Stupore
Perché mai a tal punto singolare?
Questa e non quella?
E qui che ci sto a fare?
Di martedì?
In una casa e non nel nido?
Pelle e non squame?
Non foglia, ma viso?
Perché di persona una volta soltanto?
E sulla terra?
Con una stella accanto?
Dopo tante ere di non presenza?
Per tutti i tempi e tutti gli ioni?
Per i vibrioni e le costellazioni?
E proprio adesso?
Fino all’essenza?
Sola da me e con me?
Perché mi chiedo,
non a lato,
né a miglia di distanza,
non ieri,
né cent’anni addietro,
siedo
e guardo un angolo buio della stanza
come,
rizzato il capo,
sta a guardare
la cosa ringhiante che chiamano cane?
Wislawa Szymborska
Stupore
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