霍元甲 Huò Yuánjiǎ

No Comments
霍元甲 Huò Yuánjiǎ
霍元甲 Huò Yuánjiǎ - immagine tratta da plumpub.com

霍元甲 Huò Yuánjiǎ fù un grande maestro e praticante di Wushu, ed uno dei fondatori della Jing Wu Athletic Association, una scuola di arti marziali di Shangai: Yuánjiǎ si specializzò nella pratica di un ramo dello stile Mízōngyì 迷踪拳 “pugilato di far perdere le tracce”, uno stile di Wushu del nord della Cina, diffuso nelle provincie dello Hebei e dello Shandong, anche chiamato Yanqingquan 燕青拳, pugilato di Yan Qing, o ancora Mizongquan 迷宗拳 – pugilato dell’antenato perduto, o 秘宗拳 pugilato dell’antenato segreto.

Il nome Yanqingquan deriverebbe per alcuni da Yan Qing, un personaggio dello Shui hu zhuan , o per altri deriverebbe dal fatto che lo stile era praticato nell’area delle contee di Yanzhou 燕州 nello Shandong e di Qingxian 青县 nello Hebei; il nome Pugilato dell’antenato perduto 迷宗拳 si riferirebbe invece al fatto che le precise origini di questo stile non sono conosciute.

Yuánjiǎ è considerato un eroe della Cina, specialmente per le sue gesta nelle sfide di Wushu contro praticanti stranieri, affrontati in match altamente pubblicizzati, specialmente in un periodo storico/politico molto difficile per la Cina, e dunque intorno alla sua figura ed alla sua biografia si sono create una serie di storie e di leggende che rendono molto difficile la ricostruzione esatta delle vicende.

Yuánjiǎ nacque nel 1868 a 小南河村 Xiaonan Hecun, il villaggio di Xiaonan, nella contea di 静海县 Jinghai in Hebei, e fù il 2° di 3 figli; suo padre Huò En Di lavorava come guardia e scorta per le carovane che viaggiavano da e per la Manciuria, ma i proventi principali per la famiglia Huò provenivano dall’attività agricola.

La famiglia Huò vantava una lunga tradizione nella pratica del Wushu tradizionale, e Yuánjiǎ sin da bambino fù di costituzione debole e suscettibile alla malattia e sin dalla tenera età fù afflitto da Ittero da cui non guarì mai completamente, e dunque vista la sua non predisposizione suo padre si rifiutò di insegnarli il Wushu tradizionale.

Proprio a causa della sua debolezza fisica, En Di desiderava che il figlio si dedicasse allo studio e che ricevesse una buona educazione scolastica piuttosto che un’educazione nel Wushu tradizionale, e sebbene negli anni della sua maturità questa educazione accademica poi trasparirà nella sua umiltà e nelle sue celeberrime frasi e morali, in gioventù causò non pochi problemi d’orgoglio al dodicenne Yuánjiǎ, un orgoglio che peraltro veniva duramente messo alla prova dalle continue zuffe e sconfitte con i bambini più piccoli, di 8 e 9 anni.

En Di, che dunque aveva proibito al figlio la partecipazione agli allenamenti collettivi, non potè evitare che Yuánjiǎ osservasse ed assistesse comunque alle lezioni (mentre altre fonti riportano che Yuánjiǎ avesse fatto un foro dal quale sbirciava le lezioni), e che praticasse con l’aiuto del suo tutore, di sera o di notte, quanto osservato nelle ore di allenamento diurne.

Secondo la tradizione, nel 1890 la famiglia Huo ricevette la visita di un praticante di Wushu proveniente dalla provincia dello Henan, e dunque il più anziano dei figli di En Di 霍保镖 Huò Yuánqing dovette scontrarsi con questo abile maestro detto Duo: Yuanqing perdette, ma a quel punto Yuánjiǎ prese le sue veci e vendicò la sconfitta del fratello maggiore suscitando un grande scalpore anche all’interno della stessa sua famiglia, e dunque il padre accettò ufficialmente Yuánjiǎ come suo studente di Wushu, dedicandosi all’insegnamento al figlio di tutto il suo bagaglio di conoscenze marziali.

Yuánjiǎ, intanto, sia grazie allo scalpore della vittoria su Duo, sia grazie alle continue vittorie sugli sfidanti locali, divenne famosissimo e rinnomato in tutta la regione.

Nel 1896 , dopo un impoverimento delle campagne, Huo Yuanjia si trasferì a Tianjin dove lavorò come facchino presso la farmacia Huaiqing di 农劲荪Nong Jinsun, un ricco commerciante che amava attorniarsi di uomini abili nella pratica del Wushu e nelle prove di forza.

Nel 1898 Yuánjiǎ, la cui abilità e fama nelle Arti marziali continuò a crescere, divenne amico e fratello marziale (Xiongdi) di 王子斌 Wang Zibin, anche conosciuto con il nome di 大刀王五 Dadao Wang Wu, che si era rifugiato a Tianjin: qualche anno più tardi Wang Wu si unì alla Rivolta dei Boxer, cadde prigioniero e venne decapitato a Pechino, e Yuánjiǎ si recò lì a recuperare il cadavere dell’amico.

Questo periodo è molto turbolento nella storia della Cina, che si torva in uno stato di debolezza e confusione politica: il paese, alla fine della dinastia Qing, stava soffrendo di una serie concatenata di eventi negativi, sia di calamità naturali, sia dell’invasione e dell’oppressione dei colonizzatori europei, della Russia e del Giappone. La Germania prese possesso della baia di Jiaozhou nello Shandong e della valle di Huang He; la Russia aveva preso possesso della penisola di Liaodong e della Manciuria; L’Inghilterra dominava lo Weihaiwei e la valle dello Yangse, mentre la Francia occupò la valle di Guangzhou ed altre province della Cina meridionale.

La rivolta dei Boxer, scaturita da alcune sommosse provocate dalla società segreta 义和拳 Yihe quan, ossia “Pugni di giustizia e concordia”, nome che ovviamente i media occidentali ridussero al mero termine Quan – pugno, da cui l’Inglese Boxer (e dunque guerra o rivolta dei Boxer), fù un fenomeno di ferma opposizione alle missioni cattoliche al tempo in declino, ed alle missioni protestanti in fervida attività, alle legazioni e ai consolati stranieri, e le reazioni iniziali furono particolarmente catalizzate dalle attività aggressive e violente attraverso cui gli occidentali attuavano il controllo coloniale e con cui anche gli stessi missionari facevano proselitismo. (Carl Grimberg (1875-1941) – Storia Universale Vol. XI. Dall’Oglio editore 1966 – traduzione di Renato Liguori)

In un secondo momento, quando vi fu un riconoscimento da parte del governo imperiale, la società segreta cinese Yihe quan assunse il nome 义和团 Yihetuan, in ogni caso questa aggregazione di ribelli fù un movimento eterogeneo e comprendeva altre associazioni quali Hongquan, Meihuaquan, Dadaohui e Shenquan.

Le gesta di Yuánjiǎ dunque si inseriscono in un contesto storico e culturale di rivendicazione e rivolta del popolo cinese nei confronti delle prepotenze, dei dominii e delle imposizioni forzate dei paesi europei e del Giappone.

Nel 1901 Yuánjiǎ rispose ad una sfida lanciata da un lottatore Russo, e la tradizione vuole che il sovietico insultasse i Cinesi definendoli “uomini malati dell’Asia” e dichiarandosi “l’uomo più forte del mondo“: Yuánjiǎ lo affrontò al parco 戏园 Xiyuan di Tianjin e lo sconfisse.

Nel 1909 Yuánjiǎ , che nel frattempo aveva ovviamente intrapreso anche l’insegnamento del Wushu, accompagnato dai suoi allievi 刘振声Liu Zhensheng e 張文達 Zhang Wenda, si recò a Shanghai per accettare una sfida aperta lanciata da un pugile inglese chiamato Hercules O’Brien 奥皮音 Aopiyin; dopo essere stato battuto da Yuánjiǎ , di O’Brien non si seppe più nulla.

霍元甲
霍元甲 - Immagine tratta da photocdn.sohu.com

Il primo giorno del sesto mese del 1910 sotto l’egida di 农劲荪 Nong Jinsun, venne fondata la 中国精武体操会Zhongguo Jingwu Ticao Hui, ossia Associazione di pratica dell’educazione fisica Cinese Jing Wu che in seguito venne chiamata 精武体育会 Jingwu Tiyu Hui ossia associazione Jingwu di educazione fisica; nello stesso anno Yuánjiǎ si confrontò in combattimento con un giapponese praticante di Judo che sconfisse regolarmente, ma durante il banchetto seguito al combattimento vittoriosio Yuánjiǎ accusò un gravissimo malessere.

La morte di Yuánjiǎ è avvolta dal mistero e dalla leggenda, e molti suoi studenti credono e scrivono che egli sia stato avvelenato da un medico giapponese di nome Akino. Uno dei suoi allievi, lo storico 陳公哲Chen Gongzhe (1890-1961) però non sposa mai direttamente questa versione, sostenendo che Yuánjiǎ sia morto in seguito ai suoi consueti problemi di salute (1957: 精武50年武術發展史 – 50 Years History of Wu Shu Development at Jing Wu).

Comunque sia Yuánjiǎ venne ricoverato all’ Ospedale Shanghai Red Cross e morì 2 settimane dopo.

Secondo aclune testimonianze Zhang Wenda e Chen Gongzhe riuscirono a recuperare la medicina con cui si crede sia stato avvelenato Yuánjiǎ, e dunque la fecero esaminare allo Shanghai Public Concession Hospital, ed il controllo effetuato confermò che la medicina conteneva arsenico, così sulla scia di queste notizie nel 1989 la tomba di Yuánjiǎ e della moglie vennero trasferite e nell’occaisione vennero prelevati campioni di tessuteo osseo dal feretro del maestro per essere analizzati dal Laboratorio della Polizia Municipale di Tianjin: anche in questo caso lo studio ha riscontrato tracce di arsenico.

Bisogna per dovere di verità sottolineare che l’arsenico è un componente frequentemente utilizzato come ingrediente delle medicine, dunque è molto difficile saper discernere se le tracce di arsenico rinvenute sulle ossa di Yuánjiǎ siano dovute ad un avvelenamento o ai trattamenti ed i medicinali a cui era costretto a sottoporsi.

La morte di Yuánjiǎ avvenne solo pochi mesi dopo la fondazione dell’associazione di educazione fisica, ma grazie all’incredibile fama che Yuánjiǎ aveva ottenuto tanto come praticante di Wushu, quanto come eroe nazionale, attirò e richiamò la presentza nella scuola di grandi e numerosi maestri di arti marziali cinesi di differenti metodi, famiglie e stili, tra cui Wu Jianquan – Taijiquan dello stile Wu, Chen Zizheng – Yinzhou Quan, Luo Guangyu – Tang Lang Quan, Gen Xiaguang – Xingyi, ecc…; L’associazione di educazione fisica Jingwu fà dunque legalmente e stabilmente riconosciuta nel 1910, ed è stata la prima organizzazione civile di Wushu della Cina, non associata ad una scuola, ad una famiglia o alla pratica di un particolare stile e metodo.

Bibliografia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *