Che cos’è il Wushu?

Che tipo di Wushu è questo?

Che cos’è il Wushu?

Mark Moran

Mark Moran

Mia traduzione dall’originale “What is Wushu?” by Mark Moran | Aug 15 2013
http://www.wushuadventures.com/what-is-wushu/

credits e foto di Mark Moran

 

Taiji at Shanghai

Taiji at Shanghai

Così come chiunque stia studiando Wushu da un po’ più di una settimana potrebbe confermarvi, la domanda più comune che tutti ascoltiamo (perlomeno ogni settimana) è: che cos’è il Wushu?

Il problema con questa domanda è che si tratta un po’ come se si dovesse descrivere i colori ad una persona cieca. Il Wushu è un sistema/filosofia veramente molto profondo da poter essere descritto in una conversazione casuale.

Certamente molti di noi risolvono la questione con le risposte “Arti marziali cinesi” oppure “Kung Fu”, nessuna delle quali è molto di aiuto, ed entrambe conducono a ulteriori domande.

Dunque, nel mio sforzo di alleviarmi il compito (e forse anche a qualcuno di voi) ho scritto questa introduzione al Wushu, nella speranza che dopo averla letta, le persone possano afferrare meglio che cosa sia il Wushu – e più importante, che cosa il Wushu non sia. (ad esempio, non è un piatto Cinese [a base di] maiale […])

Che tipo di Wushu è questo?

Che tipo di Wushu è questo?

Dunque, che cos’è il Wushu? (La risposta potrebbe sorprendere/infastidire/annoiarvi)

Letteralmente Wushu è un termine cinese, 武术 (武術 in caratteri cinesi tradizionali) ed è una combinazione dei caratteri wŭ, significante “marziale”, “guerra” o “combattere”, e shù che significa “forma d’arte”. Quindi letteralmente significa “arti marziali”.

Adesso il problema è che con una così generica definizione è possibile utilizzare il termine Wushu per descrivere l’intero range delle arti marziali.

Infatti, tecnicamente, tutte le arti marziali – dal Karate al Kali, dalla Capoeira alla Boxe arrivando fino al Wrestling – potrebbero essere detti Wushu. Tutti sono arti del combattimento che richiedono fini destrezze e maestria fisica.

A volte quando dico a qualcuno in Cina che io studio Wushu, allora mi viene chiesto “Wushu cinese?” (中国武术?), semplicemente per chiedere conferma di quale dei tipi [di arti marziali] in generale io pratichi.

 

Anche questo è Wushu?

Anche questo è Wushu?

Mentre la definizione più ampia del termine Wushu potrebbe essere tutte le arti marziali, la maggioranza delle persone pensa al Wushu come un insieme che includa specificatamente le Arti marziali cinesi. O più nello specifico, il Wushu è tipicamente definito come “le arti marziali che si originarono in Cina

Adesso, di nuovo, il problema con la definizione è che da quando le arti marziali cinesi si originarono, migliaia di anni fa, è poi avvenuta un’ampissima diffusione delle arti marziali cinesi in luoghi non-cinesi. Infatti è possibile dire che praticamente la maggior parte di tutte le arti marziali dell’Asia Orientale debbano un ampio segmento del proprio lignaggio alla Cina. Karate, Tae Kwon Do, Aijkido, Jujitsu, etc…, tutti si originarono da radici cinesi.

Ma così come il pollo del generale Tso o i Biscotti della fortuna negli Stati Uniti, le cose che lasciano la Cina tendono a prendere vita ed identità indipendenti.

Penso che molta gente ignori questo fatto quando dice “le arti marziali cinesi”, preferendo di pensare al Wushu come agli stili e le forme delle arti marziali che ancora conservino le proprie radici culturali e sociali cinesi.

Credo che la regola generale che la maggior parte delle persone segua è che se il nome dello stile è ancora pronunciato in cinese allora si tratta di Wushu cinese.

Per esempio, la maggior parte della gente non direbbe mai che il Choy Li Fut (蔡李佛 o Cài Lĭ Fó) non sia cinese, sebbene sia probabilmente praticato da più persone fuori della Cina che in Cina stessa. Ma una volta che i inizia a chiamare lo stile con un nome diverso, “Kenpo per esempio (che è una parola giapponese originatasi dal Cinese 拳法 Quán metodo del pugno”), che conduce ad altri significati ed altre culture.

Certamente, come in ogni cosa che ha migliaia di anni, nel Wushu si avranno tantissime varianti e divisioni e parcellizzazioni in fazioni. Così come nelle lingue di strato Neolatino si hanno divisioni in innumerevoli varianti di diversità linguistica, così il Wushu si presenta come un albero avente sia un forte tronco, sia salde radici nel passato, ma anche un insieme infinito di rami e di frutti che si diramano nel tempo presente.

Interno vs. Esterno

Una di queste divisioni è [quella adottata tra] stili interni ed esterni delle arti marziali cinesi.

Come (grossolana) generalizzazione, gli stili interni di Wushu sono focalizzati sulla respirazione, lo sviluppo del Qi (l’energia), e la coltivazione della destrezza e della forza interna (內功 nèi gŏng).

Certamente, questa è una sorta di divisione davvero strana visto che tutti gli stili delle arti marziali essenzialmente parlano dell’importanza del Qi, della respirazione e della forza interna. Non è che siccome si pratica uno stile esterno allora significa che non debba importare più della respirazione, giusto?

Dall’altra faccia della medaglia gli stili esterni sono quelli che generalmente si concentrano sulla potenza, la forza e l’esercizio/applicazione della potenza esterna (外功 wài gŏng).

Che è altrettanto strano poiché entrambe gli stili esterni ed interni si dedicano allo sviluppo della potenza, della forza e sull’abilità di applicare la forza.

Ma allora, quali sono veramente le differenze tra le arti marziali interne ed esterne?

Suppongo che si tratti di un problema di concentrazione. Mentre entrambe enfatizzano aspetti condivisi da tutte le arti marziali, certi stili concentrano la propria attenzione su certe aree più di altri.

Per il Wushu cinese, la maggior parte della gente ritiene che vi siano 3 scuole principali di arti marziali interne:

  1. 太极拳 tài jí quán (a volte scritto tai chi ch’uan)
  2. 八卦掌 bā guà zhăng (a volte scritto pakua chang)
  3. 形意拳 xíng quán (a volte scritto hsing yi ch’uan)

(qualche giorno affronterò la questione Wade-Gilles vs. Pinyin della traslitterazione del Cinese, ma per adesso usiamo il Pinyin nello spelling, ok?)

 

Taiji Quan

Taiji Quan

Attualmente queste tre scuole non sono né del tutto inclusive, né esclusive. Vi sono molti altri stili “interni” di arti marziali. 心意六合拳 (xīnyì liùhé quánil pugilato delle sei armonie della mente e dell’intenzione ) ad esempio, che è lo stile da cui è derivato lo Xíng yì quán, eppure non ha un posto come uno dei tre stili principali, principalmente perchè ha pochissimi praticanti (ed una terribile assenza in Wikipedia, aggiungerei)

In questo caso la popolarità è la soluzione del gioco, e gli stili maggiori sono così chiamati perchè contano la maggioranza dei praticanti.

Trovo sempre molto interessante quando dico a qualcuno che io pratico il Wushu e allora mi dicono “ non ho mai fatto Wushu, però ho fatto Tai Chi per un po ”. Chiaramente questi non realizzano che hanno appena detto un cosa sulle arti marziali equivalente a “non ho mai ballato, ma ho studiato Chachacha per un po’ ”.

Comunque è vero che, nella mente di qualcuno, gli stili interni delle arti marziali cinesi non siano parte del “wushu”. Essi hanno una definizione più limitata del Wushu, delegando altri rami dell’albero delle arti marziali a questo termine [Wushu].

Sfortunatamente perfino all’interno degli stili “esterni” delle arti marziali cinesi, si trova un’altra divisione che compete con l’identità del wushu come termine di comprensione.

Kung Fu vs. Wushu

Possiamo ringraziare Bruce Lee per questo.

Grazie Bruce...credo

Grazie Bruce…credo

Lui ha introdotto il termine “kung fu” (o 功夫 gŏng ) in Occidente senza spiegarne la traduzione letteraria.

Kung fu NON significa “arti marziali”. Tantomeno è uno stile di arti marziali.

In verità il kung fu non ha necessariamente niente a che vedere con le arti marziali.

(Ebbene si! L’ho detto)

È un termine che si riferisce ad uno specifico livello di maestria raggiunto in una certa abilità. In sostanza “kung fu” significa “un super altissimo livello di capacità quale risultato da un sacco di esercizio praticato per lungo tempo”. ( [usando il termine kung-fu] lo dici 10 volte più veloce)

Ecco perchè ho sempre trovato molto strano quando la gente dice “io pratico il kung fu” perchè letteralmente significa “io pratico la maestria”, che, onestamente, non mi dice praticamente niente di che cosa tu stia facendo. […]

Si, sono un po’ fazioso. Ma questo è comunque una questione valida su cui fare il punto.

Certamente la società, i linguaggio ed i tempi contribuiscono al cambiamento dei significati dei termini. […]

Allo stesso modo, “kung fu” è stato associato alle arti marziali cinesi, solitamente alle varianti tradizionali. (su questo argomento torniamo un po’ più avanti.)

E se si associa il termine kung fu alle arti marziali cinesi, allora ad un qualche livello il termine diverrebbe sinonimo con wushu, che anche significa arti marziali cinesi.

Ma allora, ma quale sarebbe la differenza tra il kung fu ed il wushu?

E sfortunatamente questo davvero dipende da colui a cui lo chiedi.

Alcuni diranno che non c’è differenza. Il kung fu ed il wushu sono la stessa cosa.

Altri diranno che sono completamente differenti e che il kung fu ed il wushu hanno davvero pochissimo in relazione l’uno con l’altro.

E ci saranno quelli [che staranno] nel mezzo e che diranno che il kungfu ed il wushu sono due aspetti della medesima cosa – due facce della stessa medaglia.

Ma qui è il punto…

La risposta di una persona alla domanda circa la differenza tra il kungfu ed il wushu non ti dice fondamentalmente quale sia la differenza – ti dice chi sia la persona [che risponde]. O più nello specifico, che cosa creda quella persona.

Perchè quando qualcuno ti da una risposta il cui spettro spazia in qualsiasi punto tra il “totalmente differente” ed il “totalmente uguale”, in realtà essi stanno parlando più di se stessi che delle arti marziali.

Ti stanno svelando chi ESSI siano e quale sia la LORO relazione con le arti marziali.

Le presone rispondono alle domande non basandosi sulla verità, ma sulle proprie percezioni.

Perchè la verità alla domanda “qual è la differenza tra il kungfu ed il wushu?” Consiste in come tu definisca questi due termini.

E chiunque ti stia dando qualsiasi altra risposta ti sta dicendo, non quale sia questa differenza, ma quale sia la loro personale definizione dei termini kungfu e wushu.

Questo tipo di cose di solito mi infastidisce, perchè ho una sorta di piccola fissazione sul fatto che la gente imponga la propria opinione e le proprie definizioni sugli altri. Ma, adesso, semplicemente la accetto come parte del modo in cui vanno le cose. Per lo meno ci darà qualcosa di cui chiacchierare quando ci fermiamo nel parcheggio dopo aver praticato il wushu, giusto?

Dunque, dopo aver detto tutto ciò ancora sono a darvi una risposta generalizzata. (si, lo so… totalmente ipocrita)

Ma voi lo sapete, sebbene ci siano un po’ di persone che hanno preso la propria opinione su questa situazione, la grande maggioranza della gente tende ad utilizzare il termine kungfu per riferirsi agli stili “tradizionali” delle arti marziali cinesi, e wushu come il termine con cui descrivere gli stili “contemporanei” o “moderni” delle arti marziali cinesi.

Tradizionale vs. Moderno

Ancora un’altra diramazione dell’albero delle arti marziali è quella tra le arti marziali cinesi “tradizionali” e “moderne”.

Qui è dove si comincia ad imbatterci in un pochino di storia. Come si saprà, la realtà è che TUTTE le forme delle arti marziali un tempo sono state considerate “moderne”. Chiunque sia stato a uscirsene per primo con lo stile della mantide religiosa fù probabilmente considerato “vai-all’inferno-fuori-di-qui” dagli altri praticanti di arti marziali del tempo.

A: che cosa dici? Hai visto una mantide combattere con un altro insetto ed hai deciso di farci uno stile di Wushu?

B: no, sul serio. Guarda. Mi sentirei meglio a combattere se facessi finta di essere uno scarafaggio

A: …che tipo strano

No, dico davvero. Con questa roba ci posso combattere. Lo giuro

No, dico davvero. Con questa roba ci posso combattere. Lo giuro

Infatti, essendo le arti marziali tanto “arti” quanto “scienze del combattimento”, richiedono una costante investigazione, esplorazione ed innovazione.

Quei praticanti di arti marziali che decidono che il loro sia l’unico stile che valga la pena di conoscere, e che non c’è bisogno di nessun ulteriore sviluppo, è in realtà un qualcuno che ha chiuso la sua mente ed ha tagliato fuori lo sviluppo.

Sono come quei pittori che decidono che Picasso sia l’apice della pittura, e copiano soltanto quello stile e che ritengono ogni altra esplorazione creativa successiva non degna di considerazione.

Qualsiasi cosa tu possa vedere come “moderna” (oppure strana) ad oggi, un domani sarà considerata “tradizionale”. Infatti questo sta già succedendo.

La gente oggi considera la versione degli anni ’70 del wushu contemporaneo come veramente differente nel suo approccio. Nessuno oggi davvero lo fa [cioè pratica il wushu] come facevano negli anni ’70, e dunque questo è visto – almeno sotto un certo punto di vista – come un po’ “tradizionale”.

(sicuramente non usiamo la parola “tradizionale” poiché è già utilizzata con un significato specifico nella comunità dei praticanti delle arti marziali, dunque la maggior parte di noi semplicemente dice “la vecchia scuola”.)

Dunque il wushu come forma artistica è costantemente in evoluzione. E questa evoluzione solitamente riflette le esigenze dei praticanti in qualsiasi epoca.

Sopravvivenza del più adatto

In un’epoca super lontana il wushu era un metodo per evitare che i monaci fossero troppo sedentari. Era praticato per la vitalità fisica e per la salute così che si potesse garantire di poter perseguire un percorso spirituale. La sopravvivenza in questo contesto richiese che il wushu ( o qualsiasi sia stato il nome utilizzato a quel tempo) fosse usato come un insieme di metodi per mantenere la forza e l’energia necessaria ai propri esercizi spirituali.

Dunque, un bel po’ successivamente, il wushu ha iniziato ad essere utilizzato per sopraffare le altre persone. Il mondo era un luogo avverso, e dunque la sopravvivenza in questo contesto consisteva nel proteggere se stessi e la propria famiglia. Vennero sviluppati metodi di combattimento a mani nude. Vennero forgiate armi – spade, bastoni e lance – creando sistemi di difesa che potessero essere utilizzati effettivamente. Fù un processo evolutivo, e ciascuna generazione che praticò queste forme di arti apportò dei miglioramenti adottando cambiamenti qua e là – avvolte cambiando completamente le cose al punto da renderle irriconoscibili – nell’ordine di migliorare e soddisfare al meglio alle esigenze dei tempi.

E, come ben si saprà, nella storia dell’uomo il maggior apporto di cambiamenti sociali e culturali stanno accadendo dagli ultimi 200 anni.

Sin dal XIX secolo le cose stanno cambiando ad una velocità mai vista prima. È semplicemente naturale, dunque, che anche il Wushu e le arti marziali stesse debbano cambiare. Se le arti creative sono uno specchio della società , della cultura e dei tempi in cui esse esistono, dunque il wushu è sottoposto senza alcuna eccezione a questa regola ed inoltre deve riflettere i cambiamenti sociali.

A meno che non si sia vissuto sotto una roccia [dentro una grotta] allora probabilmente si saprà che la Cina durante la metà del XX secolo ha sperimentato uno sconvolgimento radicale socio-politico globale.

Un po' di pulizie domestiche, culturalmente parlando

Un po’ di pulizie domestiche, culturalmente parlando

Le persone che detenevano la leadership del paese decisero che era giunto il momento del grande balzo in avanti e di lasciarsi alle spalle tutte le loro pratiche tradizionali. Una grossa “purga” degli elementi cinesi tradizionali ebbe inizio, e le arti marziali furono fra quelle cose che si scontrarono con questa sfida.

Molta gente lasciò la Cina e si portò il proprio Wushu con se.

Altri rimasero in Cina e continuarono a praticare in privato.

Questa divisione geografica promosse inoltre altre divisioni nello sviluppo del Wushu.

Non chiamatelo un ritorno sulla scena…

Col tempo i tumulti interni in Cina iniziarono a calmarsi, le persone in carica del governo realizzarono che certi elementi della tradizione culturale e ed artistica cinese avrebbero potuto beneficiare il popolo.

Dunque invece di focalizzarsi su quegli elementi del Wushu che avrebbero potuto crear problemi – l’applicazione delle tecniche di combattimento – venne deciso di sviluppare le componenti del Wushu che avrebbero potuto promuovere la propria cultura – l’estetica dei movimenti di combattimento.

E così, visto l’impegno fisico necessario all’allenamento nel Wushu, ne conseguì che il Wushu si fece strada come sport da competizione.

Inizialmente, coloro che per primi svilupparono la variante sportiva del wushu lavorarono duramente per mantenerne le radici marziali.

Molti dei nuovi, giovani atleti che allora studiarono con maestri dalla mente più tradizionalista dovettero apprendere un completo sistema di applicazioni – allo stesso modo in cui lo stile venne tramandato per generazioni – prima di potersi concentrare sulla performance estetica delle forme. Le forme, secondo la tradizione, erano uno strumento con cui si poteva ricordare delle applicazioni, e non l’esatto opposto.

È proprio così. I primi atleti di wushu dovettero imparare a combattere prima di poter apprendere le loro forme. Molto difficile da immaginarsi, vero?

Ma nel tempo , questa concentrazione sulle applicazioni venne meno. Non perchè le applicazioni non siano importanti. (Chiedete a qualsiasi atleta contemporaneo di Wushu e vi verrà risposto che, senza comprendere le applicazioni, le forme sono completamente vuote.) Questo accade perchè le applicazioni non sono più da tempo ormai il criterio secondo cui si è remunerati (e si sopravvive) nel mondo del Wushu.

Ultimamente il Wushu, così come la maggior parte delle cose della vita, è diventato un problema di compensi e penalità per un certo tipo di azioni e di comportamenti. Si è remunerati dalla società/gente/vita se le tue doti sono applicabili alla sopravvivenza in determinati contesti.

Da quando la sopravvivenza dell’atleta dipende dal ricevere specifici punteggi basati su specifici criteri, allora questo è il contesto in cui avviene lo sviluppo del Wushu. Qualsiasi criterio prosperi, questo è ciò che detta la direzione che prenderà il Wushu.

La sopravvivenza del praticante di wushu non dipende più dal difendersi da qualcuno, o nell’essere in un combattimento all’ultimo sangue con altra gente. Adesso dipende dal saltare alto, apparir bello ed avere una velocità incredibile, potenza ed espressività artistica. Queste sono le ragioni per cui il wushu sportivo moderno si è sviluppato nel modo in cui si è sviluppato, ed è anche la ragione per cui anche molti stili tradizionali sono cambiati.

La remunerazione può essere piacevole

La remunerazione può essere piacevole

[…] Il wushu come sport a noi contemporaneo è passato attraverso numerosi cambiamenti negli anni. E vi sono molte più differenziazioni al suo interno – cambiamenti che sono davvero troppo numerosi per essere descritti qui a pieno.

Dal Sanda vs. il Taolu, al contemporaneo-tradizionale vs. il contemporaneo-moderno, agli stili del nord vs. gli stili del sud, alle armi lunghe vs. le armi corte a… beh, ti sei fatto un’idea.

Una sorta di piantina del wushu contemporaneo è un argomento che è meglio lasciare ad un altro giorno. Che sia sufficiente dire, il wushu sportivo contemporaneo è una vasta area che sicuramente merita ulteriori discussioni.

L’evoluzione del wushu tradizionale

Nel frattempo, tornando indietro alla metà del XX secolo, color che lasciarono la Cina e mantennero le loro tradizioni concentrate sull’applicazione come la primaria espressione della propria arte, si trovarono in una strana situazione non così diversa da chi rimase in Cina.

Così come la società si era evoluta ed i popoli maturarono, il combattimento uomo a uomo (o donna a donna a seconda dei casi) non era più considerata una forma accettabile di risolvere i conflitti.

All’incirca nello stesso momento che il Wushu in Cina trovò che la sua sopravvivenza dipendesse sua dalla performance atletica, il Wushu fuori della Cina realizzò che la sua sopravvivenza dipendeva dagli aspetti della vita non concentrati sul combattimento.

Dunque, che cosa succede quando si ha un arte del combattimento i cui fondamenti si ritrovano in un mondo dove la somma espressione dell’arte stessa non è più socialmente assolutamente accettabile?

Certamente ti adatti.

è tempo di fare qualche adattamento ragazzi dell'artiglio della tigre

è tempo di fare qualche adattamento ragazzi dell’artiglio della tigre

Ma non fù un adattamento semplice. Le persone erano radicate con le proprie tradizioni e le innovazioni spesso impiegarono diverse generazioni per affermarsi. Molte persone si stanno adattando tutt’oggi. È semplicemente naturale, reale, e forse alla fine dei conti non è nemmeno una cosa poi così tanto negativa.

Molti insegnanti che si erano concentrati sulle applicazioni delle arti marziali realizzarono che le arti marziali potevano essere utilizzate per altri scopi di sopravvivenza.

Invece di sopravvivere difendendosi o combattendo altri, si poteva sopravvivere insegnandole e tramandando la loro eredità culturale ad un’altra generazione.

Si potrebbe controbattere “Ma i mastri di Wushu hanno da lungo tempo insegnato per tramandare la propria eredità culturale.

Sicuro, questo genere di cose non era necessariamente una novità, ma così come l’umanità prosegue nella sua maturazione sociale, l’utilizzo delle arti marziali nel combattimento divenne sempre meno comune e necessario, e questa transizione incrementò con il perdurare della pace.

Insegnare le arti marziali è così diventato sempre meno un fatto d’insegnare ai propri studenti a sopravvivere ad un conflitto – si insegnano le arti marziali così che la propria arte possa sopravvivere ai cambiamenti sociali. Insegnando ed essendo pagato per insegnare, è comunque un modo di sopravvivere nella società odierna, modo che è altrettanto legittimo come difendere il proprio villaggio dai briganti centinaia di anni fa.

Lo stato del Wushu oggi

Così, ai nostri giorni abbiamo una parte di società che utilizza il Wushu come metodo di sopravvivenza attraverso la performance di uno sport atletico – il “Wushu sportivo moderno ”.

Poi abbiamo un altra porzione della società che utilizza il Wushu come metodo per sopravvivere attraverso l’educazione culturale alle arti – il “maestro di kung fu tradizionale”.

Dunque c’è un’intera porzione al centro di questo segmento. Tuttavia quelle nicchie sociali che utilizzano ancora oggi il Wushu col significato di sopravvivere attraverso il combattimento è incredibilmente piccolo.

Questo significa che non valga la pena di studiare il Wushu ( a prescindere da come lo si definisca) se non si avrà mai una possibilità di utilizzarlo?

Certamente no.

Come tutte le arti, il Wushu va ben oltre uno specifico fine. Vi sono più facce nello studio delle arti marziali che non è possibile elencarle qui.

Dall’aspetto della salute fisica, all’elevazione spirituale, allo sviluppo di destrezze e capacità specializzate utilizzabili in altri sport, nelle arti della recitazione, in altre arti, nell’educazione, gli utilizzi e le implementazioni delle arti marziali sono sterminate.

Così come chi stia studiando arti marziali da un po’ di tempo potrebbe dirti – le arti marziali non c’entrano con i conflitti, perfino se si tratta di un sistema basato su tecniche di combattimento.

Mi sono reso conto che per tante persone questo suona come un ossimoro.

Mi sono ritrovato in ben più di una discussione in cui la gente fosse ostinatamente convinta del fatto che le arti marziali siano semplicemente inerenti al combattimento e che le persone che si allenarono alle arti marziali centinaia di anni fa non lo facessero per uno sviluppo personale – ma lo facessero per sopraffare altre persone, così da non essere uccisi.

Ma è proprio qui il punto no? Questo è stato centinaia di anni fa.

Nessuno adesso sta venendo nel tuo villaggio per saccheggiare il tuo tesoro e per rubarti le vacche. Nella società odierna lo scopo delle arti marziali si è elevato.

Così come la musica che un tempo era utilizzata come mezzo per la trasmissione della tradizione orale e della storia attraverso la società, adesso è utilizzata per ogni cosa, dalla terapia alla comunicazione con gli animali, dall’espressione artistica alle terapie contro le malattie.

Il Wushu inoltre proviene da un contesto molto specifico e si è sviluppato in qualcosa che è davvero molto di più di ciò che era originariamente.

è tempo di trovare la nostra via nel Wushu...

è tempo di trovare la nostra via nel Wushu…

Allora, che cos’è il Wushu?

Alla fine la risposta alla domanda “che cos’è il Wuhsu” – o per lo meno l’unica risposta che una persona potrebbe dare con una certa accuratezza – finisce per essere la risposta più inadempiente che una persona potrebbe ascoltare:

dipende”.

Forse aiuterà pensare ad un contesto diverso…

Se un robot intelligente ma privo di alcuna emozione domandasse “che cos’è l’amore?” come si potrebbe descriverglielo? C’è una risposta semplice?

L’amore è definibile da coloro che lo provano.

Nel momento in cui si prova allora si conosce. E può essere provato in modi così differenti da gente così diversa che non esiste una singola risposta che potrebbe soddisfare tutti coloro che ne hanno esperienza.

Anche il Wushu è definibile da coloro che lo praticano.

Quando si comincia a studiare, si comincia a comprenderlo. Ma lo si comprende in un modo unico grazie a te, grazie al tuo insegnante, grazie alla tua vita ed all’ambiente in cui vivi.

Dunque non c’è una singola risposta che possa soddisfare tutti i praticanti di Wushu.

Per stravolgere completamente un’espressione popolare, il Wushu è quello che Wushu fa.

E se si è uno di quelli che” fanno” Wushu, allora la definizione che ti sei dato è veramente l’unica definizione di cui ti dovrai preoccupare.

Commento di Eric Chang – 19 Agosto 2013

Citando Mark: “le arti marziali non c’entrano niente col combattere, sebbene si tratti di sistemi basati su tecniche di combattimento”. Leggere questo per me ha molto senso, e non ci trovo nessun ossimoro. Tempo fa ho avuto una breve ma profonda conversazione di questo con mio padre; la mia tesi era – come tutti quelli che volevano apprendere il Wushu per combattere contro gli altri – “ che il Wushu fosse finalizzato esclusivamente al combattimento, che lo sia sempre stato e che sempre lo sarà”. Quello che mio padre mi rispose era molto profondo, e mi spiegò che il carattere in realtà si potrebbe dividere in due parti. […] zhi che significa “fermare” e gedaga”, che assieme al carattere shu significa “l’arte di arrestare la daga”.

Il Wushu allora non è mai stato destinato ad iniziare/cercare il conflitto. Anche se le proprie qualità siano altissime, non si dovrebbero mai usarle per risolvere le cose, se lo si facesse allora ci si abbasserebbe al livello dei malandrini che cercano problemi. Dovrebbe poter essere utilizzato davvero come l’ultima spiaggia alla conclusione di un problema se niente altro potrebbe esser fatto.

Questo mi ha colpito veramente, come una mattonata. Che cosa mi disse mio padre fù così profondo che mi si è inciso nella mente per sempre, e mio padre mi ha fatto guardare al Wushu con una luce totalmente nuova. Potrei dire che questa è la mia definizione personale di che cosa sia veramente il Wushu per me.

Saluti e complimenti!

 

***

Grazie all’amico Mark per l’articolo e per il materiale infinito ed infinitamente utile che mette a disposizione della comunità di praticanti del Wushu.

Wushu Livorno

Wushu Livorno

二〇十五年 三月 十一日

羞龍

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Il Taijiquan moderno

Tratto dal sito di Fabio Smolari www.serpentebianco.org

Nel 1956 la Repubblica Popolare Cinese varò una politica sportiva di recupero e diffusione dell’arte marziale in campo sportivo. Furono costituite commissioni d’esperti allo scopo di creare esercizi e regolamenti e formare insegnanti; nasceva così il wushu sportivo.

Per il taijiquan fu creata, sulle basi dello stile Yang, la sequenza semplificata in 24 movimenti (jianhua taijiquan 24 shi), uno strumento semplice, breve e codificato per la diffusione di massa. Negli anni ’60 il gruppo di lavoro per la riforma del wushu della Commissione Statale per lo Sport, produsse altre forme: la 88 movimenti, la 32 spada, il tuishou.
Nel decennio 1966-1976 ogni attività, compresa la pratica del taijiquan, venne congelata a causa della Rivoluzione Culturale. Alla fine degli anni ’70 riprese lo studio dell’arte marziale e in particolare proprio del taijiquan che divenne la forma di ginnastica a corpo libero più praticata in Cina.

Nel 1982, a seguito delle riforme politiche di Deng Xiaoping, vi fu un grande impulso alla crescita e alla divulgazione del wushu. Grazie all’apertura delle frontiere gli insegnanti cinesi poterono recarsi all’estero e gli istituti accogliere studenti stranieri. Il taijiquan divenne uno sport agonistico anche in Occidente.

 anziani praticano il taijiquan semplificato al parco

anziani praticano il taijiquan semplificato al parco

Le caratteristiche e i principi del taijiquan moderno, per quanto più semplici e meno profondi di quelli del taijiquan tradizionale, sono pur sempre da essi dedotti e non risultano pertanto in contraddizione.
Tuttavia il livellamento verso il basso della pratica, giustificato con fini di massificazione, ha portato alla nascita di generazioni d’insegnanti di basso livello, con scarsa comprensione dei principi e della tecnica, spesso protagonisti di fallaci interpretazioni dei principi stessi e quindi di una fallace trasmissione ai loro studenti.
Ecco dunque che per un nobile motivo – la diffusione della disciplina – s’è spesso ingenerato un vortice negativo: la confutazione della disciplina stessa.
  I requisiti del Taijiquan moderno

 

 

Fonte: Taijiquan yundong (lo sport Taijiquan), Renmin Tiyu Chubanshe (Editrice Educazione Fisica Popolare), Beijing 1978. traduzione dal cinese e note esplicative di Fabio Smolari taijimoderno1

 

Caratteristiche generali

  • 轻松柔和 qingsong rouhe, sciolto e armonioso
  • 连贯均匀 lianguan junyun, collegato e regolare
  • 圆活自然 yuanhuo ziran, circolare e naturale
  • 协调完整 xiediao wanzheng, coordinato e completo

Queste caratteristiche generali, riferite alle sequenze:

  • taijiquan semplificato 24 movimenti (jianhua taijiquan 24 shi)
  • taijiquan 88 movimenti (88 shi taijiquan)
  • taijiquan 48 movimenti (48 shi taijiquan)

descrivono l’esercizio nella sua fase “matura”, sono cioè un obiettivo da raggiungere.

La “24 movimenti” è stata la prima sequenza di taijiquan moderno. Ideata con fini di standardizzazione e divulgazione di massa è ancor oggi una delle forme più conosciute in Cina e nel mondo intero.
La “88 movimenti” ricalca la sequenza Yang classica utilizzando però modalità gestuali tipiche della “24”. Fu creata per fornire agli appassionati di taijiquan uno strumento più complesso e impegnativo ma con uno standard gestuale unificato che ne facilitasse la diffusione su scala nazionale.

La “48” è costituita da movimenti tratti dagli stili Yang, Chen, Wu e Sun rimodellati secondo lo standard moderno della “24”. Fu creata da Li Deyin e Men Huifeng quale strumento tecnicamente vario e complesso adatto ad un’applicazione agonistica.

Fonte: http://www.serpentebianco.org/taijiquan/taijimoderno.php

长拳 Changquan – corso di Changquan A.S.D. ORIENTE

http://lulapollo.deviantart.com/art/Wushu-Beijing-178879556
http://lulapollo.deviantart.com/art/Wushu-Beijing-178879556

http://lulapollo.deviantart.com/art/Wushu-Beijing-178879556

Il corso di Wushu presso l’A.S.D. Oriente è diviso in fascie d’età per la gestione ottimale delle classi, e si concentra sulla pratica del Wushu attraverso lo studio e l’apprendimento dello stile detto Changquan.

« L’origine del Changquan, che in cinese vuole dire “pugno lungo” si fa risalire all’imperatore Song Taizu. Le sue tecniche si trovano descritte nel trattato, sugli stili del Wushu, del Generale Qi Jiguang.

In epoca moderna il Changquan è diventato la disciplina nazionale più diffusa, seconda solo al Taijiquan, e la sua tecnica è stata codificata in forme chiamate Taolu. La particolarità principale del Changquan è costituita dai gesti ampi e distesi, i movimenti agili e rapidi, la mano si allunga per attaccare a distanza, il passo è veloce, il salto elevato, velocità e lentezza si alternano. Le posizioni statiche sono molto solide, i ritmi chiaramente definiti e i colpi molto precisi. »
Quote Istituto di Wushu della Città di Firenze – http://www.wushufirenze.com/ChangQuan.html

La pratica del Wushu include lo studio delle 4 armi tradizionali – bastone, sciabola, spada e lancia – le forme di gruppo ed i combattimenti prestabiliti.

Info ed orari: http://www.orienteolistica.it/wushu-arte-marziale-cinese/

武当太极剑四十九式 Wudang Taiji Jian 49 Shi

La mia maestra Liu Jinping a Tiantan Gongyuan - Beijing: 仆步穿剑 Pubu Chuan Jian - passo accosciato, penetrare con la spada

武当太极剑四十九式 Wudang Taiji Jian 49 Shi

La spada dovrebbe misurare 2 cun e 6 fen di grandezza; L’ impugnatura
dovrebbe essere di 1 chi, 1 cun e 7 fen di larghezza; La lama dovrebbe
misurare 2 chi, 4 cun e 7 fen. In questo modo, tutta la spada dovrebbe
misurare 30 chi e 9 cun di lunghezza”.

Rituale della forgia delle spade secondo Dongxuan Lingbao Daoxue Keyi

Rituali Taoisti dell’ antico Mistero e dei gioielli magici

Canone Taoista TT. 1126, fasc. 761

 

Shufa realizzata da Li Jinglin per la pubblicazione di Chen Weiming sull' arte della spada del Taiji: "lo splendore della spada trapassa le nubi"

Shufa realizzata da Li Jinglin per la pubblicazione di Chen Weiming sull’ arte della spada del Taiji: “lo splendore della spada trapassa le nubi”

Da sempre è esistita un’unione tra l’ arte della scherma cinese ed il Taoismo, infatti ? Jian, la spada dritta, era uno strumento religioso utilizzato in cerimonie magiche e rituali, così come un’ arma.

Nelle cerimonie Taoiste la spada era uno strumento fondamentale per l’ esecuzione dei rituali di esorcismo e di soggiogazione delle entità demoniache, ed il potere della spada come strumento esoterico è ricordato anche dal Huang Lao che afferma che il leggendario Imperatore Giallo, Huang Di, padrone delle arti esoteriche, brandiva una spada di bronzo, secondo il testo Huangdi Benji.

Legata al fuoco, nella dinamica dei 5 elementi, la spada è sempre stata considerata con riguardo dai Taoisti come avente uno spirito magico che richiedesse a chi la maneggiasse una grandissima maestria e padronanza della propria energia interna; secondo i classici dell’ alchimia interna la spada rappresenta lo Shen, e la sua natura è capace di trasmettere o di accentrare energia, caratteristica che la rende uno strumento molto potente.

Sempre seguendo le testimonianze dei testi alchemici taoisti, Jianshu, l’ arte della spada, è strettamente legata alle tecniche alchemiche per il beneficio del respiro e della calma nel clamore delle battaglie.

Nella tradizione della regione della montagna di Wudang, provincia dello Hubei, il taoista alchimista Zhang Sanfeng è sempre stato descritto anche come un abilissimo spadaccino ed un grandissimo combattente: in Daozang Yaoji leggiamo “Zhang Sanfeng, fine del periodo Yuan ed inizio Ming, era anche chiamato Quan Yi e Jun Shi. Il suo nome Taoista era Maestro Xuan Xuan, nativo di Yizhou, Liadong. Egli ebbe un enorme talento per le arti marziali a mano nuda e dell’ arte della spada. I praticanti di arti marziali sanno che per essere un abile maestro di spada è necessario prima di tutto padroneggiare le tecniche a mano nuda” e dunque non è strano che Zhang Sanfeng fosse stato un abilissimo maestro nel pugilato dello stile di Wudang.

L’ alchimista Zhang Sanfeng o i suoi diretti successori svilupparono e codificarono l’ arte della spada di Wudang; nel testo Neijia Danzi Zhendi leggiamo ” i successori di Sanfeng si ispirarono alla via del Libro dei mutamenti Yiqing per affinare le proprie tecniche di spada.

In accordo con la dottrina dei mutamenti, la varietà ed i cambiamenti provengono dal Tao del Cielo, dunque la suprema tecnica dell’ arte del combattimento prende 8 trigrammi per rappresentare le 8 direzioni; 64 posizioni per 64 esagrammi , 384 linee individuali (Yao) per 384 mani (tecniche di pugno)”; sempre secondo la tradizione “l’ addestramento di base sarebbe durato 3 anni, e solo dopo un’ appropriata istruzione
sarebbe stato possibile entrare in dominio della propria interiorità”, padronanza grazie alla quale “l’ attaccare sorge come una brezza gentile e tu non puoi vedere la spada: se uno guarda al riflesso della spada, non sarà abile di vedere chi la impugna”

武当丹派 – i 9 discendenti della setta “Dan”

In accordo col taoista Song Weiyi, Wudang Jianshu venne messa a punto da Tongxuan Zhenren, altro nome onorario di Zhang Sanfeng, e la tradizione vuole che l’arte della spada venne tramandata e mantenuta tra i monaci guerrieri di Wudang Shan, e trasmessa segretamente all’ interno del loro gruppo sino a quando il famoso maestro Zhang Songxi, abilissimo nella boxe interna di Wudang, che visse durante il regno di Jia Jing (1522 – 1566) ne rinnovò il bagaglio tecnico inserendo la propria esperienza marziale di 8 stili praticati, trasmettendo inoltre Wudang Jian alla regione di Siming Shan, dando così inizio al lignaggio della setta Dan, parola che deriva dal concetto taoista di Cinabro, l’ elisir a cui mirano le pratiche alchemiche taoiste.

Secondo la tradizione Wudang Jianshu venne dunque trasmessa secondo questo lignaggio:

  1. Zhe Dong, nome taoista: Dan Yazi
  2. Zhao Taihu, Qin’ an, nome taoista: Dan Yun Shan Qiao
  3. Wu Jiucheng, nome taoista: Wudang Danxu
  4. Yan Xisheng, nome taoista Ding Dan Sou
  5. Lu Shiniang, dello Zhejiang, nome taoista: Dan Xiake
  6. Li Danian, nome taoista Jindan Chizi
  7. Chen Yinchang, nome taoista Danyun Luzhe
  8. Zhang Yehe, nome taoista: Huan Danzi
  9. Song Weiyi, nome taoista Feidan Jiu’ er.

宋唯 Song Weiyi

Song Weiyi (1860 – 1926) di Beizhen, Fengtian (Mukden) fù maestro taoista famosissimo, il cui nome Weiyi significa “l’ unico”, conosciuto anche come Chen Qi De Yuan; secondo la tradizione nel suo incontro con il maestro taosita Zhang Yehe venne immediatamente riconosciuto come il predestinato maestro erede della IX generazione, e dunque da quel momento si dedicò allo studio dell’ arte della spada di
Wudang per crica 16 anni.

Spadaccino incommensurabile, si dice che riuscisse a intontire qualsiasi altro maestro di arti marziali con la sua abilità nella spada; scrisse alcuni famosi trattati di Wushu quali “Wudang Danpai Jianshu” e Wudang Jiu Yuanliu Pai”, e con suo fratello Song Depu redasse “Wudang Pu Jian”.

Approdato a Beijing, Song Weiji venne ben presto riconosciuto come proprio eguale dai più grandi maestri di Wushu suoi contemporanei.

Vi sono poi alcune leggende che hanno contribuito alla formazione di una tradizione popolare secondo la quale si sostiene che sino a Song Weiyi non esistesse ancora nessuna “forma” di spada del Taiji, e che esse comparirono solo dopo che Weiyi insegnò Jianshu a Yang Banhou, figlio di Yang Luchan.

李景林 Li Jinglin

Li Jinglin, detto Fangzhen, fù il più famoso dei discepoli di Song Weiyi, la cui abilità nella scherma e nel Wushu era così alta che presto venne chiamato e conosciuto con il nome di Li Shenjian, ossia Li la Spada Magica.

Datosi alla carriera militare, nel 1925 venne graduato generale e capo istruttore di arti marziali delle forze armate, dunque egli riuscì a combinare la propria carriera militare con lo studio e la pratica del Wushu in un periodo particolarmente instabile e turbolento della storia cinese.

Li non fù solo uno spadaccino formidabile, ma eccelleva anche nel Taijiquan secondo il metodo di Yang Banhou (1837 – 1922), fù amico di Sun Lutang (1861 – 1933) e di  altri maestri di Wushu, soprattutto grazie alla fondazione della “Central Academy of Guoshu” di Nanchino, nel 1928, un punto d’ incontro e di riferimento per i maggiori grandi esperti di Wushu dell’ epoca.

Tra i grandi maestri che frequentarono l’ accademia di Jinglin è doveroso ricordare: Zhang Zhijiang, Zhu Guofu (Xingyiquan), Wang Ziping (Shaolin, Shuaijiao), Li Jinglin (il vicedirettore dell’ accadmeia, fondatore dello stile Li di Taijiquan, maestro di Gunshu, Jianshu, Lancia, Tuishou), Yang Chengfu (Yang Taiji, Gunshu, Jianshu, Lancia, Tuishou), Sun Lutang (Xingyiquan, Baguaquan, fondatore dello stile Sun Taijiquan, Gunshu, Jianshu, Qiangshu, Tuishou), Ma Liangzhuan (Nuevo Wushu), Wu
Junshan (fondatore dello stile Wu di Taijiquan, Baguazhang, Daoshu, Jianshu, Gunshu, Qiangshu), Chen Ziming (Chen Taijiquan), Gao Zhendong (Xingyiquan), Huang Baijia (Bagua, Xingyi dei Dodici Animali), MaYingtu (Bajiquan, Pigua, Tongbei), Xu Baolin (Zuiquan), e tantissimi altri talenti del Wushu.

Nei 20 anni di vita (1928 – 1948) l’ accademia costituì il punto di riferimento ed il centro orbitale del mondo del Wushu, creando inoltre un luogo di scambio interculturale tra differenti stili e maestri.

Lo stesso Li Jinglin applicò alcune variazioni fondamentali al Wudang Jianshu, attingendo da alcuni principi propri del Baguaquan, o baguazhang, e del Taijiquan, sviluppando forme da eseguire a coppia, Wudang dui Jian, che riassumevano tutto il lavoro di addestramento al combattimento, alla strategia, ai movimenti, alla tattica.

Osservando la situazione attuale e gli aspetti del bagaglio marziale ereditato dai successori di Li, sembra plausibile sostenere che in realtà non vi fossero delle vere e proprie codifiche standardizzate, e che Li riuscisse ad insegnare fondamentali e tecniche di matrice comune differenziandone la trasmissione alle esigenze ed alle caratteristiche individuali dei propri studenti, rispettando quindi i canoni di base del proprio metodo di Wushu e di Jianshu ma adattandone i contenuti alle peculiarità dei propri discepoli.

Egli morì molto giovane, all’ età di 47 anni, colto da malattia nella città di Jinan, nello Shandong; tutta la sua arte sembra riassumibile emblematicamente nelle parole “praticando Jianshu, è necessario concentrarsi affinchè il proprio corpo si muova unitariamente come un drago che nuoti, evitando ad ogni costo blocchi e ristgnazioni. Praticando correttamente, quotidianamente, per un lungo periodo, il corpo e la spada saranno coordinati, lo spirito e la spada saranno in armonia. Quando non vi sarà spada, sarà come se tutte le parti del corpo ugualmente la avessero. Se si riuscirà a raggiungere la comprensione di queste relazioni, allora si potrà giovare del massimo del Tao”.

Quando Li Jinglin ufficiò presso l’ Accademia di Guoshu ebbe numerosissimi studenti, ma egli non istituì alcun lignaggio tramite un discepolo, e dunque ad oggi è  impossibile produrre una lista completa di successori.

Sicuramente è possibile enunciare grandissimi maestri, della statura di Pei Xirong (Wudang), Hu Yuen Chou (Taijiquan), Gu Ruzhang (più noto con il nome di Ku Yu Cheung, Shaolin), Fu Zhensong (Baguazhang) e suo figlio Fu Yonghui (Fu Wing Fai in Cantonese), Chu Guiting (Xingyi), Liu Baichuan (Luohan Shaolin), Sun Cunzhou e Sun Jianyun (i due figli di Sun Lutang), Su Jingyou, Huang Zhixiu, Gao Zhendong,
Qian Xijiao, e tantissimi altri furono suoi allievi ed appresero Wudangjian secondo il suo metodo.

李玉琳, 李天骥 Li Yulin e Li Tianji

Fra tutti i discepoli di Li Jinglin si distinse particolarmente Li Yulin (1888 – 1965) sia come dedizione alla pratica del Wushu, sia come onestà: egli apprese e praticò lo Xingyiquan da En’ guang  Hao, da Zhang Zhaodong e da Li Cunyi, e studiò Taijiquan sia con membri della famiglia Yang sia con Sun Lutang; Yang Chengfu (1883 – 1936), sebbene non si sia mai ufficialmente riferito a Yulin come suo studente, lo trattò sempre come suo pari.

Egli si distinse anche nella pratica del Baguaquan e nello studio di Shaolinquan, dunque apprese Wudang Jianshu c/o l’ Accademia Centrale di Guoshu.

Li Yulin ebbe 2 figli: Li Tianchi e Li Tianji: Tianchi perseguì gli studi nella medicina tradizionale cinese, riuscendo ad amalgamare i concetti basilari del Tuina con i concetti chiave della medicina e con i fondamentali del Qigong e di alcuni stili di Wushu; Tianji si dedicò invece allo studio ed lalla diffusione delle arti marziali, e divenne popolare con il nome “il padre del Taijiquan moderno” per la tenacia e la dedizione che impiegò nella diffusione del Taiji, e per aver partecipato alla preparazione ed alla codifica di alcune sequenze preordinate diffuse e conosciute in tutto il mondo, come la forma semplificata di Taiji Quan 24 movimenti, detta anche Jianhua Taijiquan.

Li Tianji (1914 – 1996) nacque nel paese di Anxin, provincia dello Hebei, e dunque si avvicinò ed iniziò la pratica del Wushu sotto la tutela del padre Li Yulin dall’ età di 7 anni. Dunque divenne discepolo di Sun Lutang (1861 – 1933) e di Li Jinglin col quale studiò Wudangjian.

Laureatosi presso l’ Accademia Centrale di Wushu all’ età di 17 anni Li era  assolutamente convinto dell’ utilità del Taiji come strumento utilizzabile per il mantenimento della salute e della buona forma fisica, e dunque egli potrebbe essere considerato il primo maestro di Wushu che incoraggiò e che si dedicò alla  massificazione del Taiji, portandone la pratica anche agli ammalati ed agli infermi, raggiungendo risultati altamente soddisfacenti.

Quando negli anni ‘ 50 il Governo Cinese stabilì la necessità di una Commissione Statale per l’ Educazione Fisica e per lo Sport, Li Tianji venne eletto direttore, e dunque partecipò, coordinò e direttamente operò nella codifica delle forme di Taijiquan semplificato 24 e 66 movimenti e nella forma semplificata di Taijijian 32 movimenti ed 88 movimenti, tutte scritte da una commissione di maestri di Wushu tradizionale guidati e capeggiati da Li.

Nel 1980 pubblicò una monografia dedicata alla spada di Wudang, e sino alla sua morte Li fece parte del corpus degli insegnanti dell’Istituto di Educazione Fisica e di Sport di Beijing.

Tra gli allievi di Tianji, eredi del suo metodo di Wudangjian vi furono la figlia Li Defang e sua nipote Li Deyin (1938 – ) che studiò il Taijiquan e Wudang Jian con suo zio, e successivamente divenne studentessa di Taijiquan stile Chen presso Li Jingwu, di Taiji stile Wu con Xu Zhiyi, di Taiji stile Sun con Sun Jianyun e di stile Yang con Hao Jiajun; si recò a Shaolin per approfondire i propri studi di Wushu.

 

武当太极剑四十九式 Wudang Taijijian, 49 Shi

Come accennato precedentemente l’ origine dell’ arte della spada di Wudang è strettamente legata oltre che all’ utilizzo marziale dell’ arma alle pratiche alchemiche e rituali taoiste, e dunque nei suoi movimenti vengono coltivati 3 punti focali detti Jing Bao, Qi Yang ed An Shen, che potrebbero essere rispettivamente tradotti come proteggere il centro, alimentare l’ energia, calmare lo spirito. La concentrazione durante l’ esecuzione dei movimenti dovrebbe permettere di non “perdere” (lou) nessuno di questi 3 elementi, contribuendo al mantenimento della buona salute e della forma psico-fisica.

Durante la sua evoluzione nel corso della storia, la spada di Wudang ha adottato alcuni elementi propri di altri stili, così come il passo proprio del Baguazhang e l’ utilizzo della vita e delle anche proprio del Taiji e come ogni altro stile di Jianshu corpo e spada devono poi essere coordinati ed i movimenti, armonici, sono caratterizzati sia da traiettorie e forze circolari, dolci e morbidi, sia da traiettorie e forze curve e/o rettilinee repentine ed esplosive; il movimento deve essere continuo, senza alcuna interruzione.

Alcuni movimenti saltati, rettilinei e repentini traggono la loro origine dallo Xingyiquan e sono caratterizzati da una notevole vitalità (jingshen) che permea le azioni.

L’ arte della spada di Wudang sembra essere un metodo di scherma designato al combattimento relativamente vicino tra gli opponenti, così che le azioni possano essere portate “dopo che la mano avversaria sia partita, ma prima che essa sia arrivata”, e la sua estrema duttilità si “accorda con naturalezza ai movimenti dell’avversario” senza essere costretta in regole restrittive, seguendo ed accordandosi alla dottrina delle mutazioni, basandosi sul fatto che “la chiave dell’ arte della scherma consiste nel saper apprezzare i cambiamenti nello stesso istante in cui essi avvengono nell’ avversario, intercettando e raggiungendo per primi. Ogni movimento , un cambiamento: ogni cambiamento un obiettivo”.

Varietà e mutevolezza appaiono il fondamento delle tecniche della spada di Wudang, caratterizzata come descritto precedentemente da movimenti circolari ampi e morbidi, spiraliformi, dai quali si scatenano fulminei attacchi eseguiti su direttrici di forze rettilinee “aspettando quietamente il movimento dell’ avversario e lanciando fulminei attacchi colpendo con la punta della spada”.

Così come ogni stile di Taijiquan, o più in generale di Wushu, la caratteristica fondamentale di Wudangjian consiste nel riuscire a muoversi con tutto il corpo in armonia: ” il corpo è come quello di un drago, la spada è come il lampo”, o ancora come recita un proverbio della regione di Wudang Shan “quando (il maestro) salta e rotea nell’ aria spaventa gli uccelli; quando ruota al suolo, non solleva un granello di polvere”, per esprimere le abilità dei maestri di Wudangjian.

La forma di spada di Wudang, pubblicata secondo la codifica dei 49 movimenti da Li Tianji, è divisa in 6 sezioni o linee, ed è caratterizzata da un ritmo generalmente brioso e sostenuto, simile alle esecuzioni possibili nello stile Chen, e come quest’ ultimo include anche movimenti con rilascio dell’ energia, ma ha alcune peculiarità, come l’utilizzo del tronco inclinato e la personalizzazione del passo del Baguazhang.

La sequenza di movimenti, che ho studiato a TianTan GongYuan dalla maestra Liu Jin Ping, viene chiamata da tutti i praticanti del parco semplicemente Wu Dang Jian, ed anche le proff. YangLi e LiYanJun della Beijing University of Phisical Education, dopo averne visto una serie di Zu He durante l’ esecuzione della mia forma libera di spada nei penultimi campionati nazionali di Taiji, la identificarono immediatamente come Wu Dang Jian.

La cosa che più mi aveva soddisfatto è aver dimostrato che a Beijing esistono luoghi dove la pratica del Wushu è estremamente intensa e naturale, dove anche un Laowei potesse recarsi, aggregarsi ed apprendere nozioni di Wushu di alta e differente qualità da ciò che  commercialmente viene “venduto” ogni anno alla schiera di “turisti del Wushu” nelle Università e nelle scuole sportive.

Se solo la stessa cosa potesse avvenire anche in Italia, se solo si riuscisse a portare fuori delle mura delle palestre il Wushu e praticarlo nei parchi come viene ancora fatto in Cina: essi diverrebbero scrigni dove potrebbe essere custodito e divulgato il Wushu nelle sue essenze più antiche e contemporaneamente nella sua caratteristica moderna di massificazione, di libertà e gratuità.

Per quanto concerne Wudangjian, all’interno dello stesso parco ci sono
2 varianti della forma: una di 49 movimenti effettivi, che ho studiato e osservato le prime 2 settimane, sempre a Tiantan, dal maestro Liù (non so altro di lui) e dai suoi allievi presso la porta Nord del parco: in questa sequenza che ritengo sia la più diffusa, alla 5° linea, 35° movimento, dopo il Du Li Tuo Jian viene come da sequenza eseguito Gongbu Gua Pi.

Invece nella zona della porta suda, dove insegna e pratica Liu Jin Ping e Shi, sempre nello stesso gruppo di movimenti della 5° linea, dopo il Duli Tuo Jian, si esegue Gua Jian destro e sinistro, Hui shen Bei Gua Jian, Tiao Bu An Jian per concludere con il 36° movimento citato nella sequenza Gong Bu Gua Pi.

In questa variante la sequenza risulta decisamente più interessante e tecnicamente più complessa, e la serie di Gua Jian risulta ben legata a quanto ha preceduto la forma e ben introduce la fine della 5° linea e la 6° linea, dal ritmo più marcato e vivace; Liu Jin Ping inoltre sosteneva che questi passi in avanti (verso Est) fossero perfetti per poter poi svolgere correttamente il resto della sequenza e trovarsi nel punto designato alla chiusura della forma.

Diagramma delle posizioni e delle direzioni in Wudang Taijijian (www.taijiinfo.com)

Diagramma delle posizioni e delle direzioni in Wudang Taijijian (www.taijiinfo.com)

La sequenza, in questa variante, conterebbe di 50 movimenti, e gli insegnanti della  zona di Liu Jin Ping affermano che questa fosse la versione originale della forma, ma che nell’ edizione del 1980 Li Tianji preferì omettere questo gruppo di movimenti ed alcuni altri particolari per semplificarla e renderla più massificata.

 

La mia maestra Liu Jinping a Tiantan Gongyuan - Beijing: 仆步穿剑 Pubu Chuan Jian - passo accosciato, penetrare con la spada

La mia maestra Liu Jinping a Tiantan Gongyuan – Beijing: 仆步穿剑 Pubu Chuan Jian – passo accosciato, penetrare con la spada

Nella versione Wudangjian del maestro Liù, effettivamente, i contenuti tecnici sono leggermente diversi, più vaghi, meno precisi, molto più simili alla forma Taijian 32 Shi ed alla 42 Shi.

Mancano poi di tutti i fondamentali di Yun Jian, alcune direzioni non tornano e alcuni fondamentali dell’ arma sono tralasciati, così come non vi è esecuzione dei Fa Li, manca del tutto il Fan Yao nel passaggio della 3° linea tra (21) Mabu Cang Jian e Gongbu Fan Xia Ci. (22 – Huishen Fan Ci)

Di seguito l’ elenco dei movimenti della forma 49 movimenti, così come pubblicata da Tianji nel 1980:

第一节Di yi jie – sezione prima

    1. 起式 Qishi
    2. 丁步点剑 Dingbu Dianjian – piedi uniti, passo a “T” e colpire con la
      punta della spada
    3. 回身点剑 Huishen Dianjian – voltare il corpo, colpire con la punta
      della spada
    4. 仆步横扫 Pubu Heng Sao – passo accosciato, spazzare orizzontale
    5. 右左平带 Youzuo Ping Dai – parare orizzontalmente a sinistra ed a destra
    6. 分脚领剑 Fenjiao Ling Jian – calciare con la punta del piede e sostenre
      la spada
    7. 叉步反撩 Chabu Fan Liao – passo incrociato e colpire con Liao Jian
      rovesciato
    8. 马步云抱 Mabu Yun Bao – passo Mabu, parare con la spada eseguendo Yun
      Jian
    9. 丁步下截 Dingbu Xia Jie – piedi uniti in passo a “T”, tagliare
      con la spada verso il basso (ginocchio)
    10. 翻身崩剑 Fanshen Beng Jian – voltare il corpo e sollevare la punta
      della spada in Beng Jian
    11. 弓步下刺 Gongbu Xia Ci – passo Gongbu e stoccata verso il basso (ginocchio)
    12. 独立上刺 Duli Shang Ci – equilibrio su un agamba e stoccata verso
      l’ alto

第二节 Di’ er jie – sezione seconda

    1. 仆步穿剑 Pubu Chuan Jian – passo accosciato, penetrare con la spada
    2. 蹬脚前刺 Dengjiao Qian Ci – calcio di tallone e stoccata frontale
    3. 跳步平刺 Tiaobu Ping Ci – salto e stoccata orizzontale
    4. 转身平刺 Chuan Shen Ping Ci – ruotare il corpo di 360° e stoccata
      orizzontale
    5. 行步穿剑 Xingbu Chuan Jian – passo Xingbu in cerchio perforando con
      la spada
    6. 行步扣剑 Xingbu Kou Jian – passo Xingbu in cerchio, schiacciare con
      la spada
    7. 弓步下刺 Gongbu Xia Ci – passo Gongbu e stoccata orizzontale

第三节 Di san jie – sezione terza

    1. 腾空跳刺 Teng Kong Tiao Ci – passo saltato, stoccata orizzontale in
      aria
    2. 马步藏剑 Mabu Cang Jian – posizione Mabu, occultare la spada
    3. 回身反刺 Huishen Fan Ci – voltare il corpo 180° e colpire in stoccata
      rovesciata (la stoccata è verso il basso)
    4. 虚步崩剑 Xubu Beng Jian – passo vuoto, parare con la spada sollevando
      la punta
    5. 独立上刺 Duli Shang Ci – equilibrio su una gamba, stoccata verso l’
      alto
    6. 撤步云斩 Chebu Yun Zhan – retrocedere (la gamba in Tixi scende dietro),
      parare con la spada eseguendo Yun Jian
    7. 仰身架剑 Yang shen Jia Jian – inclinare il corpo, parare e colpire
      di taglio e di punta

Di si jie – sezione quarta

    1. 转身回抽Chuan Shen Hui Chou – voltarsi di 180°, parare e colpire
      avanti
    2. 并步平刺 Bing bu Ping Ci – unire i piedi, stoccata orizzontale
    3. 行步撩剑 Xingbu Liao Jian – passo Xingbu in semicerchio, colpire e
      parare con la spada sollevando in Liao
    4. 仰身撩剑 Yang Shen Liao Jian – inclinare il corpo, colpire con Liao
    5. 盖步按剑 Gaibu An Jian – passo a coprire, schiacciare in basso con
      la spada
    6. 跳步下刺 Tiaobu Xia Ci – saltare in avanti, colpire in stoccata verso
      il basso

第五节 Di wu jie – sezione quinta

    1. 歇步压剑 Xiebu Ya Jian – passo di riposo, schiacciare in basso con
      il piatto della spada
    2. 虚步点剑 Xubu Dian Jian – passo vuoto, colpire con la punta della
      spada
    3. 独立托架(剑) Duli Tuo Jia – sollevarsi su una gamba, sostenere in alto
      (la spada)
    4. 弓步挂劈 Gongbu Gua Pi – passo in Gongbu, parare in Guajian e colpire
      spaccando dall’ alto in Pijian
    5. 歇步后刺 Xiebu Hou Ci – passo a retrocedere, stoccata indietro
    6. 叉步云斩 Chabu Yun Zhan – passo incrociato, parare eseguendo Yunjian,
      tagliare e colpendo con forza con la lama
    7. 虚步抱剑 Xubu Bao Jian – passo vuoto, impugnare la spada
    8. 叉步平带 Chabu Ping Dai – passo incrociato, parare con la spada orizzontalmente
    9. 弓步平崩 Gongbu Ping Beng – passo Gongbu, scattare la punta della
      spada in alto in Beng Jian

第六节Di liu jie – sezione sesta

  1. 提膝点剑 Ti Xi Dian Jian – colpire con la punta della spada in equilibrio
    su una gamba
  2. 叉步反撩 Chabu Fan Liao – passo incrociato, colpire in Liao rovesciato
  3. 丁步刺剑 Dingbu Ci Jian – unire i piedi e stoccata orizzontale
  4. 丁步抱剑 Dingbu Bao Jian – impugnare la spada a piedi uniti
  5. 行步穿剑 Xingbu Chuan Jian – passo Xingbu in cerchio conficcando la
    spada
  6. 扣剑平抹 Kou Jian Ping Mo – premere con la spada e drizzarla orizzontalmente
    spostando con la lama
  7. 并步平刺 Bingbu Ping Ci – unire i piedi e stoccata orizzontale
  8. 收式还原 Shoushi Huan Yuan – chiudere la forma, tornare all’ origine

Bibliografia

  • http://www.taijiquan.info/WudangJian.htm
  • Journal of Asian Martial Arts Volume 16, No. 4, 2007. Via Media Publishing, Santa Fe, New Mexico USA. ISSN 1057-8358
  • Henning, Stanley (Autumn/Winter 1994). “Ignorance, Legend and Taijiquan”.
    Journal of the Chenstyle Taijiquan Research Association of Hawaii 2
    (3): 1-7. Available online at: http://seinenkai.com/articles/henning/il&t.pdf
  • http://www.wudangtao.net/home.html
  • Liu, James J.Y. The Chinese Knight Errant. London: Routledge and Kegan Paul, 1967 (ISBN 0-2264-8688-5)
  • Wile, Douglas Lost T’ai-chi Classics from the late Ch’ing Dynasty (1996)
    State University of New York Press, Albany. ISBN 0-7914-2653-X
  • 劉道明 Liu Daoming, 1291 “The Complete Biographies of Immortals from Auspicious
    Wudang Mountain”, Wudang fudi congzhenji 武當福地總真集.
  • 趙道一 Zhao Daoyi, 1276 歷世真仙道體通鑒 Lishi zhenxian tidao tondjian, a History
    of True Immortals

羞龍 Xiulong

Stefano Zamblera, 2008

剑 Jiàn – la spada cinese

Bronze sword of King Goujiàn of Yuè (late Spring & Autumn), with bird script; detail—part of inscription: "越王自作" Yuè Wáng zì zuò, “Made by the King of Yuè”. Húbei Provincial Museum. And this was his sword. Gently from http://zh.wikipedia.org/zh/File:Goujian_sword_and_inscript_detail_gif.gif

剑 Jiàn – la spada cinese

 

Con il termine 剑Jiàn in Cinese si indica la spada a doppia lama, ed essa rappresenta una delle armi più comuni della tradizione marziale cinese, utilizzata nella maggioranza degli stili e praticata da numerosi gruppi.

Jian può essere considereata sotto molti aspetti, ma dal punto di vista tecnico essa è il risultato di uno sviluppo espressosi in millenni di arte metallurgica di altissimo livello.

Dal punto di vista culturale impersonifica ed esprime alcuni aspetti dello spirito del popolo cinese, essendo stata celebrata in leggende e nell’arte da migliaia di anni, sino al punto da divenire uno dei simboli più espressivi dei valori più profondi e dei precetti morali della cultura cinese.

Come pratica oggigiorno è un’attività sempre più sportiva che marziale, e gli odierni praticanti di 剑术 Jian Shu – arte della spada si dedicano a questa disciplina nelle sue varie espressioni e forme, pratica non più mirata allo sviluppo ed all’addestramento delle tecnica di scherma e di combattimento armato, ma all’apprendimento ed all’esecuzione delle forme precodificate appartenenti ai diversi metodi e stili.

Qualsiasi sia comunque il punto di vista con cui osservare e considerare la spada, agli occhi della cultura cinese essa è da sempre ammirata con grandissimo rispetto ed amore, icona di purezza e sacralità.

Cenni storici

Jian la spada cinese è storicamente attestata da circa tremila anni.

Dai documenti scritti rinvenuti e dalle evidenze archeologiche si suppone che questo tipo di arma venne introdotto nel nordovest della Cina, e con molta probabilità si ritiene che da qui il suo utilizzo si sia poi diffuso nella Cina centrale e meridionale.

Per quanto riguarda la documentazione storica, i primi scritti in cui viene citata la spada sono databili alla dinastia Xia (夏朝 Xià Cháo 2100 – 1600 a. C.).

In epoca Zhou (周朝 Zhou Cháo 1100 – 256 a. C.) essa è citata come una delle armi più diffuse ed utilizzate: in questo momento storico è realizzata in bronzo, una lega data dalla fusione di rame e stagno, ed a causa della fragilità della stessa lega, le spade erano forgiate con una lunghezza mai superiore ai 40 cm, così come rinvenuto da vari reperti archeologici.

 

Bronze sword of King Goujiàn of Yuè (late Spring & Autumn), with bird script; detail—part of inscription: "越王自作" Yuè Wáng zì zuò, “Made by the King of Yuè”. Húbei Provincial Museum. And this was his sword. Gently from http://zh.wikipedia.org/zh/File:Goujian_sword_and_inscript_detail_gif.gif

Bronze sword of King Goujiàn of Yuè (late Spring & Autumn), with bird script; detail—part of inscription: “越王自作” Yuè Wáng zì zuò, “Made by the King of Yuè”. Húbei Provincial Museum. And this was his sword. Gently from http://zh.wikipedia.org/zh/File:Goujian_sword_and_inscript_detail_gif.gif

 

Durante il periodo delle Primavere ed Autunni (春秋時代 770 – 475 a. C.) l’arte della manifattura delle spade venne sviluppata ad un livello superiore, e da questa epoca coloro i quali si distinsero nella manifattura di spade eccellenti vennero ammirati e considerati con altissimo rispetto, al punto che molti raggiunsero una grande fama. Alcune delle preziosissime spade realizzate da questi maestri sono state rinvenute dalle campagne di scavi archeologici nell’ultimo
secolo e perfino dopo essere state sepolte per più di due millenni, erano ancora così affilate da poter tagliare in due delle monete! Le strabiliati qualità di queste lame hanno affascinato ed ispirato non solo gli esperti moderni, ma hanno perfettamente dimostrato quale altissimo grado di destrezza e padronanza della tecnica metallurgia, nonchè dell’arte e della maestria nella forgia delle spade, fosse stato raggiunto dalla cultura e dalla società cinese di 2000 anni fa.

Le spade di questa epoca continuarono ad essere forgiate in bronzo, ma a fianco della tipologia corta si produssero armi dalla forma più allungata di quelle di tipo Zhou: l’incremento della loro lunghezza e lo straordinario grado di affilatezza delle lame vennero resi possibili solo e proprio grazie alla sofisticata padronanza e conoscienza raggiunte nell’arte della metallurgia: straordinaria affilatura delle lame e spade più lunghe e sottili furono possibili infatti grazie all’affinarsi delle tecniche metallurgiche che ne sussumono la realizzazione, che dovevano già aver assunto il fatto che, quando nel bronzo la percentuale dello stagno è alta, allora la lega bronzea sarebbe risultata molto forte, ma allo stesso tempo poco elastica e fragile. Al contrario, con una concentrazione inferiore di stagno, la lega bronzea avrebbe acquistato in elasticità ma diviene morbida e duttile a causa della predominanza di rame.

Nel primo caso dunque, l’alta concentrazione di stagno avrebbe favorito la lavorazione della lega bronzea per la creazione di spade dai bordi affilatissimi, ma l’arma avrebbe dovuto mantenersi di dimensioni relativamente corte e con tipologie larghe a causa della fragilità della lega.

Il secondo caso avrebbe consentito di creare spade di maggiore lunghezza, ma esse sarebbero risultate troppo morbide per poter ottenere un’adeguata affilatura e per resistere alle sollecitazioni dell’utilizzo.

Attraverso analisi specifiche gli esperti sono rimasti stupefatti nello scoprire che in queste spade antiche la percentuale di stagno diminuiva con l’avvicinarsi del centro della spada (detta anche schiena, la parte più spessa del corpo della spada in sezione), consentendo così all’arma di usufruire di una notevole forza elastica e di grande resistenza nel corpo, mentre una lega bronzea caratterizzata da una concentrazione maggiore si stagno concentrata sui bordi della spada ha consentito una lavorazione minuziosa dei margini della lama per un’eccezionale e resistente affilatura dell’arma.

Questa abilità tecnica, che permetteva di padroneggiare e variare le concentrazioni di stagno e rame nella lega bronzea nelle differenti parti della spada, è poi la conferma materiale di quanto tramandassero le scritture, le leggende ed i canti dell’epoca, nonché le raffigurazioni artistiche che descrivevano le eccellenti qualità della metallurgia e la straordinaria maestria raggiunta da coloro che si dedicavano all’arte di costruire spade, e cantavano delle armi impiegate dai sovrani e dai guerrieri nella guerra tra i regni di Yue e Wu.

In queste espressioni artistiche sono lodate tanto l’eccezionale qualità delle spade quanto l’abilità nel combattimento di entrambe le parti contendenti, senza contare che l’attendibilità di questo corpus eterogeneo di fonti e documenti è stato apprezzato e riconosciuto maggiormente come fonti dal valore storico proprio grazie alla scoperta nelle relative sepolture dei corredi comprensivi anche delle celeberrime armi, esattamente prestanti così come lodate dalla tradizione.

Per quanto riguarda l’arte della spada dal punto di vista marziale, i principi di scherma e di combattimento dell’epoca costituiscono il cuore di quanto è praticato ancora oggi, e questo nucleo venne sviluppato ad un livello altissimo durante il periodo delle Primavere ed Autunni, in accordo con la tradizione che attribuisce la concretizzazione delle tecniche e dei principi di Jianshu a Yue Nu, Yuan Gong e Lu Shigong.

Secondo la tradizione tramandata anche dal recente 越女剑 Yuè Nu Jiàn (storia Wuxia scritta da Jin Yong, 1970 Ming Pao edizioni) 阿青 A’qing fù un’abilissima maestra di spada, e venne direttamente invitata alla corte di 越王 Yue Wang – re Yue (越王勾踐 Yuèwáng goujiàn 496 a.C. – 465 d.C.) per poterne addestrare le armate del proprio regno e per poterle guidare durante il combattimento.
Succesivamente alla vittoria degli scontri ed alla distruzione del regno di Wu, gli insegnamenti di 阿青 A’qing  divennero leggendari, ed essi così come le spade vennero conosciuti e tramandati con il nome 越女剑 Yuè Nu Jiàn.

Oggi, per quanto riguarda i principi di Jianshu attribuiti ad 阿青 A’qing, possiamo riconoscerne a prescindere dalla storicità del personaggio la profondità della conoscienza degli insegnamenti e dei precetti, e possiamo apprezzare quale pienezza si fosse raggiunta nell’arte della spada.

La celebrazione di A’qing e delle spade Yuè Nu Jiàn non si è compiuta solo nell’opera Wuxia di Jin Yong, ma da secoli in alcune rappresentazioni artistiche, se ne cantano le lodi assieme alle abilità ed alla destrezza di A’qing nella Jianshu.

越女剑 Yuè Nu Jiàn. Gently from http://angeldust888.multiply.com/journal

越女剑 Yuè Nu Jiàn. Gently from http://angeldust888.multiply.com/journal

A’qing in primis, così come tutti coloro che fossero stati abili maestri dell’arte della spada, estimatori e maestri nell’arte della forgia delle spade, durante l’epoca delle Primavere e degli Autunni vennero altamente rispettati nella società, e l’arma era considerata un’importante simbolo sociale, così come confermato dal fatto che in quest’epoca si soleva portare la spada per esprimere il proprio alto stato e le presumibili nobili qualità d’animo e caratteriali: la spada, dunque a prescindere dall’utilizzo bellico, è già divenuta nella storia cinese un’icona ed un simbolo sociale importantissimo.

L’arte della spada divenne ampiamente studiata e praticata, e le competizioni furono molto frequenti: i sovrani iniziarono a riunire nelle proprie corti numerosissimi maestri di spada, così che si potessero tenere gare ed esibizioni di alta qualità anche quotidianamente.

 Una spada dell'era Qin Gently from http://www.bokequn.cn/artical/307734.html

Una spada dell’era Qin Gently from http://www.bokequn.cn/artical/307734.html

Dall’analisi delle armi pervenute ad oggi, è possibile evincere che l’arte della manifattura delle spade, ancora in bronzo, venne enormemente sviluppata sino al livello massimo possibile dalla stessa lega metallica proprio durante la dinastia 秦 Qín (221 – 206 a. C.). L’evoluzione tecnica consentì e si espresse con un’evoluzione tipologica, e proseguendo la tendenza già tracciata a forgiare Jian con siluettes sempre più sottili ed allungate, le spade adottarono profondi cambiamenti nelle forme, divenendo lunghe, appuntite e sottili, così come provato dal ritrovamento di esemplari di qualità eccezionali, lunghi sino a 39 pollci, cioè circa 100 cm.

Nella metallurgia, intanto, venne introdotto il ferro, e questo dunque fece la sua comparsa anche nel mondo della manifattura di spade, in un epoca riconducibile a circa 2.400 anni or sono, dunque proprio durante il regno dei Qin vennero introdotte accanto a quelle in bronzo anche le spade in ferro, e proprio quest’ultime divennero la fornitura per l’equipaggiamento delle armate che videro i Qin impegnati in una serie di guerre contro i vari regni, impegno bellico che si concluse con il successo dei Qin e con l’unificazione della Cina, da alcuni studiosi additato anche all’utilizzo di queste armi in ferro.

 2 spade delle dinastie del Nord e del Sud. Gently from http://dzh.mop.com/topic/readSub_6503086_-2_0.html

2 spade delle dinastie del Nord e del Sud. Gently from http://dzh.mop.com/topic/readSub_6503086_-2_0.html

Come già avvenuto precedentemente la spada non venne più soltanto vista come un’arma, ma parallelamente al contesto bellico assunse sempre maggiormente il ruolo di icona e simbolo di valori morali venerabili, come l’onore, l’onestà, la purezza, iconologie di cui la spada divenne iconografia, così come già ampiamente consolidato in ambiti religiosi e cerimoniali, nei quali la spada era già ampiamente utilizzata.

Durante la dinastia 漢 Han (206 a. C. – 220 d. C.), la dinastia 晋Jin (265 – 420) e le dinastie del Nord e del Sud (南北朝 nán bei cháo 420 – 581) l’arte della manifattura delle spade si raffinò maggiormente, come attestato dal ritrovamento di armi di qualità eccellente, realizzate in ferro ed acciaio.

La popolarità dell’arma crebbe sempre più, ed apparvero le prime pubblicazioni scritte dedicate all’arte della spada, e dunque i suoi principi conobbero una diffusione sempre maggiore: tra i testi più famosi è doveroso ricordare Jian Dao – la via della spada, conosciuto anche come “i 38 precetti”.

 

 Dinastia Han, spada in ferro. Gently from http://www.ce.cn/kjwh/scpm/sctd/200903/18/t20090318_18530328.shtml

Dinastia Han, spada in ferro. Gently from http://www.ce.cn/kjwh/scpm/sctd/200903/18/t20090318_18530328.shtml

La morfologia della spada venne sviluppata ulteriormente, anche con la creazione di tipologie nuove ed innovative.

Durante quest’epoca l’utilizzo dell’arma dal punto di vista militare mutò: essa venne affiancata ed in molti contesti sostituita, dalla sciabola 刀 Dao, e rimase l’arma destinata solamente agli ufficiali, che come agli ufficiali governativi, spettava di indossarle assieme all’abito ufficiale, e così come la tipologia del costume differiva a seconda del grado, così il modello di spada era differente. Accanto a questo impiego cerimoniale civile e di distinzione sociale, la spada mantenne il suo utilizzo in rituali e riti di protocollo, così come nei sacrifici e nelle cerimonie religiose, e dunque la non-massificazione e la permanenza dell’arma in contesti religiosi o comunque elitari contribuì ad accentuare nella cultura cinese il concetto di ? come oggetto sacro, ritenuto capace di proteggere le persone dalla sventura e di esorcizzare i demoni.

La forma già allungata ed acuminata venne ulteriormente raffinata, ed è possibile affermare che con l’epoca Tang ( 唐 618 – 907) si raggiunse quella tipologia formale attuale, e proprio durante questa dinastia la spada crebbe d’importanza come icona sacra, con tutti gli attributi precedentemente accennati, su tutto il territorio cinese; proprio a causa della non più diretta implicazione nell’utilizzo bellico, le forme conobbero sviluppi virtuosi, così come Gongsun Daniang sviluppò una tipologia di spada peculiare, così mirabile che fù fonte di ispirazione di capolavori d’arte e di poesia, come le opere del famosissimo calligrafo Zhang Xu o del poeta Du Fu.

Grazie a questa enorme diffusione e delle iconografie rotanti intorno alla spada, la sua diffusione e quella dello studio dell’arte della spada fù così vasta che perfino alcuni cittadini privati – ovviamente abbienti – ne desiderarono e  poterono dedicarsi alla pratica, poiché a prescindere dall’applicazione e dallo sviluppo della destrezza marziale, tramite di essa veniva ricercata e coltivata la formazione della propria personalità consacrata a valori quali onore ed integrità, di cui la spada era ormai icona sacra.

Durante la dinastia Song ( 宋 960 – 1279) è possibile affermare che l’arte della manifattura delle spade cinesi raggiunse probabilmente il livello più alto oggi a noi noto: quelle dette 龍泉剑 Lóngquán Jiàn – spada della sorgente del drago realizzate durante questo periodo sono forse le spade più famose mai realizzate, e secondo la tradizione esse debbono il loro nome alla Sorgente del drago (龍泉 Lóngquán, nella regione dello 浙江Zhejiang), nelle cui acque venivano temprate le lame, acquistando una forgia tale che alcune di esse erano capaci di tagliare dieci maglie larghe di catena con un sol fendente.
A prescindere dalle leggende (la cui veridicità storica per lo meno parziale però è riscattata dal ritrovamento delle lame di epoca delle Primavere e degli Autunni 春秋時代 770 – 475 a. C.) le spade di questo periodo sono tesori inestimabili, oggi giunti e noti in pochissimi esemplari, custoditi da musei o da collezionisti privati.

È anche opportuno ricordare che oggi vi sono molte spade, realizzate addirittura in produzioni industriali, etichettate e commercializzate come 龍泉剑 Lóngquán Jiàn, ma a parte l’ovvietà del fatto che esse non potrebbero mai essere autentiche, la loro qualità non è nemmeno lontanamente paragonabile agli originali d’epoca Song, gioielli inestimabili dalla manifattura ineguagliabile.

Durante le dinastie Ming ( 明 1368 – 1644) e Qing ( 清 1644 – 1911) il 武术 Wushu – cioè le arti marziali – conobbe un ampio sviluppo ed una sempre maggiore massificazione, dunque vennero raffinati e sviluppati moltissimi stili e metodi.
L’arte della spada, di conseguenza, venne altrettanto sviluppata, e praticamente all’interno di ciascuno dei principali stili e metodi le sequenze prestabilite di movimenti (Taolu) e gli esercizi alla spada crebbe notevolmente. Molte di queste forme sono praticabili ancora oggi, e la spada dell’epoca corrente, idem per quanto riguarda le tecniche di 剑术 Jianshu odierne, da ritenersi simili ed a volte identiche, a quanto praticato durante queste dinastie.

Conclusioni

Per il popolo cinese è possibile dire che 剑 Jiàn – la spada non sia considerata solo un’arma, della quale è stato possibile accennarne la storia e l’evoluzione tipologica, ma è un soggetto culturale, è un simbolo, è uno strumento di meditazione, un mezzo per il raggiungimento di precetti morali elevati e di purezza; la sua importanza è per lo meno pari al suo significato di arma.

Dal punto di vista formale, grazie anche ad una sempre più progredita arte nella metallurgia, la spada cinese si evolve da esemplari larghi e corti in bronzo a tipologie sempre più allungate e sottili, in ferro ed acciaio, sino all’epoca Tang con il raggiungimento della morfologie attuali.

 Evoluzione morfologica della spada sino all'epoca Song. Gently from http://dzh.mop.com/topic/readSub_6503086_-2_0.html

Evoluzione morfologica della spada sino all’epoca Song. Gently from http://dzh.mop.com/topic/readSub_6503086_-2_0.html

Dal punto di vista culturale la spada e la sua arte sono conosciute rispettivamente come arma e pratica propria dei gentiluomini, poiché la Jianshu richiede e sviluppa attributi lodevoli quali calma interiore, pacatezza, correttezza e precisione dei movimenti, bellezza grazia ed armonia, padronanza di tecniche di altissimo livello seguite con maestria, fluidità ed esperienza.

Secondo la tradizione cinese l’arte della spada richiede che l’intenzione 意 yi, lo spirito 神 shen e l’energia 气 qi siano presenti nei movimenti e ne siano fonte: la destrezza e la forza fisica è dunque secondaria a quanto raggiunto nella coltivazione di 意yi, 神shen e 气qi.

La spada è anche chiamata 宝剑 Bao Jian, ove 宝Bao – tesoro prezioso dimostra quello che per secoli la cultura cinese ha considerato e tutt’oggi vede nella spada: è un’icona di ricchezza e purezza, giustizia, integrità, nobiltà, gentilezza e saggezza. 剑Jian, poi, come talismano magico e sacro, è ritenuta capace di esorcizzare demoni, ed è stata utilizzata in cerimonie religiose, commemorata in leggende poemi e canti.

La pratica dell’arte della spada, assieme alla pratica del 古琴 guqín – strumento musicale, 圍棋 wéiqí – gioco da tavolo, 美术 meishù – arte e 诗歌 shige – poesia, è ritenuta dalla tradizione cinese fra le 5 discipline capaci di sviluppare nell’uomo l’integrità morale, la nobiltà della mente, la sensibilità emozionale, e non per ultima la salute fisica.