Smeriglia e acceca
Smeriglia e acceca
la vetriglia liquida del sole
nelle pozze ad ogni passo di luce abbaglia
in via dei Cimatori ed in via de’ Cerchi
verso la Signoria con la sua torre ed i suoi archi,
mentre Firenze piove
si mezzano e sbioccano nel sole
i suoi densi sparpagliati borghi
e mi attrae nel suo mettere in luce
presagi in sole di appena primavera
che formicola e brulica di vita,
di vita e luce mista alla piovana scroscia,
che sgronda tra un incendio e l’altro
del sole delle due riflesso che mi scaglia
all’angolo rifugio di folla e d’acquazzone,
vicino alla torre dei Caligai,
in via dei Cimatori sotto il braccio fiorentino,
dopo pranzo appena ebbro di vino,
mi godo il sole avvampare appena
appena dopo il diluviare di uno scroscio,
mentre scorre un fiume di persone
fra gli odori ed i sapori fiorentini
di trippa lessa che da piazza dei Cimatori
arriva fino a via de’ Tavolini,
e sotto la torre di Boccadiforno
mi perdo nel sole
che ha appena fatto il suo ritorno.
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