini. […]
Allo stesso modo, “kungfu” è stato associato alle arti marziali cinesi, solitamente alle varianti tradizionali. (su questo argomento torniamo un po’ più avanti.)
E se si associa il termine kungfu alle arti marziali cinesi, allora ad un qualche livello il termine diverrebbe sinonimo con wushu, che anche significa arti marziali cinesi.
Ma allora, ma quale sarebbe la differenza tra il kung fu ed il wushu?
E sfortunatamente questo davvero dipende da colui a cui lo chiedi.
Alcuni diranno che non c’è differenza. Il kung fu ed il wushu sono la stessa cosa.
Altri diranno che sono completamente differenti e che il kung fu ed il wushu hanno davvero pochissimo in relazione l’uno con l’altro.
E ci saranno quelli [che staranno] nel mezzo e che diranno che il kungfu ed il wushu sono due aspetti della medesima cosa – due facce della stessa medaglia.
Ma qui è il punto…
La risposta di una persona alla domanda circa la differenza tra il kungfu ed il wushu non ti dice fondamentalmente quale sia la differenza – ti dice chi sia la persona [che risponde]. O più nello specifico, che cosa creda quella persona.
Perchè quando qualcuno ti da una risposta il cui spettro spazia in qualsiasi punto tra il “totalmentedifferente” ed il “totalmenteuguale”, in realtà essi stanno parlando più di se stessi che delle arti marziali.
Ti stanno svelando chi ESSI siano e quale sia la LORO relazione con le arti marziali.
Le presone rispondono alle domande non basandosi sulla verità, ma sulle proprie percezioni.
Perchè la verità alla domanda “qual è la differenza tra il kungfu ed il wushu?” Consiste in come tu definisca questi due termini.
E chiunque ti stia dando qualsiasi altra risposta ti sta dicendo, non quale sia questa differenza, ma quale sia la loro personale definizione dei termini kungfu e wushu.
Questo tipo di cose di solito mi infastidisce, perchè ho una sorta di piccola fissazione sul fatto che la gente imponga la propria opinione e le proprie definizioni sugli altri. Ma, adesso, semplicemente la accetto come parte del modo in cui vanno le cose. Per lo meno ci darà qualcosa di cui chiacchierare quando ci fermiamo nel parcheggio dopo aver praticato il wushu, giusto?
Dunque, dopo aver detto tutto ciò ancora sono a darvi una risposta generalizzata. (si, lo so… totalmente ipocrita)
Ma voi lo sapete, sebbene ci siano un po’ di persone che hanno preso la propria opinione su questa situazione, la grande maggioranza della gente tende ad utilizzare il termine kungfu per riferirsi agli stili “tradizionali” delle arti marziali cinesi, e wushu come il termine con cui descrivere gli stili “contemporanei” o “moderni” delle arti marziali cinesi.
Tradizionale vs. Moderno
Ancora un’altra diramazione dell’albero delle arti marziali è quella tra le arti marziali cinesi “tradizionali” e “moderne”.
Qui è dove si comincia ad imbatterci in un pochino di storia. Come si saprà, la realtà è che TUTTE le forme delle arti marziali un tempo sono state considerate “moderne”. Chiunque sia stato a uscirsene per primo con lo stile della mantide religiosa fù probabilmente considerato “vai-all’inferno-fuori-di-qui” dagli altri praticanti di arti marziali del tempo.
A: che cosa dici? Hai visto una mantide combattere con un altro insetto ed hai deciso di farci uno stile di Wushu?
B: no, sul serio. Guarda. Mi sentirei meglio a combattere se facessi finta di essere uno scarafaggio
A: …che tipo strano
No, dico davvero. Con questa roba ci posso combattere. Lo giuro
Infatti, essendo le arti marziali tanto “arti” quanto “scienzedelcombattimento”, richiedono una costante investigazione, esplorazione ed innovazione.
Quei praticanti di arti marziali che decidono che il loro sia l’unico stile che valga la pena di conoscere, e che non c’è bisogno di nessun ulteriore sviluppo, è in realtà un qualcuno che ha chiuso la sua mente ed ha tagliato fuori lo sviluppo.
Sono come quei pittori che decidono che Picasso sia l’apice della pittura, e copiano soltanto quello stile e che ritengono ogni altra esplorazione creativa successiva non degna di considerazione.
Qualsiasi cosa tu possa vedere come “moderna” (oppure strana) ad oggi, un domani sarà considerata “tradizionale”. Infatti questo sta già succedendo.
La gente oggi considera la versione degli anni ’70 del wushu contemporaneo come veramente differente nel suo approccio. Nessuno oggi davvero lo fa [cioè pratica il wushu] come facevano negli anni ’70, e dunque questo è visto – almeno sotto un certo punto di vista – come un po’ “tradizionale”.
(sicuramente non usiamo la parola “tradizionale” poiché è già utilizzata con un significato specifico nella comunità dei praticanti delle arti marziali, dunque la maggior parte di noi semplicemente dice “la vecchia scuola”.)
Dunque il wushu come forma artistica è costantemente in evoluzione. E questa evoluzione solitamente riflette le esigenze dei praticanti in qualsiasi epoca.
Sopravvivenza del più adatto
In un’epoca super lontana il wushu era un metodo per evitare che i monaci fossero troppo sedentari. Era praticato per la vitalità fisica e per la salute così che si potesse garantire di poter perseguire un percorso spirituale. La sopravvivenza in questo contesto richiese che il wushu ( o qualsiasi sia stato il nome utilizzato a quel tempo) fosse usato come un insieme di metodi per mantenere la forza e l’energia necessaria ai propri esercizi spirituali.
Dunque, un bel po’ successivamente, il wushu ha iniziato ad essere utilizzato per sopraffare le altre persone. Il mondo era un luogo avverso, e dunque la sopravvivenza in questo contesto consisteva nel proteggere se stessi e la propria famiglia. Vennero sviluppati metodi di combattimento a mani nude. Vennero forgiate armi – spade, bastoni e lance – creando sistemi di difesa che potessero essere utilizzati effettivamente. Fù un processo evolutivo, e ciascuna generazione che praticò queste forme di arti apportò dei miglioramenti adottando cambiamenti qua e là – avvolte cambiando completamente le cose al punto da renderle irriconoscibili – nell’ordine di migliorare e soddisfare al meglio alle esigenze dei tempi.
E, come ben si saprà, nella storia dell’uomo il maggior apporto di cambiamenti sociali e culturali stanno accadendo dagli ultimi 200 anni.
Sin dal XIX secolo le cose stanno cambiando ad una velocità mai vista prima. È semplicemente naturale, dunque, che anche il Wushu e le arti marziali stesse debbano cambiare. Se le arti creative sono uno specchio della società , della cultura e dei tempi in cui esse esistono, dunque il wushu è sottoposto senza alcuna eccezione a questa regola ed inoltre deve riflettere i cambiamenti sociali.
A meno che non si sia vissuto sotto una roccia [dentro una grotta] allora probabilmente si saprà che la Cina durante la metà del XX secolo ha sperimentato uno sconvolgimento radicale socio-politico globale.
Un po’ di pulizie domestiche, culturalmente parlando
Le persone che detenevano la leadership del paese decisero che era giunto il momento del grande balzo in avanti e di lasciarsi alle spalle tutte le loro pratiche tradizionali. Una grossa “purga” degli elementi cinesi tradizionali ebbe inizio, e le arti marziali furono fra quelle cose che si scontrarono con questa sfida.
Molta gente lasciò la Cina e si portò il proprio Wushu con se.
Altri rimasero in Cina e continuarono a praticare in privato.
Questa divisione geografica promosse inoltre altre divisioni nello sviluppo del Wushu.
Non chiamatelo un ritorno sulla scena…
Col tempo i tumulti interni in Cina iniziarono a calmarsi, le persone in carica del governo realizzarono che certi elementi della tradizione culturale e ed artistica cinese avrebbero potuto beneficiare il popolo.
Dunque invece di focalizzarsi su quegli elementi del Wushu che avrebbero potuto crear problemi – l’applicazione delle tecniche di combattimento – venne deciso di sviluppare le componenti del Wushu che avrebbero potuto promuovere la propria cultura – l’estetica dei movimenti di combattimento.
E così, visto l’impegno fisico necessario all’allenamento nel Wushu, ne conseguì che il Wushu si fece strada come sport da competizione.
Inizialmente, coloro che per primi svilupparono la variante sportiva del wushu lavorarono duramente per mantenerne le radici marziali.
Molti dei nuovi, giovani atleti che allora studiarono con maestri dalla mente più tradizionalista dovettero apprendere un completo sistema di applicazioni – allo stesso modo in cui lo stile venne tramandato per generazioni – prima di potersi concentrare sulla performance estetica delle forme. Le forme, secondo la tradizione, erano uno strumento con cui si poteva ricordare delle applicazioni, e non l’esatto opposto.
È proprio così. I primi atleti di wushu dovettero imparare a combattere prima di poter apprendere le loro forme. Molto difficile da immaginarsi, vero?
Ma nel tempo , questa concentrazione sulle applicazioni venne meno. Non perchè le applicazioni non siano importanti. (Chiedete a qualsiasi atleta contemporaneo di Wushu e vi verrà risposto che, senza comprendere le applicazioni, le forme sono completamente vuote.) Questo accade perchè le applicazioni non sono più da tempo ormai il criterio secondo cui si è remunerati (e si sopravvive) nel mondo del Wushu.
Ultimamente il Wushu, così come la maggior parte delle cose della vita, è diventato un problema di compensi e penalità per un certo tipo di azioni e di comportamenti. Si è remunerati dalla società/gente/vita se le tue doti sono applicabili alla sopravvivenza in determinati contesti.
Da quando la sopravvivenza dell’atleta dipende dal ricevere specifici punteggi basati su specifici criteri, allora questo è il contesto in cui avviene lo sviluppo del Wushu. Qualsiasi criterio prosperi, questo è ciò che detta la direzione che prenderà il Wushu.
La sopravvivenza del praticante di wushu non dipende più dal difendersi da qualcuno, o nell’essere in un combattimento all’ultimo sangue con altra gente. Adesso dipende dal saltare alto, apparir bello ed avere una velocità incredibile, potenza ed espressività artistica. Queste sono le ragioni per cui il wushu sportivo moderno si è sviluppato nel modo in cui si è sviluppato, ed è anche la ragione per cui anche molti stili tradizionali sono cambiati.
La remunerazione può essere piacevole
[…] Il wushu come sport a noi contemporaneo è passato attraverso numerosi cambiamenti negli anni. E vi sono molte più differenziazioni al suo interno – cambiamenti che sono davvero troppo numerosi per essere descritti qui a pieno.
Dal Sanda vs. il Taolu, al contemporaneo-tradizionale vs. il contemporaneo-moderno, agli stili del nord vs. gli stili del sud, alle armi lunghe vs. le armi corte a… beh, ti sei fatto un’idea.
Una sorta di piantina del wushu contemporaneo è un argomento che è meglio lasciare ad un altro giorno. Che sia sufficiente dire, il wushu sportivo contemporaneo è una vasta area che sicuramente merita ulteriori discussioni.
L’evoluzione del wushu tradizionale
Nel frattempo, tornando indietro alla metà del XX secolo, color che lasciarono la Cina e mantennero le loro tradizioni concentrate sull’applicazione come la primaria espressione della propria arte, si trovarono in una strana situazionenon così diversa da chi rimase in Cina.
Così come la società si era evoluta ed i popoli maturarono, il combattimento uomo a uomo (o donna a donna a seconda dei casi) non era più considerata una forma accettabile di risolvere i conflitti.
All’incirca nello stesso momento che il Wushu in Cina trovò che la sua sopravvivenza dipendesse sua dalla performance atletica, il Wushu fuori della Cina realizzò che la sua sopravvivenza dipendeva dagli aspetti della vita non concentrati sul combattimento.
Dunque, che cosa succede quando si ha un arte del combattimento i cui fondamenti si ritrovano in un mondo dove la somma espressione dell’arte stessa non è più socialmente assolutamente accettabile?
Certamente ti adatti.
è tempo di fare qualche adattamento ragazzi dell’artiglio della tigre
Ma non fù un adattamento semplice. Le persone erano radicate con le proprie tradizioni e le innovazioni spesso impiegarono diverse generazioni per affermarsi. Molte persone si stanno adattando tutt’oggi. È semplicemente naturale, reale, e forse alla fine dei conti non è nemmeno una cosa poi così tanto negativa.
Molti insegnanti che si erano concentrati sulle applicazioni delle arti marziali realizzarono che le arti marziali potevano essere utilizzate per altri scopi di sopravvivenza.
Invece di sopravvivere difendendosi o combattendo altri, si poteva sopravvivere insegnandole e tramandando la loro eredità culturale ad un’altra generazione.
Si potrebbe controbattere “Ma i mastri di Wushu hanno da lungo tempo insegnato per tramandare la propria eredità culturale.”
Sicuro, questo genere di cose non era necessariamente una novità, ma così come l’umanità prosegue nella sua maturazione sociale, l’utilizzo delle arti marziali nel combattimento divenne sempre meno comune e necessario, e questa transizione incrementò con il perdurare della pace.
Insegnare le arti marziali è così diventato sempre meno un fatto d’insegnare ai propri studenti a sopravvivere ad un conflitto – si insegnano le arti marziali così che la propria arte possa sopravvivere ai cambiamenti sociali. Insegnando ed essendo pagato per insegnare, è comunque un modo di sopravvivere nella società odierna, modo che è altrettanto legittimo come difendere il proprio villaggio dai briganti centinaia di anni fa.
Lo stato del Wushu oggi
Così, ai nostri giorni abbiamo una parte di società che utilizza il Wushu come metodo di sopravvivenza attraverso la performance di uno sport atletico – il “Wushu sportivo moderno ”.
Poi abbiamo un altra porzione della società che utilizza il Wushu come metodo per sopravvivere attraverso l’educazione culturale alle arti – il “maestro di kung fu tradizionale”.
Dunque c’è un’intera porzione al centro di questo segmento. Tuttavia quelle nicchie sociali che utilizzano ancora oggi il Wushu col significato di sopravvivere attraverso il combattimento è incredibilmente piccolo.
Questo significa che non valga la pena di studiare il Wushu ( a prescindere da come lo si definisca) se non si avrà mai una possibilità di utilizzarlo?
Certamente no.
Come tutte le arti, il Wushu va ben oltre uno specifico fine. Vi sono più facce nello studio delle arti marziali che non è possibile elencarle qui.
Dall’aspetto della salute fisica, all’elevazione spirituale, allosviluppo di destrezze e capacità specializzate utilizzabili in altri sport, nelle arti della recitazione, in altre arti, nell’educazione, gli utilizzi e le implementazioni delle arti marziali sono sterminate.
Così come chi stia studiando arti marziali da un po’ di tempo potrebbe dirti – le arti marziali non c’entrano con i conflitti, perfino se si tratta di un sistema basato su tecniche di combattimento.
Mi sono reso conto che per tante persone questo suona come un ossimoro.
Mi sono ritrovato in ben più di una discussione in cui la gente fosse ostinatamente convinta del fatto che le arti marziali siano semplicemente inerenti al combattimento e che le persone che si allenarono alle arti marziali centinaia di anni fa non lo facessero per uno sviluppo personale – ma lo facessero per sopraffare altre persone, così da non essere uccisi.
Ma è proprio qui il punto no? Questo è stato centinaia di anni fa.
Nessuno adesso sta venendo nel tuo villaggio per saccheggiare il tuo tesoro e per rubarti le vacche. Nella società odierna lo scopo delle arti marziali si è elevato.
Così come la musica che un tempo era utilizzata come mezzo per la trasmissione della tradizione orale e della storia attraverso la società, adesso è utilizzata per ogni cosa, dalla terapia allacomunicazione con gli animali, dall’espressione artistica alle terapie contro le malattie.
Il Wushu inoltre proviene da un contesto molto specifico e si è sviluppato in qualcosa che è davvero molto di più di ciò che era originariamente.
è tempo di trovare la nostra via nel Wushu…
Allora, che cos’è il Wushu?
Alla fine la risposta alla domanda “che cos’è il Wuhsu” – o per lo meno l’unica risposta che una persona potrebbe dare con una certa accuratezza – finisce per essere la risposta più inadempiente che una persona potrebbe ascoltare:
“dipende”.
Forse aiuterà pensare ad un contesto diverso…
Se un robot intelligente ma privo di alcuna emozione domandasse “che cos’è l’amore?” come si potrebbe descriverglielo? C’è una risposta semplice?
L’amore è definibile da coloro che lo provano.
Nel momento in cui si prova allora si conosce. E può essere provato in modi così differenti da gente così diversa che non esiste una singola risposta che potrebbe soddisfare tutti coloro che ne hanno esperienza.
Anche il Wushu è definibile da coloro che lo praticano.
Quando si comincia a studiare, si comincia a comprenderlo. Ma lo si comprende in un modo unico grazie a te, grazie al tuo insegnante, grazie alla tua vita ed all’ambiente in cui vivi.
Dunque non c’è una singola risposta che possa soddisfare tutti i praticanti di Wushu.
Per stravolgere completamente un’espressione popolare, il Wushu è quello che Wushu fa.
E se si è uno di quelli che” fanno” Wushu, allora la definizione che ti sei dato è veramente l’unica definizione di cui ti dovrai preoccupare.
Commento di Eric Chang – 19 Agosto 2013
Citando Mark: “le arti marziali non c’entrano niente col combattere, sebbene si tratti di sistemi basati su tecniche di combattimento”. Leggere questo per me ha molto senso, e non ci trovo nessun ossimoro. Tempo fa ho avuto una breve ma profonda conversazione di questo con mio padre; la mia tesi era – come tutti quelli che volevano apprendere il Wushu per combattere contro gli altri – “ che il Wushu fosse finalizzato esclusivamente al combattimento, che lo sia sempre stato e che sempre lo sarà”. Quello che mio padre mi rispose era molto profondo, e mi spiegò che il carattere 武 in realtà si potrebbe dividere in due parti. […] 止zhi che significa “fermare” e 戈ge “daga”, che assieme al carattere 術shu significa “l’arte di arrestare la daga”.
Il Wushu allora non è mai stato destinato ad iniziare/cercare il conflitto. Anche se le proprie qualità siano altissime, non si dovrebbero mai usarle per risolvere le cose, se lo si facesse allora ci si abbasserebbe al livello dei malandrini che cercano problemi. Dovrebbe poter essere utilizzato davvero come l’ultima spiaggia alla conclusione di un problema se niente altro potrebbe esser fatto.
Questo mi ha colpito veramente, come una mattonata. Che cosa mi disse mio padre fù così profondo che mi si è inciso nella mente per sempre, e mio padre mi ha fatto guardare al Wushu con una luce totalmente nuova. Potrei dire che questa è la mia definizione personale di che cosa sia veramente il Wushu per me.
Saluti e complimenti!
***
Grazie all’amico Mark per l’articolo e per il materiale infinito ed infinitamente utile che mette a disposizione della comunità di praticanti del Wushu.
Breve e non esaustivo abbecedario dei termini principali dell’arte della spada nel Taiji, e di alcune delle tecniche principali incontrate nelle sequenze che studiamo.
Breve e non esaustivo abbecedario dei termini principali dell’arte della spada nel Taiji, e di alcune delle tecniche principali incontrate nelle sequenze che studiamo.
Nel 1956 la Repubblica Popolare Cinese varò una politica sportiva di recupero e diffusione dell’arte marziale in campo sportivo. Furono costituite commissioni d’esperti allo scopo di creare esercizi e regolamenti e formare insegnanti; nasceva così il wushu sportivo.
Per il taijiquan fu creata, sulle basi dello stile Yang, la sequenza semplificata in 24 movimenti (jianhua taijiquan 24 shi), uno strumento semplice, breve e codificato per la diffusione di massa. Negli anni ’60 il gruppo di lavoro per la riforma del wushu della Commissione Statale per lo Sport, produsse altre forme: la 88 movimenti, la 32 spada, il tuishou.
Nel decennio 1966-1976 ogni attività, compresa la pratica del taijiquan, venne congelata a causa della Rivoluzione Culturale. Alla fine degli anni ’70 riprese lo studio dell’arte marziale e in particolare proprio del taijiquan che divenne la forma di ginnastica a corpo libero più praticata in Cina.
Nel 1982, a seguito delle riforme politiche di Deng Xiaoping, vi fu un grande impulso alla crescita e alla divulgazione del wushu. Grazie all’apertura delle frontiere gli insegnanti cinesi poterono recarsi all’estero e gli istituti accogliere studenti stranieri. Il taijiquan divenne uno sport agonistico anche in Occidente.
anziani praticano il taijiquan semplificato al parco
Le caratteristiche e i principi del taijiquan moderno, per quanto più semplici e meno profondi di quelli del taijiquan tradizionale, sono pur sempre da essi dedotti e non risultano pertanto in contraddizione.
Tuttavia il livellamento verso il basso della pratica, giustificato con fini di massificazione, ha portato alla nascita di generazioni d’insegnanti di basso livello, con scarsa comprensione dei principi e della tecnica, spesso protagonisti di fallaci interpretazioni dei principi stessi e quindi di una fallace trasmissione ai loro studenti.
Ecco dunque che per un nobile motivo – la diffusione della disciplina – s’è spesso ingenerato un vortice negativo: la confutazione della disciplina stessa. I requisiti del Taijiquan moderno
Fonte: Taijiquan yundong (lo sport Taijiquan), Renmin Tiyu Chubanshe (Editrice Educazione Fisica Popolare), Beijing 1978. traduzione dal cinese e note esplicative di Fabio Smolari taijimoderno1
Caratteristiche generali
轻松柔和 qingsong rouhe, sciolto e armonioso
连贯均匀 lianguan junyun, collegato e regolare
圆活自然 yuanhuo ziran, circolare e naturale
协调完整 xiediao wanzheng, coordinato e completo
Queste caratteristiche generali, riferite alle sequenze:
descrivono l’esercizio nella sua fase “matura”, sono cioè un obiettivo da raggiungere.
La “24 movimenti” è stata la prima sequenza di taijiquan moderno. Ideata con fini di standardizzazione e divulgazione di massa è ancor oggi una delle forme più conosciute in Cina e nel mondo intero.
La “88 movimenti” ricalca la sequenza Yang classica utilizzando però modalità gestuali tipiche della “24”. Fu creata per fornire agli appassionati di taijiquan uno strumento più complesso e impegnativo ma con uno standard gestuale unificato che ne facilitasse la diffusione su scala nazionale.
La “48” è costituita da movimenti tratti dagli stili Yang, Chen, Wu e Sun rimodellati secondo lo standard moderno della “24”. Fu creata da Li Deyin e Men Huifeng quale strumento tecnicamente vario e complesso adatto ad un’applicazione agonistica.
Nel 1956 la Repubblica Popolare Cinese varò una politica sportiva di recupero e diffusione dell’arte marziale in campo sportivo. Furono costituite commissioni d’esperti allo scopo di creare esercizi e regolamenti e formare insegnanti; nasceva così il wushu sportivo.
Per il taijiquan fu creata, sulle basi dello stile Yang, la sequenza semplificata in 24 movimenti (jianhua taijiquan 24 shi), uno strumento semplice, breve e codificato per la diffusione di massa. Negli anni ’60 il gruppo di lavoro per la riforma del wushu della Commissione Statale per lo Sport, produsse altre forme: la 88 movimenti, la 32 spada, il tuishou.
Nel decennio 1966-1976 ogni attività, compresa la pratica del taijiquan, venne congelata a causa della Rivoluzione Culturale. Alla fine degli anni ’70 riprese lo studio dell’arte marziale e in particolare proprio del taijiquan che divenne la forma di ginnastica a corpo libero più praticata in Cina.
Nel 1982, a seguito delle riforme politiche di Deng Xiaoping, vi fu un grande impulso alla crescita e alla divulgazione del wushu. Grazie all’apertura delle frontiere gli insegnanti cinesi poterono recarsi all’estero e gli istituti accogliere studenti stranieri. Il taijiquan divenne uno sport agonistico anche in Occidente.
anziani praticano il taijiquan semplificato al parco
Le caratteristiche e i principi del taijiquan moderno, per quanto più semplici e meno profondi di quelli del taijiquan tradizionale, sono pur sempre da essi dedotti e non risultano pertanto in contraddizione.
Tuttavia il livellamento verso il basso della pratica, giustificato con fini di massificazione, ha portato alla nascita di generazioni d’insegnanti di basso livello, con scarsa comprensione dei principi e della tecnica, spesso protagonisti di fallaci interpretazioni dei principi stessi e quindi di una fallace trasmissione ai loro studenti.
Ecco dunque che per un nobile motivo – la diffusione della disciplina – s’è spesso ingenerato un vortice negativo: la confutazione della disciplina stessa. I requisiti del Taijiquan moderno
Fonte: Taijiquan yundong (lo sport Taijiquan), Renmin Tiyu Chubanshe (Editrice Educazione Fisica Popolare), Beijing 1978. traduzione dal cinese e note esplicative di Fabio Smolari taijimoderno1
Caratteristiche generali
轻松柔和 qingsong rouhe, sciolto e armonioso
连贯均匀 lianguan junyun, collegato e regolare
圆活自然 yuanhuo ziran, circolare e naturale
协调完整 xiediao wanzheng, coordinato e completo
Queste caratteristiche generali, riferite alle sequenze:
descrivono l’esercizio nella sua fase “matura”, sono cioè un obiettivo da raggiungere.
La “24 movimenti” è stata la prima sequenza di taijiquan moderno. Ideata con fini di standardizzazione e divulgazione di massa è ancor oggi una delle forme più conosciute in Cina e nel mondo intero.
La “88 movimenti” ricalca la sequenza Yang classica utilizzando però modalità gestuali tipiche della “24”. Fu creata per fornire agli appassionati di taijiquan uno strumento più complesso e impegnativo ma con uno standard gestuale unificato che ne facilitasse la diffusione su scala nazionale.
La “48” è costituita da movimenti tratti dagli stili Yang, Chen, Wu e Sun rimodellati secondo lo standard moderno della “24”. Fu creata da Li Deyin e Men Huifeng quale strumento tecnicamente vario e complesso adatto ad un’applicazione agonistica.
Una galleria di foto dei bambini (Wushu dell’A.S.D. Oriente) che hanno partecipato all’ultimo appuntamento del Panda-Kungfu a Calenzano, lo scorso 22 Febbraio.