La foto che più mi piacciono di tutte quelle scattate durante la II ed interminabile giornata delle competizioni regionali 2009, ad Arezzo, pubblicate anche su Facebook, mentre tutte le gallerie che ho scattato si trovano su xiulong.it/zhongguowushu.
Secondo me andrebbe istituito un premio speciale da donare a tutti, arbitri compresi, per la pazienza e la dedizione con cui si continua, anno dopo anno, ad andare a queste gare, che iniziano alle 9.00 e si disputano, in taluni casi, dopo 11, 12 e addirittura 13 ore!
Un abbraccio grande, quindi, a tutti i partecipanti! Non solo ai vincitori, tra cui con piacere vedo persone care, grandi piccini e piccoli ormai divenuti ragazzi.
Appena si capirà come e soprattutto quando farlo, potremo avere anche i filmati delle forme.
Queste sono le foto scattate durante la II ed interminabile giornata delle competizioni regionali 2009, ad Arezzo.
Secondo me andrebbe istituito un premio speciale da donare a tutti, arbitri compresi, per la pazienza e la dedizione con cui si continua, anno dopo anno, ad andare a queste gare, che iniziano alle 9.00 e si disputano, in taluni casi, dopo 11, 12 e addirittura 13 ore!
Un abbraccio grande, quindi, a tutti i partecipanti! Non solo ai vincitori, tra cui con piacere vedo persone care, grandi piccini e piccoli ormai divenuti ragazzi.
Appena si capirà come e soprattutto quando farlo, potremo avere anche i filmati delle forme.
Cioè, a me Luchino mi garba troppo. A parte il fatto che in bastone ha messo più forza lui che tutto il resto del mondo! E poi Luchino ha tanto tanto spirito.
La Sere è superbrava. C’ha 2 polmoni così e ti spara ‘ste forme come se fossero bicchierini d’acqua. Brava Sere, e che spettaolo la spada Serenella. Appena ce la faccio ti passo i filmati.
Clau e Ioni, oltre ad essere con Nicco, la mia famiglia e pochissimi altri, le persone più care che ho sulla faccia della terra, sono i pezzi da 90 della Toscana! Il bello è che sono anche in Italia i pezzi da 90; meditate gente, meditate…
Nicco M…mmmmarema maiala come sei bravo Nicco. Ti s’è detto tante volte, ma è bene anche scriverlo! E poi siamo troppo contenti dell’amicizia. Bravo biondino, e bada ai bozzi
Dopo l’articolo dedicato a Nushu della carissima Jiejie Francesca (adesso divenuto pagina fissa, così come sarà per questo lavoro straordinario!!!), con grandissima gioia ritorno a presentare il lavoro di un amico! Un lavoro superbo, del mio fraterno e compagno di VICINA Alessandro, Tie Baozi, dedicato a 叶圣陶 Ye Shengtao, scrittore, letterato, fondatore dell’Associazione 文學研究會 per lo studio della letteratura, la cui vita intera (28 Ottobre 1894 – 16 Febbraio 1988) è stata dedicata alla scrittura, alla pubblicazione del all’educazione al linguaggio (文學為人生).
Il lavoro di Tie è suddiviso in 4 sezioni, delle quali la I è una panoramica introduttiva sulla straordinaria figura di 叶圣陶, sulla sua concezione di “letteratura per la vita” e come riflesso speculare del mondo e della realtà circostante, dunque di sguardo “allenato” all’osservazione “non necessario soltanto per il bene della letteratura, piuttosto, occhi allenati, in realtà nutrono la vita“. Un altro aspetto fondamentale della poetica di 叶圣陶 èil concetto di educazione, con un orvesciamento della prospettiva nel rapporto allievo-maestro per la realizzazione della condizione di sviulppo, nello studente, di un proprio modello di valutazione ed in senso critico individuale.
Questo conceto, per me interessantissimo e davvero urgente in ambito educativo scolastico ed extra-scolastico, urgenza derivata dalla personale esperienza in ambiti accademici ed in strutture sportive regionali e nazionali, è sviluppato ed approfondito da Tie nella IV sezione, assieme ad il concetto di “vissuto come argomento letterario” che emerge dalle parole dello stesso 圣陶 che Tie cita puntualmete e che ivi riporto: “…guardando indietro, mi sembra di non aver mai scritto niente di cui avessi soltanto una vaga conoscenza. In altre parole, non posso scrivere di qualcosa semplicemente immaginandola, benchè non voglia bandire l’elemento fantastico. Ho vissuto nelle metropoli, nelle città e nei villaggi, ed ho scritto di ciò che ho osservato. Come insegnante ho conosciuto qualcosa a proposito della vita nel mondo dell’educazione, e di questo ho scritto. Seppur in modo superficiale ho assistito al graduale sviluppo della rivoluzione cinese ed anche di ciò ho scritto…”
Grazie Tie di questo lavoro prezioso, che in primis mi ha fatto conoscere l’esistenza e mi ha introdotto all’opera di uno scrittore unico, la cui poetica trova nella mia piccola esperienza punti di contatto e di confronto interessantissimi con Jean Pierre Faye, in molteplici ambiti, come la definizione di un “nuovo” linguaggio letterario , dello stile, dei temi della letteratura, così come espresso in Le récit hunique – il racconto dell’Unno, in cui l’Unno, tornato al proprio villaggio dopo uno straordinario viaggio nel futuro “Nuovo Mondo”, racconta ai compaesani ignari perfino dell’esistenza di quel continente, mai “usciti” dalla propria realtà e dai propri confini, l’esperienza straordinaria del proprio vissuto.
Su Chabuduo, dopo l’articolo dedicato a Nushu della carissima Jiejie Francesca (adesso divenuto pagina fissa, così come sarà per questo lavoro straordinario!!!), con grandissima gioia ritorno a presentare il lavoro di un amico! Un lavoro superbo, del mio fraterno e compagno di VICINA Alessandro, Tie Baozi, dedicato a 叶圣陶 Ye Shengtao, scrittore, letterato, fondatore dell’Associazione 文學研究會 per lo studio della letteratura, la cui vita intera (28 Ottobre 1894 – 16 Febbraio 1988) è stata dedicata alla scrittura, alla pubblicazione del all’educazione al linguaggio (文學為人生).
Il lavoro di Tie è suddiviso in 4 sezioni, delle quali la I è una panoramica introduttiva sulla straordinaria figura di 叶圣陶, sulla sua concezione di “letteratura per la vita” e come riflesso speculare del mondo e della realtà circostante, dunque di sguardo “allenato” all’osservazione “non necessario soltanto per il bene della letteratura, piuttosto, occhi allenati, in realtà nutrono la vita“. Un altro aspetto fondamentale della poetica di 叶圣陶 èil concetto di educazione, con un orvesciamento della prospettiva nel rapporto allievo-maestro per la realizzazione della condizione di sviulppo, nello studente, di un proprio modello di valutazione ed in senso critico individuale.
Questo conceto, per me interessantissimo e davvero urgente in ambito educativo scolastico ed extra-scolastico, urgenza derivata dalla personale esperienza in ambiti accademici ed in strutture sportive regionali e nazionali, è sviluppato ed approfondito da Tie nella IV sezione, assieme ad il concetto di “vissuto come argomento letterario” che emerge dalle parole dello stesso 圣陶 che Tie cita puntualmete e che ivi riporto: “…guardando indietro, mi sembra di non aver mai scritto niente di cui avessi soltanto una vaga conoscenza. In altre parole, non posso scrivere di qualcosa semplicemente immaginandola, benchè non voglia bandire l’elemento fantastico. Ho vissuto nelle metropoli, nelle città e nei villaggi, ed ho scritto di ciò che ho osservato. Come insegnante ho conosciuto qualcosa a proposito della vita nel mondo dell’educazione, e di questo ho scritto. Seppur in modo superficiale ho assistito al graduale sviluppo della rivoluzione cinese ed anche di ciò ho scritto…”
Grazie Tie di questo lavoro prezioso, che in primis mi ha fatto conoscere l’esistenza e mi ha introdotto all’opera di uno scrittore unico, la cui poetica trova nella mia piccola esperienza punti di contatto e di confronto interessantissimi con Jean Pierre Faye, in molteplici ambiti, come la definizione di un “nuovo” linguaggio letterario , dello stile, dei temi della letteratura, così come espresso in Le récit hunique – il racconto dell’Unno, in cui l’Unno, tornato al proprio villaggio dopo uno straordinario viaggio nel futuro “Nuovo Mondo”, racconta ai compaesani ignari perfino dell’esistenza di quel continente, mai “usciti” dalla propria realtà e dai propri confini, l’esperienza straordinaria del proprio vissuto.
Sono alla prese con un lavoro che mi piace infinitamente, e che ritrae a matita una bambina tibetana dello Yunnan, e si basa sulla fotografia “Bambina di un villaggio nei pressi del monastero Songzanlin” di Gianni Limonta in “Yunnan – Cina” pubblicato nel 2000 dalla Leonardo Arte.
Lo schizzo preparatorio eseguito a tecnica mista , acquerello e matita colorata su carta da spolvero rosa, è stato selezionato per la copertina del libro “Benvenuti nel paese delle donne, i Moso. un viaggio ai confini del Tibet” di Francesca Rosati Freeman, edito dalla XL edizioni, attualmente in pubblicazione ( http://www.xledizioni.splinder.com ).
Questo è anche il ritratto del sentimento personale di immensa nostalgia per la Cina, in particolar modo dei paesaggiumani incontrati nel mio pellegrinaggio lungo la porzione nord-occidentale della provincia dello Yunnan, ai piedi del Tibet.
Il titolo è anche citazione dell’opera omonima di Ilario Fiore che ben descrive sintomi e sentimenti del maldiCina.
La bambina di Songzanlin è l’incarnazione della bellezza vissuta laggiù, di volti di terracotta dalle gote arrossate dal sole, di espressioni fiere ed al contempo timorose con sguardi di perla, della festa di colori dei costumi tradizionali delle minoranze dello Yunnan, un’enorme ricchezza ed una sconfinata varietà etnica, culturale ed artistica di quella provincia ai confini dello Sichuan e del Tibet, una delle visioni più toccanti che quotidianamente rivive nei miei pensieri e nei miei ricordi di Cina.
Il monastero di Songzanlin è un complesso religioso la cui fondazione risale a circa 300 anni fa, e nella sua imponente struttura vivono dai 200 ai 300 monaci buddisti. La via per accedere al monastero è circondata da vecchi edifici fatti di terra essiccata e legno, con improvvisi lampi di calce bianca, uno sfondo unico e silenzioso in cui appaiono e veleggiano macchie porpora e rosa: i monaci al lavoro e le bambine del villaggio limitrofo dalle vesti fuxia, con copricapi sgargianti, decorati con motivi floreali, dai volti dolci e baciati dal sole, che desiderano vendere piccoli oggetti dell’artigianato locale ai visitatori.
Il monastero si trova presso la città di Zongdian, conosciuta anche con il nome di Shangri-la, distante circa 200 km a Nord di Lijiang, crocevia etnico-culturale e capitale della religione Dongba e della tradizione manoscritta pittografica del popolo Naxi.
Lijiang, Zongdian ed i loro abitanti sono alcune gemme del variopinto e prezioso scrigno dello Yunnan, a sua volta parte dell’immenso tesoro della Cina. Questa provincia sud-occidentale abbraccia la più grande varietà di visioni e paesaggi di tutta la Cina, partendo dalla giungla del sud al confine con Laos e Myanmar (Birmania) e giungendo a nord fino alle imponenti montagne del Tibet, un altopiano di terra rossa solcato da fiumi imponenti come lo Yangtse, il Mekong ed il Salween.
La ricchezza naturale si esterna con il brulicare della vita in tutte le sue espressioni e varietà: delle 30.000 specie di piante viventi in Cina 18.000 si trovano in Yunnan, così come per la fauna, e sul suo territorio vivono ben 25 delle 56 minoranze etniche cinesi.
Il volto, gli occhi, l’esplosione di colori degli abiti della bambina di Songzanlin, una bimba tibetana, è il ritratto di questa abbagliante varietà e della ricchezza variopinta che ho incontrato nel mio pellegrinaggio nel 2005, al cui ritorno sono stato afflitto da inevitabile maldiCina.
Fra una settimana esatta avranno inizio i campionati regionali di Wushu – F.I.Wu.K. in Toscana, che si svolgeranno ad Arezzo.
Per l’occasione uniamoci e facciamo i migiori auguri a tutti i partecipanti, grandi, medi e piccini! E poi, personalmente, sono felicissimo di poter rivedere Ale (e Sara ed il piccino) che riprenderà parte alle competizioni dopo un brutto infortunio al gin-occhio!
Per l’occasione, oltre alle foto poi, si cercherà di riprendere tutto, ma proprio tutto, così da poter caricare i video su Youtube e condividerli sul web.
Un augurio particolare a Clau, Ioni, i 2 Niccolò, la Serenina e la Giulia, che sicuramente saranno bravissime/i e si faranno valere, o almeno venderanno cara la pelle: alla prossima settimana quindi…
Scritto da Francesca Rosati Freeman, autrice del libro “Benvenuti nel paese delle donne. I Moso: un viaggio ai confini del Tibet” che verrà a breve pubblicato dalla XL Edizioni.
Ho avuto la fortuna di conoscere Francesca proprio durante la stesura del suo libro, e da uno scambio accalorato di idee, ipotesi, dati storici ed antropologici, il tutto amalgamato dal collante dei sentimenti di amore per la Cina, di ammirazione verso le minoranze Moso e Naxi, ha preso vita un’amicizia profonda, che a prescindere dagli affanni quotidiani e dai risultati conseguiti nelle nostre ricerche, sono il più prezioso tesoro che sento di possedere.
Un tesoro composto da gioielli tempestati di pietre preziose che scintillano multicolori nelle proprie diversità: diversità come ricchezza, e non quali fattori discriminanti.
La stessa ricchezza è la sensazione che provo nel ripensare ai giorni passati di pratica del Wushu in determinati luoghi, con persone e sentimenti che per mille motivi sono trasformati, alcuni fortificati, altri – la maggior parte – svaniti e persi per sempre, come la sabbia passa inesorabilmente dal setaccio del cercatore d’oro per lasciarvi le pepite, assieme alle impurità.
Io, anche se in Italiano non si dovrebbe mai cominciare un periodo così, penso ed avverto che lo sguardo con cui Jiejie Francesca c’introduce ad un argomento, per me interessantissimo, quale il Nushu – “la scrittura delle donne” sia davvero coinvolgente, affascinante, e che dalle righe davvero ben scritte di questa introduzione efficace si presenti un argomento sicuramente da approfondire, così come si mostrino tematiche che suscitano idee e sentimenti da ascoltare in primis, rielaborare ed esprimere in parole che possano accendere un dibattito costruttivo, ricco, interdisciplinare, multicolore, pointilliste, al quale mi sento chiamato a partecipare con passione.
Grazie Jiejie Francesca, di tutto.
Tuo Didi!
Stefano Zamblera – Xiulong
***
Cartina Cina/Hunan, tratta da Wikipedia
La trascrizione in caratteri cinesi è 女書(nu shu=scrittura delle donne).
C’è chi dice che data di 400 anni fa, chi di mille o di tremila se ci si riferisce al ritrovamento di alcune iscrizioni ritrovate sulle ossa di animali o scaglie di tartaruga nelle rovine Yin, ma c’è chi dice che è ancora più antica facendola risalire alle società matriarcali.
Alcuni dicono che si tratta di un codice segreto, altri precisano che si tratta di un sistema di scrittura, qualcuno afferma che è già scomparsa, altri ne prevedono l’imminente estinzione, ma nonostante le origini del nu shu non siano ancora molto chiare, ciò non toglie nessun valore alla sua creazione e pratica in una regione isolata della Cina, l’Hunan, e precisamente nella prefettura di Jiang Yong, nella zona montagnosa del Sud-Ovest del paese dove gli Han coabitano con gli Yao e le donne per comunicare fra di loro e confortarsi a vicenda, hanno inventato una scrittura, trascrizione del loro dialetto locale…
Scritto da Francesca Rosati Freeman, autrice del libro “Benvenuti nel paese delle donne. I Moso: un viaggio ai confini del Tibet” che verrà a breve pubblicato dalla XL Edizioni.
Ho avuto la fortuna di conoscere Francesca proprio durante la stesura del suo libro, e da uno scambio accalorato di idee, ipotesi, dati storici ed antropologici, il tutto amalgamato dal collante dei sentimenti di amore per la Cina, di ammirazione verso le minoranze Moso e Naxi, ha preso vita un’amicizia profonda, che a prescindere dagli affanni quotidiani e dai risultati conseguiti nelle nostre ricerche, sono il più prezioso tesoro che sento di possedere.
Un tesoro composto da gioielli tempestati di pietre preziose che scintilano multicolori nelle proprie diversità: diversità come ricchezza, e non quali fattori discriminanti.
La stessa ricchezza è la sensazione che provo nel ripensare ai giorni passati di pratica del Wushu in determinati luoghi, con persone e sentimenti che per mille motivi sono trasformati, alcuni fortificati, altri – la maggior parte – svaniti e persi per sempre, come la sabbia passa inesorabilmente dal setaccio del cercatore d’oro per lasciarvi le pepite, assieme alle impurità.
Io, anche se in Italiano non si dovrebbe mai cominciare un periodo così, penso ed avverto che lo sguardo con cui Jiejie Francesca c’introduce ad un argomento, per me interessantissimo, quale il Nushu – “la scrittura delle donne” sia davvero coinvolgente, affascinante, e che dalle righe davvero ben scritte di questa introduzione efficace si presenti un argomento sicuramente da approfondire, così come si mostrino tematiche che suscitano idee e sentimenti da ascoltare in pirimis, rielaborare ed esprimere in parole che possano accendere un dibattito costruttivo, ricco, interdisciplinare, multicolore, pointilliste, al quale mi sento chiamato a partecipare con passione.
Grazie Jiejie Francesca, di tutto.
Tuo Didi!
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…vicino al villaggio cinese di Shanjianxu, nella regione meridionale dell’Hunan, il tempio della Montagna Fiorita è dedicato a due sorelle morte più di mille anni fa. Da secoli le contadine venerano i loro spiriti portando al tempio rotoli di carta di riso in cui confidano i loro segreti e formulano dei desideri; non di rado quello di suicidarsi. In questo tempio tra gli odori dell’incenso che brucia, il canto che una contadina ha lasciato su un rotolo di carta di riso si traduce così:
“Sorelle defunte, ascoltate questa mia preghiera. Questa povera ragazza vi scrive nella lingua delle donne anime sorelle Abbiate pietà di me Vorrei seguirvi dove siete Se solo mi accettate Voglio seguirvi fino alle sorgenti dell’aldilà Di questo mondo non mi attira più niente Vi scongiuro trasformatemi in uomo Non voglio più avere il nome di donna”.
Scrivevano il nu shu anche sui ventagli oltre che sulla carta o lo ricamavano sui fazzoletti. A volte ne facevano dei motivi decorativi per le coperte…
La Fonetica, parola che deriva dal Greco φωνή phōnē – suono, voce, è quella parte della linguistica e della glottologia che studia la produzione dei FONI, ossia i suoni linguistici, la loro percezione, e le loro caratteristiche.
In particolare la fonetica analizza il funzionamento e la struttura dell’apparato fonatorio – gli organi che realizzano la fonazione – la produzione dei suoni linguistici, studiando inoltre le caratteristiche di questiultimi linguistici ed i contesti in cui vengono articolati, i contesti della comunicazione audio-verbale.
All’interno di questo immenso insieme di argomenti di studio si sono distinti due estremi opposti di modalità di articolazione dei foni, detti ipoarticolato ed ipoarticolato: nella comunicazione audio-verbale, ad esempio, un professionista della voce (attore, annunciatore) viene registrato mentre pronuncia, isolato in una cabina di registrazione suoni, sillabe, parole e frasi che egli legge o che gli viene chiesto di pronunciare, una condizione artificiale che consiste nella riproduzione dell’atto comunicativo, operazione in cui il destinatario non è un interlocutore bensì un fonetista, una modalità dell’atto del parlare che viene chiama parlato iperarticolato di laboratorio.
Il suo opposto è detto il parlato ipoarticolato informale spontaneo, come nel caso in cui un soggetto si rivolge ad un amico in modo concitato e gli parla in fretta, mangiandosi parole o accennandole appena, un caso in cui la conversazione avviene in ambiente naturale, eventualmente disturbato da altre voci o rumori, una condizione nella quale si svolge la maggioranza degli atti comunicativi.
Durante lo studio dell’atto dello scrivere, all’interno della tradizione manoscritta pittografica Dongba, ho avvertito alcune somiglianze interessanti con il concetto di parlato ipoarticolato, e dunque ho scritto alcuni appunti…
Ho impostato una nuova versione del giornale digitale, che da tempo aveva davvero bisogno di una ristrutturazione per poter (lentamente) accogliere il materiale che ho da parte, specialmente le foto di Barcellona e di Parigi.
La struttura è sempre in WordPress, basata su un tema interessante ed intuitivo da usare sia dalla parte utente sia dalla parte amministratore.
Malgrado xiulong.it sia davvero cambiato dalla sua prima uscita in internet, il nucleo da cui partì e su cui ancora ruota è costituito da un giornale di immagini in costante aggiornamento (lavoro e studio permettendo) la cui realizzazione mi venne in mente dopo aver visitato per caso il sito di TOW.COM, un praticante di Wushu degli U.S.A. professionista fotografo ed amministratore del portale.
Gli anni sono passati per tutti, anche per TOW e per Xiulong…