女書 Nu Shu: la scrittura intima delle donne dell’Hunan, di Francesca Rosati Freeman
Sono davvero felice di poter pubblicare su Chabuduo questo articolo stupendo.
Vibrante!
Scritto da Francesca Rosati Freeman, autrice del libro “Benvenuti nel paese delle donne. I Moso: un viaggio ai confini del Tibet” che verrà a breve pubblicato dalla XL Edizioni.
Ho avuto la fortuna di conoscere Francesca proprio durante la stesura del suo libro, e da uno scambio accalorato di idee, ipotesi, dati storici ed antropologici, il tutto amalgamato dal collante dei sentimenti di amore per la Cina, di ammirazione verso le minoranze Moso e Naxi, ha preso vita un’amicizia profonda, che a prescindere dagli affanni quotidiani e dai risultati conseguiti nelle nostre ricerche, sono il più prezioso tesoro che sento di possedere.
Un tesoro composto da gioielli tempestati di pietre preziose che scintilano multicolori nelle proprie diversità: diversità come ricchezza, e non quali fattori discriminanti.
La stessa ricchezza è la sensazione che provo nel ripensare ai giorni passati di pratica del Wushu in determinati luoghi, con persone e sentimenti che per mille motivi sono trasformati, alcuni fortificati, altri – la maggior parte – svaniti e persi per sempre, come la sabbia passa inesorabilmente dal setaccio del cercatore d’oro per lasciarvi le pepite, assieme alle impurità.
Io, anche se in Italiano non si dovrebbe mai cominciare un periodo così, penso ed avverto che lo sguardo con cui Jiejie Francesca c’introduce ad un argomento, per me interessantissimo, quale il Nushu – “la scrittura delle donne” sia davvero coinvolgente, affascinante, e che dalle righe davvero ben scritte di questa introduzione efficace si presenti un argomento sicuramente da approfondire, così come si mostrino tematiche che suscitano idee e sentimenti da ascoltare in pirimis, rielaborare ed esprimere in parole che possano accendere un dibattito costruttivo, ricco, interdisciplinare, multicolore, pointilliste, al quale mi sento chiamato a partecipare con passione.
Grazie Jiejie Francesca, di tutto.
Tuo Didi!
…vicino al villaggio cinese di Shanjianxu, nella regione meridionale dell’Hunan, il tempio della Montagna Fiorita è dedicato a due sorelle morte più di mille anni fa. Da secoli le contadine venerano i loro spiriti portando al tempio rotoli di carta di riso in cui confidano i loro segreti e formulano dei desideri; non di rado quello di suicidarsi. In questo tempio tra gli odori dell’incenso che brucia, il canto che una contadina ha lasciato su un rotolo di carta di riso si traduce così:
“Sorelle defunte, ascoltate questa mia preghiera.
Questa povera ragazza vi scrive nella lingua delle donne anime sorelle
Abbiate pietà di me
Vorrei seguirvi dove siete
Se solo mi accettate
Voglio seguirvi fino alle sorgenti dell’aldilà
Di questo mondo non mi attira più niente
Vi scongiuro trasformatemi in uomo
Non voglio più avere il nome di donna”.
Scrivevano il nu shu anche sui ventagli oltre che sulla carta o lo ricamavano sui fazzoletti. A volte ne facevano dei motivi decorativi per le coperte…